Coulrofobia: la paura dei pagliacci. Una fobia che ha dell’assurdo, a ben pensarci. Dopotutto, il compito dei clown non è forse quello di far divertire il loro pubblico, un pubblico quasi sempre composto da bambini? Ebbene, in mezzo a milioni di pagliacci innocui, sempre allegri e sinceramente amichevoli con i più piccoli, qualcuno fa eccezione: nelle fogne di Derry, nel Maine, vive un clown spaventoso, che rapisce e uccide i bambini della città. Non c’è scampo per chi cade nella sua rete, fatta eccezione per un gruppetto sgangherato di ragazzini che, nell’estate del 1960, riescono a respingerlo e indebolirlo. Fino al momento in cui il mostro della loro infanzia tornerà a colpire, e i 7 fortunati, ormai adulti, saranno costretti tornare a Derry per mettere fine alla catena di omicidi che ha insanguinato la loro città natale.
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Tutti per uno, uno per tutti

Il 21 febbraio 1993 arriva in Italia la prima puntata dell’iconica miniserie Stephen King’s It, diretta da Tommy Lee Wallace. Il successo mondiale della miniserie in due puntate è da attribuirsi senza alcun dubbio alla magistrale interpretazione di Tim Curry nel ruolo di Pennywise, che ha contribuito a rendere immortale il pagliaccio sanguinario nato dalla florida immaginazione del maestro dell’horror Stephen King.

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Il romanzo It, un tomo di oltre mille pagine pubblicato nel 1986 e unanimemente riconosciuto come il grande capolavoro del Re, ha ricevuto ben due adattamenti: l’adattamento televisivo di Tommy Lee Wallace, diventato un cult di fama internazionale nonostante la scarsa fedeltà al romanzo, e l’adattamento cinematografico diviso in due parti, entrambe dirette da Andy Muschietti ed altrettanto apprezzate dal pubblico. Ad oggi, non esiste bambino o adulto che non conosca il nome dell’inquietante pagliaccio dai capelli rossi interpretato da Tim Curry. Recentemente riportato in auge dall’uscita nei cinema dei film di Muschietti, It è tra i libri più letti di sempre.

Forse il segreto del successo dell’opera di King (e dei suoi adattamenti) è da ricercare nella scelta dei protagonisti, un gruppo di giovani disadattati alle soglie dell’adolescenza, che, con grande coraggio, fanno fronte comune contro un mostro assetato di sangue impegnato a sterminare tutti i bambini della loro cupa cittadina. In un’età che li vuole deboli e dipendenti dagli adulti, i protagonisti di It prendono attivamente parte all’epocale battaglia tra Bene e Male, e diventano degli eroi debellando (seppur temporaneamente) una minaccia dalla quale nessun adulto è in grado di difenderli (non a caso, solo i bambini di Derry possono vedere Pennywise). Nella banda dei Perdenti (così si chiamano tra loro i 7 protagonisti), c’è spazio per chiunque, non importa quanto strano o emarginato. I 7 fortunati non potrebbero essere più diversi dai loro coetanei: Bill, balbuziente e traumatizzato dalla recente perdita del fratellino Georgie; Ben, timido e sovrappeso; Richie, occhialuto e dalla battuta sempre pronta; Eddie, dall’aspetto gracile e alla mercé di una madre protettiva ai limiti dell’ossessione; Mike, condannato ad essere perseguitato per il colore della sua pelle; Stan, ebreo e più maturo dei ragazzi della sua età; e infine, unica ragazza in un gruppo di soli ragazzi, la rossa Beverly, incredibilmente forte e resiliente di fronte ai continui maltrattamenti del padre.

Se presi singolarmente, i Perdenti sono alla deriva, deboli come solo da bambini si può essere, e per questo esposti ai continui attacchi del loro astuto nemico. Solo insieme i protagonisti di It sentono di appartenere finalmente a qualcosa, e sarà proprio questa unione a plasmarne il destino. Il loro legame sfiderà il tempo e, grazie ad esso, quando si troveranno nuovamente a fronteggiare il Male che dilaga sotto la città, riusciranno a sconfiggere definitivamente Pennywise. Ancora una volta, come nel racconto Il corpo e nei romanzi L’acchiappasogni e La lunga marcia (quest’ultimo pubblicato con lo pseudonimo di Richard Bachman), in It il Re rende omaggio alla forza dei legami giovanili, legami che ti segnano per tutta la vita e che, a volte, la vita te la salvano.

