La seconda uscita dell’anno nelle sale cinematografiche italiane è di nuovo un reboot di un vecchio film del passato. Dopo il grande inizio anno con Nosferatu di Robert Eggers infatti, approda nelle sale Wolf Man, diretto da Leigh Whannell che torna a dedicarsi ai cari vecchi mostri della Universal dopo L’ Uomo Invisibile del 2020. In questo titolo il regista si concentra sui rapporti familiari e sul cambiamento del protagonista, la maledizione della luna vista come un’ infezione, una malattia che stravolge completamente chi ne viene contagiato. Un approccio particolare per parlare di uno dei mostri più famosi di sempre che sta già dividendo il pubblico di appassionati.


Se l’ uomo lupo è uno dei vostri mostri preferiti, eccovi 10 film sui licantropi da recuperare assolutamente.

L’uomo Lupo (1941)

Larry Talbot torna a casa in Galles dall’America, dopo la scomparsa del fratello maggiore. Qui si riunisce con il padre e conosce una bella ragazza di nome Gwen che gestisce un negozio di antiquariato. Come scusa per parlarle, Larry acquista un bastone da passeggio decorato con una testa di lupo d’argento che rappresenta un lupo mannaro. Più tardi, quella stessa notte, Larry viene ferito dall’attacco di un lupo ma scoprirà presto che non era un semplice animale e che la maledizione del licantropo esiste realmente.

Partiamo sempre dalle basi, poiché è impossibile tralasciare uno dei più importanti film sulla licantropia. E sebbene un pubblico giovane possa trovare questa pellicola invecchiata male, gli si può sicuramente perdonare qualche ingenuità in favore di quanto ha apportato al genere. Ma non solo, in quanto ancora degne di nota sono l’ atmosfera nebbiosa, la fotografia ed il trucco che, per l’epoca, è davvero apprezzabile. Non il migliore capitolo tra i mostri della Universal, ma di sicuro la pellicola diretta da George Waggner ha consacrato il lupo mannaro all’ olimpo dei mostri più famosi di sempre.
Curiosità: Il licantropo che contagia il protagonista è interpretato dal mitico Bela Lugosi, e si chiama Bela anche nel film.

Un lupo mannaro americano a Londra (1981)

David Kessler e Jack Goodman sono due studenti americani che partono per una vacanza avventurosa nelle campagne dell’Inghilterra settentrionale, più precisamente nella contea dello Yorkshire. Alcuni abitanti di un piccolo villaggio consigliano loro di rimanere sulla strada, di notte, e di non avventurarsi nella brughiera. È una notte di luna piena e i due sembrano essersi dimenticati dei consigli e, dopo aver sentito dei sinistri ululati, vengono attaccati da una misteriosa bestia feroce. Risvegliatosi in un ospedale di Londra, David fa amicizia con un’infermiera e sembra ristabilirsi ma è in realtà è turbato da una serie di incubi legati all’incidente dove vede l’amico morto che gli predice la trasformazione in lupo mannaro…

John Landis dirige questo cult assoluto che resta, ancora oggi, uno dei migliori sul genere. In perfetto equilibrio tra orrore e ironia, è audace, coraggioso e innovativo. Una delle trasformazioni più belle di sempre grazie agli effetti speciali iper realistici di Rick Baker, vinse infatti l’anno successivo un Oscar al miglior trucco, categoria introdotta per la prima volta con questo film.
Curiosità: L’ululato del lupo mannaro che si sente durante il film era una combinazione del verso di un reale lupo e del barrito di un elefante.

