Cruel Peter, diretto a quattro mani da Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia (già registi di Fairytale), è un film del 2019 dalle atmosfere gotiche ambientato a Messina. Prodotto da Armosia, Taadaaa, Makinarium, Smart Brands con Rai Cinema e il sostegno della Sicilia Film Commission, Cruel Peter è disponibile in esclusiva su Rai Play.

Trama

Messina, 1908. Peter (Aran Bevan) è il viziato e problematico figlio di una ricchissima famiglia inglese, gli Hoffmann. Trascorre i suoi giorni tra crudeltà gratuite ai danni della servitù (talvolta spingendosi anche oltre, come quando taglia il viso con un rasoio ad una cameriera) e uccisioni di animali. Il bambino arriva infatti ad uccidere il cane di Alfredo, figlio del giardiniere. Ma Alfredo, stanco di restare a guardare mentre Peter la passa sempre liscia, decide di mettere in atto la sua vendetta rapendo il bambino, con l’intento di seppellirlo vivo.

Messina, 2019. Norman (Henry Douthwaite), un archeologo inglese, arriva nella città siciliana con la figlia Liz (Zoe Nochi) per valutare il restauro dell’antico Cimitero Inglese, situato nel Cimitero Monumentale. Gli scavi porteranno alla luce il mistero riguardante la scomparsa del “crudele Peter”.

Vorrei fosse un ulteriore passo per ripensare l’immaginario della Sicilia. Non solo una terra di mafia ma patria del mondo fantastico, nella speranza che l’intrattenimento cinematografico possa far fiorire un business capace di innescare circuiti virtuosi.

C. Bisceglia.

Cruel Peter rientra nel filone del nuovo horror gotico rurale italiano (dopo The nest – Il nido, Il signor Diavolo e Il Legame). La Messina del 1908, mostrata prima e durante il terribile sisma di quell’anno, emerge in tutto il suo misterioso fascino, con la maestosa villa vittoriana degli Hoffmann e i luoghi nascosti e bui in cui Alfredo compie la sua vendetta. Il merito è da attribuire al minuzioso lavoro di Leonardo Cruciano e Nicola Sganga – già vincitori del David di Donatello per gli effetti digitali e makeup integrato de Il racconto dei racconti di Matteo Garrone. Anche la Messina di 111 anni dopo vive di suggestioni, dal bosco in cui Liz si trova a vagare al Cimitero Inglese in cui si sprigiona la maledizione di Peter.

Il male non muore mai

Nel 1908, Peter è figlio di una donna che lo ha sempre difeso e che si adoperava ad occultarne i delitti – compreso l’omicidio del padre. Nel 2019, Liz è invece orfana di madre, vive con un padre che si sforza di capirla ed è anche lei attratta dall’oscurità, anche se in maniera diversa da Peter: non sadismo, ma volontà di richiamare i morti nella speranza di comunicare con la madre. Nonostante la distanza – non solo temporale – che li separa, i due ragazzini entrano in contatto e il corpo di Liz si configura come il mezzo attraverso cui Peter può rivivere. Non è solo Liz che vuole comunicare con sua madre aprendo un varco, ma è anche la madre di Peter che, approfittando proprio di quel varco, vuole riavere con sé il proprio bambino. Azzeccata la scelta di rendere Liz sorda e non una scream queen, perfettamente in linea con la privazione sensoriale di Peter chiuso in una bara sottoterra. D’altronde è un film che parla anche di comunicazione – comunicazioni fallimentari, fallite o mai avvenute.

Esoterismo e religione

Messina è anche luogo dell’esoterismo. La stregoneria “cattiva” emerge come ulteriore tema di Cruel Peter, accanto al misticismo “positivo” di Emma (Aurora Quattrocchi), una donna anziana del luogo che tenta di proteggere Liz e suo padre con santini e acqua santa. Ma questa volontà di indagare il folklore locale si perde un po’ verso il finale, con l’esorcismo; quest’ultimo, insieme al “bambino cattivo”, sono gli elementi da perfetto horror statunitense. Sia chiaro, non voglio dire che infondere un respiro internazionale ad un film italiano sia di per sé qualcosa di negativo, ma nel caso di Cruel Peter forse la dicitura “gotico rurale italiano” è meglio ampliarla a includere anche elementi del cinema horror più mainstream. Ad ogni modo, ho amato il sacco di iuta che Alfredo all’inizio usa per coprirsi il volto, ripresa più volte nell’horror da La città che aveva paura, passando per L’assassino ti siede accanto fino a The Orphanage e The Strangers.

In conclusione, Cruel Peter è un ottimo prodotto che può contare su un eccellente comparto tecnico e su bellissime scenografie, raccogliendo e rielaborando elementi provenienti dalla tradizione, italiano e non.