Nel 1962 Stanley Kubrick, di cui oggi ricordiamo la scomparsa avvenuta prematuramente nel 1999, ha portato sul grande schermo Lolita, adattamento dell’omonimo romanzo di Vladimir Nabokov del 1955. Con il suo stile visionario e provocatorio, il regista ha deciso di affrontare un tema controverso, trasformandolo in un’opera di grande raffinatezza stilistica e sottile ironia.
L’adattamento
Dopo l’esperienza di Spartacus (1960), Kubrick e il suo socio produttore James B. Harris si orientarono sul controverso romanzo del russo Nabokov, Lolita, che raccontava la perversa relazione di un uomo 37enne con una ragazzina di 12 anni. I due assunsero lo stesso Nabokov per adattare il romanzo in una sceneggiatura e stabilirono il loro campo di produzione in Inghilterra, lontano dall’occhio vigile dello studio system americano. Fu talmente un successo commerciale e di critica, nonostante le polemiche, che il termine «lolita» entrò nel linguaggio popolare, prendendo a significare, per antonomasia, una giovanissima ragazza sessualmente precoce e in grado di sedurre uomini maturi.

Rispetto al romanzo, il film attenua alcuni aspetti disturbanti della storia, per evitare la censura. Per esempio, il regista altera l’età della protagonista (Lolita nella versione di Kubrick ha 14 anni, 2 in più rispetto a Nabokov) e concentrandosi maggiormente sul lato ironico e satirico.
La trama
Sebbene sia stato girato interamente in Inghilterra, Lolita è ambientato nella cittadina fittizia di Ramsdale, situata nello stato del New Hampshire. Un sofisticato e colto professore universitario di nome Humbert Humbert (James Mason) si è appena trasferito in città, avendo assunto un incarico di insegnamento presso il college locale. Affitta una stanzetta al piano superiore di una casa di proprietà di Charlotte Haze (Shelly Winters), un’eccentrica vedova di mezza età. Quasi subito, Humbert si scopre intensamente attratto dalla figlia adolescente di Charlotte, Lolita (Sue Lyon), che incarna allo stesso tempo ingenuità e precoce consapevolezza.

Mentre si ambienta nella sua nuova casa, sfiora rapidamente il limite dell’appropriatezza con Lolita, che è consapevole del suo effetto sugli uomini e lo usa a suo vantaggio e stuzzicare i desideri di Humbert. Per tenere a bada i sospetti di Charlotte, Humbert la sposa e prende Lolita come figliastra, ma è solo questione di tempo prima che Charlotte scopra i veri sentimenti di Humbert nei confronti della figlia e, in preda al dolore, si tolga la vita.
Humbert sceglie quindi di partire con Lolita per un viaggio attraverso il paese per trovare una nuova città in cui stabilirsi. Tuttavia, nemmeno il cambio di scenario è sufficiente a nascondere la loro torrida relazione dagli occhi indiscreti di vicini e amici, soprattutto da quelli di un uomo in particolare: Claire Quilty (Peter Sellers), un eccentrico drammaturgo e scrittore televisivo che ha in mente di sedurre la giovane Lolita.
Il cast
Lolita è certamente pieno di personaggi veramente riprovevoli che possiedono significative carenze morali. Pertanto, è merito del talento del cast e dell’occhio di Kubrick per la loro interpretazione se essi finiscono per risultare innegabilmente carismatici e, in alcuni momenti, comprensibili. James Mason si cala con sicurezza nel ruolo pericoloso e potenzialmente letale del professor Humbert Humbert. La sua sensibilità urbana e sofisticata si rivolge al pubblico in modo rassicurante e paterno, rendendo più facile perdonare le sue qualità mostruose e rendendoci contemporaneamente complici.
Shelly Winters è un’ottima scelta di casting per il ruolo della vedova Charlotte Haze, una vanitosa bellezza invecchiata che cerca così disperatamente l’amore e la compagnia da ostentare le sue insicurezze con abiti chiassosi e pacchiani. Sue Lyon infonde al ruolo principale di Lolita un affetto annoiato e sensuale e una saggezza superiore ai suoi anni. Con la sua calcolata manipolazione delle emozioni di Humbert, è ingannevole e maliziosa come i personaggi più maturi, se non di più.

Infine, il leggendario caratterista Peter Sellers, pioniere dell’idea di travestirsi in più personaggi in un unico progetto, interpreta il drammaturgo d’avanguardia Clare Quilty con un affetto pretenzioso e ansioso. Aristocratico edonista, Quilty riflette i mutevoli costumi e gli atteggiamenti liberali che caratterizzarono la controcultura degli anni Sessanta. Sellers è senza dubbio il membro più divertente del cast, e si abbandona al suo amore per i travestimenti facendo in modo che Quilty orchestri vari personaggi.
Lo stile
Mentre la presentazione visiva in sé è relativamente minimalista e pacata, l’occhio impeccabile di Kubrick per la composizione conferisce alla sua composizione una profondità e un significato convincenti. Il film è pieno di retorica del cinema, con l’uso di sguardi in macchina, carrelli, piani sequenza e soggettive che accentuano il senso di coinvolgimento e manipolazione. Per esempio, Kubrick costruì il set della casa di Haze in modo tale da poter fare ripetuti dolly e crane attraverso i pavimenti e le pareti per stabilire un senso di continuità spaziale.
Lolita è il primo film di Kubrick in cui sperimenta toni satirici e di commedia, che raggiungeranno la massima espressione nel successivo Il Dottor Stranamore. Rispetto al romanzo di Nabokov, la Lolita di Kubrick appare più adulta e consapevole, ribaltando in parte il rapporto di potere con Humbert. L’eleganza visiva e la colonna sonora contrastano con il sottotesto di attrazione e manipolazione. Pur smorzando gli aspetti più scandalosi del libro, il film mantiene intatta la sua carica provocatoria.