Licantropia Evolution (2004)

Ginger e Brigitte sono due sorelle unite da un fortissimo legame, quasi morboso, che le ha portate a stipulare un patto per il quale dovranno morire assieme. Le due non si integrano con i loro coetanei, hanno uno spiccato gusto per il macabro e rifiutano le convenzioni sociali del loro liceo e della società in generale. Proprio la notte in cui Ginger vive il passaggio fisico tra l’infanzia e l’inizio del periodo fertile, vengono aggredite da un licantropo e Ginger viene morsa. Da quel momento la ragazza inizia a cambiare, da timida e asociale diventa provocatoria, aggressiva e promiscua, ed il rapporto con Brigitte inizia a incrinarsi…

Interessante metafora della licantropia utilizzata come mezzo per narrare il cambiamento psicologico e caratteriale nel passaggio tra infanzia e adolescenza, nell’ accettazione del corpo e nel nascere della sessualità femminile. La licantropia nel film di John Fawcett non si manifesta solo nelle notti di luna piena, ma sottolinea invece una graduale mutazione da donna a lupo, giorno dopo giorno, nel quotidiano di un contesto moderno e metropolitano.
Curiosità: Il film è parte di una trilogia composta da Licantropia Apocalypse del 2004 diretto da Brett Sullivan e Licantropia, prequel ambientato nel passato, sempre del 2004 diretto da Grant Harvey.

Underworld – La ribellione dei Lycans (2009)

Medioevo. E’ in corso una guerra tra le due stirpi discendenti di Corvinus, i lupi ed i vampiri. Attualmente è Viktor, l’ Anziano in carica, al comando del vasto territorio controllato dai bevitori di sangue.
Tra le mura della sua tenuta Sonja, sua figlia, cresce insieme a Lucian riconosciuto da Viktor come il primo dei lycan e per questo da sempre uno schiavo. La differenza tra lycan e lupi mannari è che i secondi sono incapaci di riprendere la forma umana mentre Lucien può trasformarsi a proprio piacimento. Per impedirne la mutazione, viene forgiato un collare con aculei di ferro, la cui chiave è custodita da Viktor, con il quale sigilla la schiavitù di Lucien. Negli anni però tra Sonja e Lucian nasce una relazione che tengono ovviamente segreta, finché un giorno, stanchi di nascondersi, pianificano una fuga che avrà conseguenze catastrofiche.

Il terzo capitolo della saga di Underworld, diretto da Patrick Tatopoulos, si concentra sulla nascita dei Lycans e sull’ origine della infinita e storica guerra tra vampiri e licantropi appunto. Una rivisitazione in chiave gothic horror del mito di Romeo e Giulietta, gli amanti di fazioni nemiche che se ne fregano della diversità in nome del sentimento. Una fotografia sui toni del blu, un montaggio serrato e scene dinamiche nelle battaglie, è un prequel ben fatto per una saga forse un tantino sottovalutata.
Curiosità: Il colore dei capelli di Sonja nel film è nero, ma in Underworld (2003) il primo e principale capitolo della saga, durante le scene di flashback i suoi capelli sono biondi. Con la rimasterizzazione del 2017 hanno sistemato l’errore, sostituendo le scene dei flashback con quelle di questo film.

L’ Ululato (1981)

Karen White è una giornalista televisiva di Los Angeles che collabora con la polizia per catturare un serial killer di nome Eddie Quist, che lascia l’adesivo di uno smile sul luogo dei suoi delitti. Il piano riesce ma Karen ne esce completamente traumatizzata, soffre di amnesia e di brutti incubi. Decide quindi di trasferirsi per un periodo nella Colonia, un centro di riposo isolato nelle montagne, per cercare di recuperare e guarire. Karen non sa però che la Colonia è piena di strani personaggi che non sono umani…

Altro titolo fondamentale della filmografia dedicata ai licantropi, diretto da Joe Dante, il film è ispirato dal romanzo The Howling di Gary Brandner. Grazie alla riscrittura ad opera di John Sayles ed all’ aggiunta di elementi ironici e satirici alla sceneggiatura si discosta però decisamente dal libro omonimo. Dante sa bene come gestire i vari momenti del film e rendere le atmosfere giocando con le luci ed i colori in base ai luoghi ed alternando scene pienamente horror e dense di tensione ad altre più leggere e divertenti. Fantastici gli effetti speciali, inizialmente affidati a Rick Baker che però abbandonò il progetto per dedicarsi a Un lupo mannaro americano a Londra. Al suo posto subentrò un altro grande effettista, Rob Bottin, che ci regalò grazie ad un complesso sistema di camere d’aria installate sotto il lattice, una lunga trasformazione in presa diretta decisamente memorabile!

