The Lost Boys, arrivato in Italia come Ragazzi Perduti, è un film cult degli anni ’80. Simbolo di una generazione perduta, la pellicola narra la vicenda dei fratelli Sam (Corey Haim) e Michael (Jason Patric) che, trasferitisi in una piccola città nel nord della California con la loro madre (Dianne Wiest), cercano di ricostruire le loro vite sociali. Contro ogni pronostico, sembrano riuscirci. Almeno fino a quando… non si imbattono in un gruppo di vampiri.

Kiefer Sutherland

Il confine dell’innocenza

The Lost Boys esaspera la realtà degli anni ’80, quando droga, sesso e rock ‘n roll erano all’ordine del giorno. Al mondo della trasgressione si contrapponeva l’universo colorato dei giovani lettori di fumetti, incarnato da Sam, il fratello minore di Michael. Ancorato alla prima fase dell’adolescenza, il piccolo conserva l’innocenza necessaria a non lasciarsi abbindolare dai piaceri mondani. Ma dovrà crescere in fretta. Chiunque, in uno scenario come quello descritto nel film, sarebbe costretto a maturare prima dei tempi. Il confine tra i fumetti e la realtà è più sottile di quanto non sembri. Un giorno leggi il famigerato numero 14 di Batman, e il giorno dopo ti ritrovi per strada, in una banda di tossicodipendenti.

– C’è lavoro da queste parti?

– Di legale niente.

Jami Gertz

The Lost Boys non sarebbe lo stesso senza Cry Little Sister.

Cry Little Sister, scritta da Gerard McMahon, esalta l’atmosfera del film. La canzone valorizza l’aspetto tragico della pellicola, con un gran gusto per la musica rock anni ’80. In Lost Boys: The Tribe, è stata realizzata una cover del pezzo, che è poi riapparsa in Lost Boys: The Thirst. Una delle ultime versioni di Cry Little Sister è quella creata da Marilyn Manson.

Altre canzoni presenti nel film: People Are Strange (Ecco & the Bunnymen), Power Play (Eddie and The Tide), Good Times (INXS, Jimmy Barnes).

Il titolo del film è un riferimento a Peter Pan di J. M. Barrie.

I vampiri in The Lost Boys

Il vampiro, nel film, non è il classico “succhiasangue stokeriano“. La leggendaria creatura dai canini affilati, in The Lost Boys, vive nei bassifondi ed è l’archetipo del tossicodipendente, vagabondo, delinquente, che fatica a sbarcare il lunario. L’obiettivo del mostro è corrompere le anime. Risulta arduo, dunque, non interpretare i vampiri come allegorie. Ovviamente lo erano anche in passato, ma perlopiù di malattie ed epidemie. Nel film di Joel Schumacher, il vampiro assume una connotazione più moderna: è la feccia della società, la cattiveria, la vita sregolata, l’incubo dell’eroina e dell’AIDS che affliggeva la società di quegli anni. Eppure, i redivivi, nel lungometraggio, non perdono alcune delle loro caratteristiche tipiche: suscettibilità all’aglio, forza sovrumana, manipolazione mentale e, soprattutto, immortalità.

Eppure, anche loro, non sono totalmente liberi. C’è qualcuno di più potente che li controlla. Persino i vampiri, nella società contemporanea, sono sottomessi ad un capo.

Guardare The Lost Boys significa fare un tuffo negli anni ’80: un universo di pianeti impazziti e stelle abbacinanti, ma spesso cadenti, in cui combattere i vampiri e le loro tentazioni era possibile soltanto con la forza dell’amore fraterno.