Usciva a marzo del 1972 Cosa avete fatto a Solange? Thrilling italiano di ambientazione british e dalle tematiche morbose, diretto da uno dei registi più capaci e dimenticati del nostro genere: Massimo Dallamano.

TRAMA

Il professor Rosseni, insegnante in un college esclusivo di Londra, finisce tra i sospettati di una serie di brutali delitti che hanno come vittime giovani studentesse del suo istituto. Coinvolto in una relazione poco etica con una giovane, l’uomo dovrà darsi da fare per cercare la verità…

QUELLA STRANA MORALITA’

Cosa avete fatto a Solange? non fa sconti allo spettatore, portandolo subito a confrontarsi con delitti efferati ai danni di giovani donne nello sbocciare della loro femminilità. Non c’è da stupirsi visto che alla regia troviamo Massimo Dallamano, regista con un piglio per la brutalità che qualche anno dopo realizzerà uno dei più pregevoli thrilling polizziotteschi mai realizzati: La polizia chiede aiuto.

In Cosa avete fatto a Solange? l’ambiguità dei personaggi è palese fin dalle prime immagini. Appare chiaro dal principio che nella vicenda cui assisteremo i personaggi non saranno onesti con noi dal principio e che ognuno di essi ci nasconderà in parte qualcosa. Il fatto che sia proprio un collegio cattolico (non tra i più comuni in Inghilterra) il fulcro dell’azione, sembra voler mettere in scena l’eterna lotta tra la moralità trattenuta della religione e l’esplosione di libertà sessuale che in quegli anni contagiava i giovani di tutto il mondo.

TRA CATTIVI MAESTRI E STEREOTIPI

Una vicenda che fa uscire il torbido pian piano, dipingendo un’adolescenza poco innocente, in Che cosa avete fatto a Solange? non sono sole le giovani a uscirne in maniera poco edificante. Anche gli adulti non se la cavano bene. Menzione particolare per il personaggio interpretato da Fabio Testi. Il professor Rosseni infatti, pur diventando eroe involontario della vicenda, è tutt’altro che un esempio di rettitudine. Insegnante ed insidiante, Rosseni vuole intrattenere una relazione sessuale con una sua studentessa, finendo poi per essere incomprensibilmente perdonato e addirittura riabilitato dalla moglie a tempo di record. Tra loro, una stuola di altri educatori abbastanza stereotipati, dal professore che spia le studentesse sotto la doccia ai sacerdoti inflessibili e bacchettoni che sembrano non curarsi nemmeno della mattanza in atto.

SWINGING, BLEEDING LONDON

Cosa avete fatto a Solange? è una pellicola che esteticamente sente ancora molto l’influenza dei tardi anni ’60, quelli ritratti da Antonioni in Blow Up tanto per capirci, con il ritratto di una Londra caput mundi palpitante e coloratissima dove la rivoluzione dei costumi sta travolgendo i rigidi dettami e le ferree etichette di un passato diventato stretto a tutti.

Fotografata dal poliedrico ed efficace Joe D’amato, la capitale inglese rimpalla lo spettatore tra sfondi di Westminster da cartolina e residenze di campagna circondate dal verde, tra minigonne, biciclette e gite al lago. Questo idillio formale però ha vita breve, quasi subito infatti Che cosa avete fatto a Solange? ci lascia infangati in notti senza luna, in torbide storie molto terrene, storie di adolescenze perdute e di adulti che se ne approfittano, mostrandoci il lato meno gradevole della libertà sessuale. Storie di ipocrisia smascherata che anni dopo David Lynch sublimerà in Twin Peaks.

Poco importa se le studentesse sedicenni in Cosa avete fatto a Solange? hanno corpi da venticinquenni, all’epoca le cose andavano così.

DA VEDERE PERCHE’?

Pur non essendo un giallo sincero con lo spettatore, cui non vengono date le informazioni per risolvere l’intreccio per tempo, Cosa avete fatto a Solange? è un thrilling ben girato e confezionato, scritto con una crudeltà di fondo che non ti aspetti e che non ha pietà per i suoi stessi personaggi. Facendo pace con alcuni inevitabili stereotipi del genere Cosa avete fatto a Solange? conserva ancora una notevole potenza che lo eleva rispetto alla media dei titoli dell’epoca.

Classificazione: 3 su 5.

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