Curiosità: è grazie al loro lavoro in questo film che Joe Dante e Michael Finnell hanno avuto l’opportunità di realizzare il film Gremlins (1984) per Steven Spielberg. Quel film omaggia The Howling con l’immagine di una faccina sorridente sulla porta di un frigorifero, richiamando gli adesivi con lo smile del serial killler Eddie Quist. Anche il personaggio di James MacKrell nei panni del giornalista Lew Landers appare sia in The Howling che in Gremlins, il che suggerisce che entrambi i film facciano parte dello stesso universo.

Wolf – La belva è fuori (1994)

Will Randall è il caporedattore di una grande casa editrice newyorkese. Una sera, mentre guida lungo una strada di campagna nel Vermont, in una notte di luna piena, investe un grosso lupo nero con strani occhi gialli e, nel tentativo di soccorrerlo, viene morso alla mano. Questo influenzerà il comportamento di Will che nel frattempo viene licenziato e scopre il tradimento della moglie. Contemporaneamente i suoi sensi sembrano essersi acutizzati, il suo corpo più giovane e rinvigorito e nella sua mente nascono pericolosi istinti bestiali.

Mike Nichols dirige un cast di tutto rispetto tra i quali Jack Nicholson, perfetto per il ruolo di un lupo mannaro, e la sempre magnetica Michelle Pfeiffer. Una parabola che prende di mira il lato più cinico dell’America, dove impera la legge del più forte e chi è più spietato sul posto di lavoro raccoglie i frutti. Un accurato ritratto sociologico che inserisce un barlume di speranza trovando nell’ amore l’unico antidoto contro la crudeltà. Con le musiche di Ennio Morricone e gli effetti speciali del grande Rick Baker.
Curiosità: Il regista inizialmente chiese a Michelle Pfeiffer di indossare una felpa rossa con cappuccio per l’atto finale del film. Lei rifiutò, pensando che avrebbe danneggiato la credibilità ed il risultato della messa in scena.

Dog Soldiers (2002)

Una squadra di soldati inglesi sta compiendo un’esercitazione nelle foreste della Scozia piú sperduta con armi caricate a salve, quando si imbatte in un Capitano gravemente ferito, scampato al massacro della sua squadra, la pattuglia avversaria. Cercando di aiutarlo, quella stessa notte i militari vengono assaliti una prima volta. Non riuscendo a chiamare aiuto via radio lasciano il campo e, dopo aver incontrato casualmente la zoologa Megan, si rifugiano in una fattoria abbandonata. Durante l’ennesimo attacco si rendono conto che gli assalitori sono dei lupi mannari.

Neil Marshall esordisce alla regia con questo film che coniuga i film militari con il folklore del lupo mannaro regalandoci una perla splatter che omaggia diversi cult dell’horror. Furba la scelta della cinepresa a mano per aggiungere foga e turbamento alle scene più truculente ed interessante quella di adottare una soggettiva in bianco e nero per rendere la visione del lupo mannaro. Originale la scelta di introdurre il concetto di branco, i lupi mannari agiscono in gruppo così come i militari, mettendo in scena un parallelismo godibile e non ancora visto nei film sul genere.
Curiosità: Uno dei soldati di questo film si chiama Bruce Campbell, un chiaro riferimento all’attore che ha interpretato Ash. Questo perchè La casa (1981) sembra aver parzialmente ispirato la trama di Dog Soldier.

In compagnia dei lupi (1984)

Rosaleen è una ragazzina, figlia di una ricca famiglia inglese, che vive in una grande casa al limitare di una brughiera. Un giorno la ragazza si addormenta nella sua stanza e comincia a sognare. Nel sogno si ritrova verso la fine del 1700 e vive con i genitori e la sorella in un paesello al limitare di un bosco infestato dai lupi, che spesso sconfinano in paese uccidendo bestiame ed attaccando a volte anche qualcuno degli abitanti. Dopo aver perso la sorella, Rosaleen decide di trascorrere la notte a casa della nonna che, lavorando a maglia per la nipote una mantellina di lana rossa, insegna alla nipotina come riconoscere i lupi mannari e le racconta diverse storie su queste creature.