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Pagliacci assassini

Pennywise è una creatura da incubo, un clown in apparenza amichevole che si serve della nota ingenuità dei bambini per attirarli in trappola con stratagemmi furbi (offrendogli un palloncino, ad esempio). Solo i 7 protagonisti resistono alle sue moine e mostrano un’inaspettata forza, sebbene terrorizzati dalle sue mille facce. Pennywise, infatti, prende la forma di ciò che ognuno di loro teme di più. Il clown di King è puro Male, un’entità diabolica che si alimenta del terrore che infonde nelle sue vittime innocenti.

“Sono l’incubo peggiore che abbiate avuto. Sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà. Conosco le vostre paure, vi ammazzerò ad uno ad uno.

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Lo scrittore ha dichiarato di aver scelto un clown come cattivo pensando al troll di una favola per bambini, I tre capretti furbetti. Nella favola, il mostruoso troll vive sotto un ponte, ponte che la geniale mente di King trasformerà in qualcosa di molto più vasto: la città di Derry.

Quel giorno Ben entrò nel momento in cui aveva inizio l’ora della storia. La signorina Davies, la giovane e graziosa bibliotecaria, leggeva “I tre capretti sgarbati.”

«Chi è che vien trotterellando sul mio ponte?»

Cap. 4 di IT, “Il capitombolo di Ben Hanscom”

Pare che, dopo essersi trasferito a Bangor con la famiglia, e aver sentito le strane storie che giravano sul caotico sistema fognario della città e sui tunnel che si allungavano nel sottosuolo, King decise che le fogne sarebbero diventate la casa del suo mostro mangia-bambini.

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Secondo l’autore di It, nulla spaventa un bambino più di un clown. Il loro dualismo, il trucco eccessivo che maschera le naturali espressioni facciali, il sorriso finto e i movimenti nervosi, renderebbero i pagliacci delle creature ambigue e perturbanti di fronte alle quali lui stesso, un uomo adulto, urlerebbe di paura. E’ indubbio che l’indimenticabile Pennywise di Tim Curry abbia mostrato una faccia ignota del clown da circo, contribuendo a ridefinire per sempre lo stereotipo del pagliaccio nell’immaginario collettivo, e così facendo abbia spianato la strada a numerosi clown inquietanti del cinema, forse non sempre efficaci quanto lui, ma ugualmente da evitare. A seguire, alcuni fra i più terrificanti pagliacci cinematografici e televisivi degli ultimi anni:

  • Pennywise (IT cap. 1 e IT cap. 2): Il Pennywise di Muschietti, interpretato da Bill Skarsgård, non è colorato e, sebbene in apparenza, buffo come il suo gemello. Nell’aspetto, il nuovo It è più simile al pagliaccio del romanzo: indossa un costume argenteo di foggia antica, e il suo sguardo immobile e vitreo tradisce tutta la sua follia. Il Pennywise di Skarsgård somiglia più a un animale che a un uomo: sbava come un cane idrofobo, bracca le sue vittime con subdola ferocia e, proprio quando meno se lo aspettano, le attacca e mutila con una fila di denti irregolari e affilati come rasoi, incredibilmente simili a quelli di un altro superpredatore: lo squalo. Il Pennywise del 2017 divide e conquista: il nuovo It non è di certo il Pennywise di Tim Curry, ma, nella sua essenzialità, questo mostro risulta altrettanto convincente.
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  • Capitan Spaulding (La casa dei 1000 corpi, La casa del diavolo e 3 from Hell): Solo l’immaginazione di Rob Zombie poteva partorire un clown grottesco e satirico come Capitan Spaulding, interpretato dal compianto Sid Haig. Nell’opera prima di Rob Zombie, La casa dei 1000 corpi, Spaulding gestisce una stazione di servizio che ospita il Captain Spaulding’s Museum of Monsters and Madmen, un museo degli orrori dedicato ai macabri delitti di terrificanti serial killer, fra cui il sadico assassino locale conosciuto come Doctor Satan. L’attrazione turistica ha il solo scopo di attirare delle possibili vittime, perché la vera vocazione del suo proprietario e della sua “famiglia” (Baby Firefly e Otis spiccano tra gli altri per la loro follia) è l’omicidio. Truccato con i colori della bandiera americana e star dello show del Captain Spaulding’s Museum, Spaulding è un freak indimenticabile, un clown eccentrico che ha fatto delle sue manie infantili uno stile di vita e, soprattutto, un aiutante devoto e fedele ai suoi compagni. Sebbene nel primo film della serie il suo ruolo sia di importanza solo marginale, il pagliaccio di Haig ha conquistato sin da subito un pubblico non sempre gentile con i film di Rob Zombie.
Capitan Spaulding
  • Art the Clown (Terrifier e All Hallow’s Eve): Art il Clown è forse il più inquietante tra i clown cinematografici degli ultimi anni. Basta il suo aspetto a inquietare gli spettatori: con la sua faccia bianca (fatta eccezione per occhi e bocca dipinti di nero), il sorriso esagerato e il sacco dal contenuto ignoto che si porta sempre dietro, Art è un pagliaccio che ha più del mimo che del clown. Nel corso dei due film, infatti, questo psicopatico mascherato non emette alcun fiato. Persino la sua risata maniacale è silenziosa, e forse è proprio questa sua caratteristica a incutere più timore. La voce del clown rimane un mistero, come la sua vera identità. Di lui si sa solo che è un serial killer spietato e sadico che uccide chiunque abbia la sfortuna di incrociare la sua strada e catturare il suo interesse. Al pari di Spaulding, Art spaventa perché è un uomo in carne ed ossa, non un mostro di fantasia come It. Un losco individuo che chiunque potrebbe, seppur inconsapevolmente, attirare.
Art the clown
  • The Heads (31): La notte del 31 ottobre 1976, 5 giostrai itineranti vengono rapiti da un gruppo di maniaci e condotti in un edificio labirintico, in cui un trio di anziani signori in bianco, vestiti e truccati come aristocratici francesi del XVII secolo, annunciano loro che un oscuro gioco chiamato 31 sta per cominciare, e che durerà per le successive 12 ore. Ben presto, lo scopo del gioco diventa chiaro: sopravvivere ai “The Heads”, un gruppo di pagliacci killer intenzionati a torturare e uccidere tutti i giocatori prima dell’alba. Sick-Head, Psycho-Head, Schizo-Head, Death-Head, Sex-Head e il terribile Doom-Head sono assassini fantasiosi e instancabili, in una pellicola eccessiva e cruenta come solo i film di Rob Zombie sanno essere.
  • Twisty (American Horror Story): Twisty, il clown pazzo di Freak Show e Cult, resta uno dei personaggi più amati del franchise di Ryan Murphy e Brad Falchuk. Goffo e mastodontico, il clown interpretato dall’attore John Carrol Lynch ha una storia piuttosto infelice: costretto a lasciare il lavoro dopo essere stato accusato di pedofilia dai colleghi circensi, Twisty tenta il suicidio infilandosi la canna di un fucile in bocca. Il tentativo fallisce, ma lo lascia orribilmente sfigurato. Nel tentativo di nascondere la mascella mutilata e la bocca ormai ridotta a un buco rosso e frastagliato, il pagliaccio ricorre a una maschera raccapricciante per coprire la parte inferiore del viso.

Il clown di Lynch è molto suscettibile: uccide a sangue freddo chiunque lo provochi o lo offendaChiaramente ispirato a Pogo, il clown alter ego del serial killer americano John Wayne Gacy, in Freak Show, Twisty rapisce e imprigiona bambini e giovani donne, per poi costringerli ad assistere ai suoi trucchi di magia nella folle convinzione di divertirli anziché traumatizzarli.

Ebbene, se non amate troppo i clown, state alla larga da questi gentili signori.

Nulla gli impedirebbe di strapparvi… una risata!!!

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