Nel 2012 Rob Zombie, figura di culto nel panorama dell’horror contemporaneo, ha sorpreso pubblico e critica con Le streghe di Salem (The Lords of Salem), un film che si discosta dalle sue precedenti opere più brutali per abbracciare un horror dalle tinte psichedeliche e allucinate. Un film sicuramente meno violento a livello grafico dei precedenti, eppure inquietante e perturbante, in grado di trascinare lo spettatore in un incubo psichedelico senza via d’uscita.

Ma dietro le atmosfere disturbanti e la colonna sonora ipnotica, si nascondono una serie di curiosità e retroscena che arricchiscono ulteriormente questa esperienza visiva. Ecco 10 cose che (forse) non sapevi su questo oscuro viaggio nella Salem moderna.

1. È ispirato a un sogno di Rob Zombie

L’idea per il film è nata da un sogno fatto dallo stesso Rob Zombie, in cui una donna riceve un misterioso vinile che, una volta suonato, la conduce in un mondo oscuro. Da lì è partito tutto. Il regista ha raccontato di aver voluto trasportare sullo schermo quella sensazione di spaesamento e terrore onirico che aveva provato, cercando di non razionalizzarla ma di renderla pura suggestione visiva.

2. Sheri Moon Zombie protagonista per scelta autoriale

La scelta di Sheri Moon Zombie come protagonista, moglie del regista e già presente in molte sue opere, ha suscitato qualche critica. Ma Rob ha sempre difeso la sua decisione, dicendo che nessun’altra attrice avrebbe potuto incarnare Heidi Hawthorne come lei. Sheri interpreta una donna vulnerabile, in bilico tra realtà e allucinazione, e riesce a trasmettere un senso di decadenza emotiva che si riflette perfettamente nell’atmosfera del film. Moglie e musa artistica del regista, io non riuscirei mai ad immaginare un film di Zombie senza di lei, e voi?

3. La Salem del film è reale

Il film è ambientato a Salem, Massachusetts, celebre per i processi alle streghe del 1692. Zombie ha scelto volutamente di girare in parte nella città reale per accrescere il senso di autenticità. Alcune location, come le strade deserte o i vecchi edifici, non sono state modificate, proprio per conservare quel senso di città sospesa nel tempo, dove il passato può ancora tornare a galla in forme inquietanti.

4. Omaggio a Ken Russell e Stanley Kubrick

La componente visiva del film, visionaria e barocca, è un chiaro omaggio al cinema di Ken Russell (The Devils) e Stanley Kubrick (2001: Odissea nello spazio). Alcune sequenze sembrano vere e proprie installazioni visive, più vicine all’arte contemporanea che al classico cinema horror. L’uso di simbologie religiose, immagini sacrileghe e scenografie teatrali contribuisce a creare un senso di spaesamento volutamente provocatorio.

5. Un cast horror da brividi

Nel film compaiono leggende del cinema horror come Dee Wallace (Cujo, Critters), Patricia Quinn (The Rocky Horror Picture Show) e Meg Foster (Essi Vivono), la cui performance glaciale è tra le più inquietanti del film. Questo cast non è solo un omaggio al cinema horror classico, ma anche un modo per creare un ponte generazionale tra l’horror del passato e quello più sperimentale di Zombie.

6. La colonna sonora è fondamentale

Zombie ha collaborato con John 5 e Griffin Boice per creare una colonna sonora straniante, in grado di destabilizzare lo spettatore e amplificare il senso di minaccia invisibile. Il tema musicale della “band maledetta” The Lords è ossessivo, ripetitivo, e finisce per diventare un vero e proprio personaggio del film, capace di scatenare eventi sovrannaturali ogni volta che viene riprodotto.

7. Critiche contrastanti alla sua uscita

Alla sua première al Festival di Toronto, il film ha diviso critica e pubblico: c’è chi lo ha definito “un incubo lynchiano” e chi lo ha bocciato come “un trip senza senso”. Oggi è considerato un cult minore, rivalutato per la sua originalità. La sua natura divisiva è diventata parte integrante del suo fascino, attirando spettatori alla ricerca di esperienze non convenzionali.

8. Non è un film per tutti

Zombie stesso ha dichiarato che Le streghe di Salem è “più vicino a un’opera d’arte che a un film horror tradizionale”. Lento, criptico e simbolico, è destinato a spettatori disposti a lasciarsi trasportare senza aspettarsi spiegazioni. È un film che lavora più sul subconscio che sulla narrazione lineare, e per questo richiede uno spettatore attivo e curioso.

9. Il romanzo è molto più esplicito

Rob Zombie ha pubblicato un romanzo omonimo, scritto con B.K. Evenson, che approfondisce e rende più espliciti molti elementi appena accennati nel film. La storia nel libro esplora più a fondo l’origine delle streghe, il passato di Heidi e le dinamiche occulte che legano i personaggi. Per chi ha trovato il film troppo criptico, il romanzo offre un completamento narrativo più dettagliato.

10. Un film sulla possessione… dell’identità

Più che un horror sulle streghe, Le streghe di Salem è una riflessione sul potere della memoria, dell’identità e sulla perdita del sé. Heidi non è solo posseduta da forze oscure, ma anche da un passato che la inghiotte, lentamente. Il film suggerisce che l’orrore più grande non è quello soprannaturale, ma quello che si insinua nel quotidiano e ti cancella dall’interno.

Le streghe di Salem non è un film semplice. È una spirale visiva e sonora, un viaggio onirico nel cuore oscuro dell’America puritana. Rob Zombie ha osato, e che piaccia o no, ha lasciato un segno nel panorama horror degli anni 2010. Se non l’hai ancora visto, forse è il momento di (ri)scoprire questa perla disturbante.