Neil Jordan ci regala una pellicola unica che amalgama horror e fantasy, a metà tra film antologico e vera e propria fiaba. Una Cappuccetto Rosso che racconta e si fa raccontare storie paurose che hanno il lupo mannaro come argomento in comune. Un viaggio sognante attraverso tutti i diversi tipi di licantropi inventati dalla mitologia, dal foklore e dai media. Nonostante il budget limitato Jordan riesce a creare con soli dodici alberi una foresta magica, un’atmosfera mistica ed una messa in scena ricca di simboli ed elementi fantastici, inserendo nelle riprese anche due veri lupi.
Curiosità: molti dei lupi che si vedono nel film sono in realtà dei pastori belgi cui venne colorata la pelliccia per l’occasione. Gli occhi dei lupi e dei cani furono fatti brillare mediante l’impiego di particolari angolazioni di luce.

Unico indizio la luna piena (1985)

E’ la primavera del 1976 e Marty Coslaw è un giovane costretto sulla sedia a rotelle che vive con la sua famiglia a Tarker’s Mills, una tranquilla cittadina rurale del Maine. Presto la loro vita e quella dei cittadini subirà una svolta dopo una serie di atroci omicidi che avvengono durante le notti di luna piena. Sarà proprio Marty, dopo aver subito un attacco, il primo ad asserire la presenza di lupi mannari.

Tratto dall’omonimo romanzo breve di Stephen King, che qui cura anche la sceneggiatura, il film è diretto da Daniel Attias che debutta così alla regia mentre gli effetti speciali sono del premio Oscar Carlo Rambaldi (Alien, King Kong). Unico indizio la luna piena è a metà tra un horror e la classica avventura degli anni ottanta, spensierata ma che regala qualche brivido. Un film dall’anima nostalgica che, più che sull’ orrore del licantropo, si concentra sulla psicologia del piccolo protagonista.
Curiosità: questo è stato il primo e unico film diretto da Daniel Attias. Successivamente lavora principalmente per la televisione, dirigendo numerosi episodi delle più note serie televisive dagli anni ottanta a oggi, ricevendo anche due candidature agli Emmy Award.

Voglia di vincere (1985)

Marty Howard, è uno studente liceale semplicemente nella media. Vive in una piccola città del Nebraska, ed il suo unico motivo di popolarità è giocare per i Beavers, la squadra di basket della sua scuola che però non vince mai. Marty adora Pamela Wells, la bella della scuola, anche se lei esce con il suo rivale Mick che gioca per i Dragons, una squadra avversaria che lo maltratta in campo. Rifiuta invece le avance della sua migliore amica Boof, a cui non è interessato. E’ un giorno come gli altri e Marty inizia a subire strani mutamenti, i peli gli crescono lunghissimi, le unghie anche, fino a che si trasforma in un licantropo. Il padre lo rassicura: è un fattore ereditario della sua famiglia. Marty sfrutterà le nuove capacità a suo favore per diventare il più popolare della scuola.

Chiudo la lista con una commedia adolescenziale che rivisita il mito del licantropo in chiave divertente in con questo film che, negli anni, è diventato un piccolo cult grazie anche alla presenza del mitico Michael J. Fox, diventato famoso poi l’anno successivo con Ritorno al Futuro. Rod Daniel dirige un vero e proprio inno per i ragazzi di quegli anni, tra canzoni indimenticabili e feste dove le lattine di birra si aprono con i denti, tracciando però un sotto-messaggio sull’ accettazione del proprio io e sull’ auto realizzazione di sé.
Curiosità: Nella versione originale il nome del protagonista è Scott. Nella versione italiana fu adattato come Marty per sfruttare la popolarità del personaggio di J. Fox in Ritorno al Futuro.

Ed è proprio di questi giorni la notizia che il nuovo film di Robert Eggers, previsto per Natale 2026, sarà incentrato proprio sulla licantropia. Il titolo previsto al momento è Werwulf ed Eggers sarà coinvolto anche nella sceneggiatura del film. Certa che ci regalerà un altro filmone non ci resta che prepararci alla visione con i film della lista che vi ho preparato!

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