Usciva nel 1979 Brood – la covata malefica, film che sdoganò definitivamente il genio e la visionarietà del maestro David Cronenberg. Una pellicola feroce che non fa sconti allo spettatore ed ha la forza di diventare manifesto di un’idea di cinema.

TRAMA

Frank vive con la piccola figlia Candice quando una serie di brutali omicidi iniziano a colpire persone a lui vicine. I delitti potrebbero avere a che fare con la moglie del protagonista, ospite in una clinica psichiatrica gestita da un medico che professa una cura sperimentale… 

LA SCIENZA E IL CORPO

Dopo i promettenti Il demone sotto la pelle e Rabid (trascurando l’incidente di percorso di Veloci di mestiere) Cronenberg ci regala con Brood – La covata malefica, una pellicola più matura e definita, nella quale si palesano in maniera inequivocabile quelle che saranno le tematiche (e le ossessioni) tipiche della sua opera registica. Da un lato la scienza medica che cerca risposte e soluzioni giocando a fare Dio, con pratiche sperimentali che cercano di modificare la natura forzandola. Dall’altro la risposta dei corpi umani, pulsanti e imprevedibili che si ribellano alle manipolazioni sfociando in tumori e deformazioni che travolgono sempre la razionalità di chi li ha provocati.

DARE FORMA ALLA RABBIA

Ripescando il titolo di una lunga intervista al regista del 1983 (ma anche il titolo del libro scritto dal Dr. Raglan stesso) The shape of rage, potremmo dire che in Brood – la covata malefica Cronenberg riesce a dare letteralmente forma alla frustrazione e al rancore che la brava Samantha Eggar prova nei confronti di un marito che vede come estraneo e non più alleato. Traditore, nemico da arginare colpendo senza pietà chi gli sta vicino.

Non a caso Cronenberg scrisse Brood – La covata melefica reduce da uno sfiancante divorzio con la prima moglie, con annessa battaglia per la custodia dei figli. Il regista canadese rivive i propri rancori sotto forma di celluloide in un racconto che non fa sconti allo spettatore ma nemmeno ai suoi personaggi. Se la moglie di Frank, Nola, è vittima della sua stessa voglia di rivalsa non è da meno il dottor Raglan, il cui metodo sperimentale, la Psicoplasmia, scatena le orribili creature omicide dal corpo di Nola.

LA FIGURA DI RAGLAN

La figura chiave di Brood – La covata malefica non è infatti il protagonista Frank, vittima degli eventi, tanto meno Nola, ape regina della rabbia che sfoga indirettamente le sue frustrazioni procurando morte. E’ il dottor Raglan l’ago della bilancia di una storia tanto feroce quanto inevitabile. Interpretato da un grande Oliver Reed, Raglan è la ragione che vuole farsi giudice e giuria, la scienza che vuole invertire il corso naturale delle cose. La sua Psicoplasmia (strana l’assonanza con la psicomagia di Jodororowski…) è una pratica regressiva che mette i pazienti faccia a faccia con le persone che hanno fatto loro del male nella speranza di risolvere i rancori, ma che invece scatena qualcosa di fisico, che in casi estremi (Nola) prende vita. Raglan stesso, nel finale, si accorgerà di quanto sia stato pericoloso giocare con gli inesplorabili abissi dell’umana sofferenza.

DA VEDERE PERCHE’

Come già detto, Brood – La covata malefica è imprescindibile per chi voglia approcciarsi al lavoro di David Cronenberg. Pellicola di rara atmosfera, è un film che trasuda inquietudine grazie ad un utilizzo della violenza quasi primordiale. Interpretato da un gruppo di attori di altissimo livello, Brood – La covata malefica è una prima convincente risposta a chi voglia comprendere il peso di un autore inimitabile.

Classificazione: 5 su 5.

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