Dopo più di un anno dalla prima proiezione americana, “Late Night with the Devil: In onda con il diavolo” – che in Italia era uscito a gennaio solo in VOD e Home Video – sbarca su Amazon Prime Video. Un film citazionista, perfettamente calato in un’atmosfera anni ’70, che costituisce indubbiamente uno dei titoli di genere più interessanti dello scorso anno.

Diretto da Cameron Cairnes e Colin Cairnes, Late Night with the Devil si presenta come un found footage: una registrazione dell’ultima puntata del (fittizio) talk show Night Owls, andata in onda nella notte di Halloween del 1977, in cui sono avvenuti eventi tanto tragici quanto spaventosi. I fratelli Cairnes propongono un film ambientato quasi esclusivamente in uno studio televisivo, raccontando così “una diretta che sconvolse l’America”.
Gli anni ’70 e i late-night show americani
Per quanto il programma Night Owls condotto da Jack Delroy (David Dastmalchian) sia di natura totalmente fittizia, i due registi (e sceneggiatori) hanno preso ispirazione dai talk show che negli anni ’60 e ’70 iniziarono a imperversare negli Stati Uniti. Dirette che andavano in onda in tarda notte, capaci di tenere incollate agli schermi televisivi milioni di persone e di rimanere “incisi” nella loro memoria. Tra tutti, il più iconico era forse The Tonight Show Starring Johnny Carson. Iniziato nel 1962 e terminato trent’anni dopo, il programma ha ispirato tutti i successivi late-night show, rendendo Carson uno dei presentatori più amati della storia della televisione americana.
Di pari passo, sempre in questi anni, aumenta notevolmente l’interesse pubblico per il paranormale e, di conseguenza, lo spazio che i programmi televisivi dedicano a tutto ciò che non si può spiegare con la ragione. D’altronde negli anni ’70 la cultura pop è permeata dall’horror e gli spettatori nutrono un forte interesse verso le “storie vere” legate al proprio Paese (basti pensare alla casa infestata di Amityville, capace di attrarre i riflettori sia del cinema – con il film uscito nel 1979 – che della televisione).
L’orrore che sublima l’insicurezza
Questa fascinazione verso il paranormale si costituisce come conseguenza di un’America sempre più sotto minaccia: la stabilità del Paese è minata da scandali politici (Watergate) e dalla crisi economica, mentre sullo sfondo la Guerra Fredda si costituisce come un pericolo costante sempre sul punto di deflagrare. L’atmosfera ottimista degli anni ’60 viene brutalmente spazzata via dall’incremento di ansia e insicurezza collettive: la televisione, quindi, tenta di rispondere a quest’atmosfera di incertezza sublimandola attraverso la paura. Il paranormale e il sovrannaturale costituiscono una perfetta via di fuga da quel senso di precarietà che attraverso il Paese, sia a livello politico che economico.

Jack Delroy, un presentatore ambiguo
I fratelli Cairnes tratteggiano fin da subito in modo interessante il personaggio di Jack Delroy, suscitando negli spettatori sia compassione, per la perdita della moglie a causa di una malattia incurabile, sia un immediato sospetto. La sua appartenenza a un esclusivo club di uomini potenti e influenti lascia infatti intuire legami con forze oscure e compromessi morali che potrebbero aver giocato un ruolo nel suo successo. Durante il film, Jack appare ossessionato dal successo di uno show sempre più in declino e che non riesce a competere sui numeri con la concorrenza: durante le interruzioni pubblicitarie vediamo il personaggio interagire con un produttore senza scrupoli e si intuisce che solo una degenerazione della diretta possa salvare il programma.
E così, mentre nello studio televisivo si alternano figure pittoresche, siparietti divertenti e momenti inquietanti sospesi tra la realtà e l’inganno, Jack Delroy persegue un solo obiettivo, ovvero quello di aumentare lo share, non importa a quale prezzo.

Christou vs Carmichael = Uri Geller vs James Randi
Particolarmente interessanti sono le figure di Christou (Fayssal Bazzi) e di Carmichael Haig (Ian Bliss). Il primo è una sorta di mentalista ed è l’ospite che apre la serata, alternando momenti in cui sembra recitare un copione preparato, legato più alla finzione televisiva che al paranormale, e episodi assai inquietanti, nei quali il suo corpo sembra davvero “posseduto” da entità paranormali che vogliono mandare un messaggio ai vivi.
Carmichael è, invece, un ex-prestigiatore che dedica la propria vita a smascherare quelli che lui reputa i “truffatori” del paranormale, ovvero coloro che si avvalgono di trucchi per simulare l’esistenza di fenomeni sovrannaturali. La dinamica di rivalità che si instaura tra i due richiama inevitabilmente quella che in diversi late-night show, tra cui anche quello di Johnny Carson, vide contrapporsi il mentalista israeliano Uri Geller e lo scettico James Randi che cercava di smascherare come truffaldina la capacità di Geller di piegare i cucchiai con la mente.

