Sceneggiato e diretto nel 2017 da Sergio G. Sanchez, Marrowbone è il suo elegante esordio alla regia. Già sceneggiatore di The Orphanage, Sanchez ci regala una nuova storia di natura gotica dove oscuri segreti aleggiano in una grande fattoria sperduta nell’ America rurale. Spagnolo per regia e produzione, la pellicola è infatti prodotta da Telecinco Cinema, vanta un cast internazionale di giovani e talentuosi attori ed è stato presentato al Toronto International Film Festival nel 2017 e successivamente distribuito nelle sale della penisola iberica.

Trama.

Quattro fratelli con una madre gravemente malata scappano dall’ Inghilterra di fine anni 60 e dal loro oscuro passato per approdare in una grande fattoria sperduta nelle campagne americane. Certi di essere lontani ed al sicuro da ciò che li perseguita, cercano di ricostruire una vita serena nella proprietà ereditata dalla madre di cui adottano il cognome: Marrowbone. Dopo l’inevitabile lutto i quattro giurano solennemente di restare assieme e prendersi cura l’uno dell’altra. Per non essere separati vivranno nascosti e lontani dalla città fino a che il maggiore non avrà compiuto 21 anni. La casa, però, sembra nascondere un terribile segreto…

Tra paura e amore.

Marrowbone è un film ibrido che è difficile catalogare. Non si schiera nè accetta etichette non perchè non abbia un’identità, anzi, ma perchè le rifiuta ed abbraccia diversi generi mescolandoli sapientemente. E’ una fiaba gotica di fantasmi, un horror, un thriller psicologico ma anche, e forse soprattutto, una storia d’amore. Non solo di amore romantico ma anche di amore fraterno e familiare.

Questo meccanismo di chiusura all’ interno del proprio nucleo familiare e della propria casa che diventa nido e che nasconde e protegge da ciò che c’è all’esterno non può non ricordarci, oltre a The Orphanage già citato, il bellissimo The Others, anch’esso spagnolo.
Fortunamente povero dei sovrautilizzati jumpscare che tanto sembrano andare di moda nell’ultimo decennio ha una narrazione elegante e, se vogliamo, fuori dal tempo proprio per questo. E’ un lavoro classico e ben sopra il livello della sufficienza.
Sanchez plasma un meccanismo di turbamenti e di un opprimente clima di malessere che serpeggia tra le pareti della casa, nei vecchi pavimenti e negli umidi soffitti. Facendo leva su un’ atmosfera torbida e pesante, merito della splendida fotografia di Xavi Gimènez, Marrowbone è un cammino di progressiva scoperta verso la verità, sconvolgente ed inaspettata, che viene splendidamente narrata tramite un susseguirsi di piani temporali diversi e sovrapposti.
E nonostante si concentri su questa atmosfera e su ciò che lo spettatore è portato sapientemente ad immaginare per quasi tutto il film, riesce a regalare dei personaggi raramente tridimensionali e di spessore, dai caratteri ben delineati e credibili nelle loro reazioni, anche grazie al giovane e brillante cast scelto per interpretarli.

Niente e nessuno al mondo ci separerà

Il piccolo Sam, interpretato da un bravo Matthew Stagg, per nulla irritante come ormai molti personaggi bambini nei film di genere, è anzi assolutamente preciso nelle reazioni credibili per un bambino della sua età e per nulla sopra le righe. Jane, sorella che ne assume il ruolo di mamma e tutrice è impersonata da Mia Goth. Già apprezzata in Suspiria e ne La Cura del Benessere, Mia ha il viso perfetto per questo genere di fiaba fuori dal tempo, triste e malinconica, adulta e consapevole gioca una parte fondamentale nell’equilibrio familiare. Volto conosciuto e reso famoso dalla serie Stranger Things, Charlie Heaton dà vita a Billy, il fratello dal carattere più turbolento e che non ha nessuno al quale appoggiarsi o a cui donare le sue attenzioni. Ciondolante nell’andatura ha quello sguardo cupo che lo rende giusto per il ruolo assegnatoli.

marrowbone

Ad infondere dolcezza a profusione una bellissima Anya Taylor-Joy interpreta Allie. Di lei non c’è molto da dire, se non che è perfetta nei panni della giovane donna amorevole ma indipendente, che si innamora del fratello maggiore Jack. Ed è proprio su di lui che si basa la maggior parte dell’attenzione drammatica della pellicola. George MacKay, recentemente apprezzato in 1917, è il pilastro su cui si basa l’unità familiare, il nodo della promessa, protettore coraggioso e responsabile uomo di casa. Era facile venir schiacciati da un ruolo cosi importante eppure ne esce vincitore regalando allo spettatore un’intensa interpretazione e sicuramente aggiungendo punti alla riuscita del film.

Marrowbone è una pellicola che sicuramente merita una seconda visione alla luce della sconvolgente scoperta finale. Se cercate il solito horror dalle tinte forti e dagli spaventi facili, statene lontani. Invece, se come me, apprezzate la narrazione coinvolgente, la scoperta e l’atmosfera gotica di un film che si guarda come se si leggesse un libro, immaginandone le scene successive e le varie implicazioni; se empatizzate con i personaggi e non volete per forza di cose dare un nome a ciò che vedete, ecco, allora Marrowbone è il film che fa per voi.