Il 25 Agosto 2000 usciva in Italia “Final Destination” di James Wong, primo capitolo di una fortunata saga cinematografica che ad oggi comprende cinque film con un sesto in lavorazione.

LA TRAMA

Il diciottenne Alex Browning sta per partire per una gita a Parigi, quando ha una terribile premonizione: l’aereo è destinato ad andare incontro ad un disastroso incidente. Il ragazzo, un insegnante ed alcuni compagni di classe resteranno a terra ed assisteranno attoniti alla realizzazione della visione. Sopravvissuti alla tremenda tragedia, alcuni dei ragazzi andranno però incontro a dei misteriosi incidenti. Alex inizia a convincersi che la Morte stessa sia scesa in campo per ristabilire l’equilibrio che lui stesso ha fatto venire meno…

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OPINIONI

E’ bene mettere subito in chiaro che Final Destination non è un film perfetto. Prendendo subito in considerazione i difetti possiamo dire che l’attore protagonista, Devon Sawa, risulta in diversi casi un po’ inespressivo e che la sceneggiatura zoppica un po’ dal punto di vista dell’introspezione psicologica e della caratterizzazione dei personaggi. Queste mancanze sono però compensate da un gran numero di pregi, che rendono “Final Destination” una visione estremamente godibile. Il film è scandito da un ritmo serrato e coinvolgente, che non fa calare l’attenzione dello spettatore nemmeno per un attimo. Gran parte del merito va probabilmente all’efficacia dell’idea principale. Quattro anni prima “Scream” aveva mostrato come fosse ancora possibile sfruttare il filone dei film slasher ricercando nuove idee che ne scardinassero i clichés e non è azzardato considerare anche “Final Destination” un film slasher. Al centro della vicenda c’è sempre un gruppo di ragazzi destinati a morire uno dopo l’altro, quello che cambia è l’assassino. Non siamo più di fronte al classico killer mascherato, bensì alla Morte stessa. Essa agisce utilizzando come “arma” le condizioni ambientali, creando le circostanze favorevoli ad eventi nefasti. Nel film troviamo una combinazione fra morti creative ed articolate e morti repentine e dotate di grande verosimiglianza. Sono forse le seconde a risultare le più riuscite, proprio perché portano a rivolgere a noi stessi la scomoda domanda “E se succedesse anche a me?”. Alex e i suoi amici si ritrovano quindi a combattere contro la forza più inarrestabile che si possa immaginare, il Fato stesso, cercando di scoprire se ci sia un modo per comprendere ed aggirare il piano che la Morte ha preparato per loro. Per quanto il tema sia estremamente serio, esso viene comunque proposto con relativa scanzonatezza, seguendo i canoni del “teen movie”. Ciò può essere considerato allo stesso modo un pregio, in quanto garantisce scorrevolezza alla pellicola, o un difetto, in quanto non consente al film di aprirsi a considerazioni più profonde. Il personaggio più riuscito è senza dubbio quello del sinistro coroner Mr. Bludworth, interpreto da Tony Todd ( già famoso per “Candyman”), che introduce ad Alex e agli spettatori il tema dell’ineluttabilità della morte e della conseguente condanna a cui il giovane e gli altri sopravvissuti sono destinati. Il misterioso individuo compare per un breve minutaggio ma è dotato di una grandissima presenza scenica, tale da avere spinto i fan del film a sviluppare una teoria secondo cui egli non sarebbe altro che un’incarnazione della Morte stessa. Tony Todd ha smentito questa chiave di lettura, tuttavia l’attore è apparso in due dei quattro sequel della pellicola, a dimostrazione del successo ottenuto dal personaggio.

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CURIOSITÀ:

  • Il regista, James Wong, è famoso per avere diretto diversi episodi della serie tv “X-Files”. L’idea del film fu inizialmente concepita proprio come trama per un episodio della fortunata serie.
  • Le riprese utilizzate dai notiziari del film per parlare del disastro aereo sono quelle di un reale incidente, quello del volo TWA 800 (avvenuto nel Luglio del 1996).
  • In ben quattro scene è possibile sentire la canzone “Rocky Mountain High” di John Denver. La scelta non è affatto casuale, infatti l’artista era morto proprio in un incidente aereo.
  • Diversi personaggi del film hanno cognomi che omaggiano grandi artisti del cinema horror. Abbiamo ad esempio Alex Browning (in onore di del regista Tod Browning), Larry Murnau (in onore del regista Wilhelm Murnau), Terry Chaney (in onore dell’attore Lon Chaney), Billy Hitchcock (in onore del regista Alfred Hitchcock).