La ricostruzione degli anni ’70
Late Night with the Devil, quindi, richiama molti episodi realmente andati in onda nei late-night show americani, attraverso anche una perfetta ricostruzione delle caratteristiche della televisione di quegli anni. Sia dal punto di vista scenografico, con una ricostruzione nei minimi dettagli dello studio televisivo – i divani in pelle, lo sfondo in legno e velluto con toni caldi e desaturati –, sia dal punto di vista visivo – attraverso l’imitazione del nastro magnetico delle registrazioni televisive dell’epoca, un aspect ratio che si rifà totalmente al 4:3 delle vecchie TV, una palette cromatica che richiama il Technicolor televisivo (con l’accento, di nuovo, sui colori caldi e dasaturati) e l’uso di dissolvenze morbide e di un’illuminazione piatta e uniforme –, sia attraverso gli effetti speciali che richiamano spiccatamente quell’artigianalità caratteristica dei film di quegli anni.
Oltre a tutto ciò, bisogna citare anche la cura nella scelta della colonna sonora (con l’abbondanza di motivi jazz e orchestrali) e i cartelli delle interruzioni pubblicitarie e degli sponsor dall’estetica prettamente vintage, anche se il film è stato aspramente criticato all’uscita proprio a causa di questi ultimi, generati dall’intelligenza artificiale. A coronare questa accurata ricostruzione, è l’interpretazione di David Dastmalchian, capace di replicare perfettamente lo stile di conduzione di quell’epoca, attraverso l’uso di ricorrenti frasi iconiche, di lunghi e intensi sguardi in macchina e di numerosi silenzi utilizzati per catturare l’attenzione dello spettatore e enfatizzare le battute che li seguivano.

L’apice della diretta: “Conversazioni con il diavolo”
La tensione del film raggiunge il proprio apice nella seconda parte, quando fanno il loro ingresso la parapsicologa June Ross-Mitchell (Laura Gordon) e la sua giovane paziente Lilly (Ingrid Torelli), unica superstite di una setta demoniaca dedita ai sacrifici umani, i cui membri erano rimasti uccisi in un attacco dell’FBI. La parapsicologa, autrice di un libro – anch’esso chiaramente fittizio – dal titolo “Conversazioni con il diavolo”, racconta la sua esperienza con Lilly, posseduta da un demone arcano con cui June è riuscita a entrare in contatto. L’ospitata delle due degenererà proprio a causa delle pretese di Jack Delroy, deciso ad evocare il diavolo in diretta – andando contro i consigli e i patti stipulati con June – per raggiungere un picco di share che possa risollevare le sorti del programma, elevando il conduttore a nuovo re dei late-night show.
Attenzione: il resto dell’articolo contiene SPOILER. Se non hai ancora visto il film, ti consigliamo di interrompere la lettura.
Un finale di distruzione
Il finale, pur mantenendo un’ambiguità necessaria, collega la storia personale di Jack al diavolo che possiede Lilly. Lo spettatore può fare solo delle supposizioni, ma il film sembra volerlo guidare verso un’interpretazione precisa: nei rituali fatti dagli uomini potenti che Jack frequentava, l’uomo aveva presumibilmente sacrificato la moglie in cambio del successo in carriera e, forse, aveva venduto la sua stessa anima al diavolo. Alla fine, Jack, accoltellando inconsapevolmente Lilly, non può che arrendersi all’evidenza dei fatti: il prezzo che ha pagato per diventare un presentatore di successo è stato altissimo e ha portato, infine, non solo alla distruzione della propria carriera ma anche di tutta la propria vita personale.
La setta di uomini potenti di cui Jack fa parte sembra costituire un chiaro riferimento al caso Jeffrey Epstein, con esponenti famosi coinvolti in scandali di vario tipo, soprattutto sessuali (citati anche in Late Night with the Devil). A tutto ciò, si aggiunge la componente esoterica, più vicina alle teorie complottiste, che vedrebbe un legame tra gli uomini che occupano i ranghi più alti della società e le forze demoniache.

Conclusioni
In conclusione, Late Night with the Devil – In onda con il diavolo è uno degli horror più interessanti del 2024, che fa dell’atmosfera anni ’70 il proprio punto di forza, costituendosi allo stesso tempo come un found footage con numerosi riferimenti alle trasmissioni televisive di quegli anni e come una pellicola in cui la crescita della tensione è costruita ottimamente, grazie anche alla sequenza di apertura che riesce a far calare fin da subito lo spettatore in un contesto ben preciso e ricco di elementi interessanti.
VOTO
Il film è disponibile gratuitamente per gli abbonati ad AMAZON PRIME VIDEO.
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