Film del 2009 di Jaume Collet-Serra, Orphan è un thriller psicologico che si trasforma in film horror.
Dopo “La Maschera di Cera” il regista ci stupisce sfoderando una conoscenza davvero precisa di quelle sono le regole di genere e ci regala questo must see che riserva il suo posto tra le migliori pellicole horror di quell’anno.

C’è qualcosa di sbagliato nella piccola Esther…

L’ incipit è doloroso. Kate e John perdono il loro terzo figlio poco prima del parto. Questo trauma devastante mette in crisi la coppia e mina la stabilità mentale di Kate. Per non lasciare in sospeso quell’ amore rimasto incompiuto decidono di riversarlo su qualcuno di davvero bisognoso decidendo di adottare un bambino già grande dall’ orfanotrofio. La loro scelta ricade su Esther, educata, intelligente e dal sensibile animo artistico i due non sanno che questa scelta segnerà drammaticamente le loro vite ed il destino di tutta la famiglia…

La pellicola gioca sul filo dei bambini malvagi ed in campo horror non è certo una novità. La trama sembra piuttosto semplice ma ciò che non è semplice affatto è riuscire a stupire e costruire un film mettendo in atto alcune situazioni classiche senza cadere nella ripetitività ma, anzi, sfruttando magistralmente atmosfera e ottime prove attoriali.
E’ proprio l’ ammirevole costruzione dell’atmosfera, che strizza l’occhio ad alcuni principi di scuola hitchcockiana, che avvolge lo spettatore e riesce a renderlo partecipe della storia. Aggravando scena dopo scena paranoia e tensione coinvolge e si lascia quindi perdonare qualche imperfezione di sceneggiatura.
Girato in Canada doveva inizialmente essere un film autunnale con il più classico dei suoi scenari. Alberi spogli, foglie rosse e gialle a ricoprire i prati, un sole pallido ma presente. Contro ogni previsione, però, nevicò tantissimo e la coltre di neve che ricopre ogni cosa aggiunge, a mio parere, un tocco gelido in più che contrasta con il calore dei sentimenti in gioco. E poi, ammettiamolo, il sangue sulla neve fa sempre un bell effetto.

Un cast perfetto

E’ facile far fallire un film per colpa di un cast non credibile. In questo caso, invece, il cast diventa un punto di forza. Peter Sarsgaard, con quella sua espressione un po’ addormentata un po’ piaciona è perfetto per rivestire il ruolo del capofamiglia in bilico nella situazione familiare precaria in cui si trova. Vera Farmiga è l’ideale per il ruolo di madre e moglie forte ma traumatizzata. Possiede quel giusto mix tra dolcezza, fragilità e tenacia che la rende credibile in tutte le fasi del film, dalla devastazione per la perdita alla lotta fisica se richiesta. Ma la vera menzione speciale va ai bambini. Aryana Engineer, la piccola sorellina, senza nemmeno proferir parola riesce a tenere testa a colei che è la vera protagonista assoluta, Isabelle Fuhrman. Lei mette i brividi, da innocente a diabolica è un piacere apprezzare la sua performance fino a quel finale sorprendente che, grazie anche ai make up artists, è davvero impressionante e che vi farà ricordare il suo personaggio ed il film Orphan per molto tempo.

Tratto da una storia vera.

Se pensare ad una possibile realtà vi ha agghiacciato, leggete qui. Orphan è in realtà tratto da una storia vera, quella di Barbora Skrlová. Nata nella Repubblica Ceca Barbora soffre di una malattia, l’ ipopituitarismo, che le ha permesso di spacciarsi per una ragazzina di 12 anni, anche se in realtà la sua età era più del doppio. Barbora riusci a farsi adottare da una coppia di sorelle mentalmente poco stabili e psichicamente deboli, e manipolarle a tal punto da convincerle a rinchiudere i due bambini di Kate Mauerova nello scantinato di casa seviziandoli brutalmente per anni. Quando finalmente qualcuno si accorse e chiamò la polizia le due sorelle furono arrestate ed i bimbi tratti in salvo assieme a quella che, i poliziotti, ritenerro una ragazzina di 13 anni. La donna fingendosi vittima riuscì a scappare dal processo e fu successivamente ritrovata in Norvegia, dove per parecchio tempo frequentò una scuola fingendosi un ragazzo adolescente di nome Adam. Riportata in patria, processata e condannata venne poi rilasciata nel 2011. Da allora non si hanno sue notizie… sarà riuscita a intrufolarsi in qualche nuova, sciagurata, famiglia?

Da Orphan alla realtà

Orphan non è solo ispirato ad una storia vera ma, a quanto pare, ha anche ispirato una realtà. E’ solo di un anno fa la notizia dell’ incredibile storia di Kristine Barnett e dell’ex marito Michael Barnett. I due, accusati di aver abbandonato la figlia Natalia Grace di 9 anni in Indiana per poi andarsene in Canada, rivelarono al mondo la loro sconvolgente verità. Al momento dell’ adozione pensavano che Natalia avesse 6 anni, in realtà ne aveva 22 ed era malata di nanismo con problemi di deambulazione.
E nell’arco di quei 3 anni prima dell’abbandono Natalia avrebbe cercato di uccidere diverse volte i genitori adottivi. Kristine ha dichiarato che Natalia le ha versato candeggina nel caffè, ha provato a spingerla su un recinto elettrico ed ha minacciato di pugnalare lei e il marito nel sonno.

Che Natalia sia stata ispirata dal film o meno è inquietante quanto finzione e vita reale siano spesso intercambiabili tra loro. Quando il detto “non si conosce mai nessuno fino in fondo” assume un nuovo, terrificante, significato…