L’articolo contiene spoiler sulla quarta stagione di American Horror Story.

American Horror Story: Freak Show è la quarta stagione della serie e, come Coven, costituisce una rottura con lo stile che fino a quel momento aveva contraddistinto l’opera di Murphy e Falchuk. Tralasciando l’estetica camp e la presenza di scene gore, Freak Show è la stagione più drammatica ed allo stesso tempo la più poetica di tutte ma anche quella meno horror.

L’ultima Jessica Lange: Elsa Mars

Già prima dell’inizio delle riprese di questa quarta stagione, la Lange aveva annunciato che Freak Show sarebbe stata l’ultima stagione di American Horror Story in cui lei sarebbe comparsa (anche se, come vedremo, l’attrice tornerà per due episodi della stagione 8 e, QUI, si parla già di un suo possibile ritorno nella stagione 10). Per questo motivo Murphy e Falchuk decisero di dare molta importanza proprio al personaggio di colei che era considerata la regina della serie.

Elsa Mars è indubbiamente la vera protagonista di Freak Show. Elsa è una tedesca (interpretata dalla Lange con un accento particolarmente marcato) che gestisce un circo di freak. In questa stagione la Lange ci regala forse la sua migliore interpretazione (dopo quella di Suor Jude in Asylum) dimostrando fino all’ultimo di aver donato tutta se stessa ad American Horror Story.

Torneremo dopo a parlare del personaggio di Elsa: un personaggio troppo complesso e variegato per essere descritto in un unico paragrafo.

I freaks: quando il diverso spaventa

La fonte di ispirazione di questa stagione è indubbiamente il celebre film Freaks di Tom Browning. I freaks sono i protagonisti di questa stagione: le gemelle siamesi Bette e Dot (interpretate da Sarah Paulson), il ragazzo foca (Mat Fraser) e il ragazzo affetto da ectrodattilia (Evan Peters), sono solo alcuni dei “mostri” che prendono parte allo spettacolo di Elsa Mars.

Anche in questo caso si può ben notare come il diverso e il deforme siano associati al mostruoso: tutti i freaks sono “rinchiusi” nel circo di Elsa in quanto esibire le loro deformità è l’unico modo per loro per poter condurre una vita appena decente vissuta al di fuori dall’ombra. Le persone non sono pronte ad accogliere i “mostri” tra di loro, ad inserirli nella propria quotidianità, ma si divertono comunque quando li vedono coinvolti in grotteschi giochi da circo. I freaks vengono, da questo punto di vista, trattati come animali: non sono graditi nella società perché troppo diversi ma in fondo vengono apprezzati solo se rinchiusi come animali in uno “zoo degli orrori”.

L’intolleranza di una piccola cittadina degli anni ’50 emerge in Freak Show in tutta la sua potenza: fin dalla prima puntata uno dei freaks verrà ingiustamente accusato di omicidio dalla polizia per via del suo aspetto e, sempre per questo motivo, verrà ucciso in prigione.

Il tema della maternità

Come in ogni stagione anche in Freak Show il tema della maternità non può mancare. Elsa Mars accoglie nel suo circo i vari freaks e se ne occupa come una madre fa con i propri figli. Tuttavia questo atteggiamento materno non viene riservato a tutti i freaks, bensì solo a quelli più innocenti ed indifesi (come la piccola Ma Petite e l’ingenua Pepper). Elsa, infatti, è una “madre egoista” che accoglie i freaks solo per il proprio interesse: quello di rendere il suo show sempre più attraente. L’egoismo della donna raggiunge il suo apice nel momento in cui vende al perfido Dandy le gemelle siamesi per puro interesse.

Anche Bette e Dot hanno avuto una madre problematica che fin da piccole le ha rinchiuse nascondendole al mondo, per non mostrare alla gente quella che lei considerava la sua vergogna più grande. La madre delle gemelle siamesi ricorda, da questo punto di vista, Constance Langdon (personaggio interpretato dalla Lange nella prima stagione) la quale si era sempre vergognata della figlia Adelaide e, soprattutto, del figlio Beau che lei stessa aveva fatto uccidere perché ritenuto troppo mostruoso.

Gloria Mott e il figlio Dandy

L’altro personaggio strettamente legato al tema della maternità è quello di Gloria Mott (Frances Conroy), la madre del Dandy (Finn Wittrock) appena citato. Ella non mostra alcun risentimento nel raccontare al figlio come egli sia frutto di un incesto indirizzato a preservare la purezza della stirpe dei Mott e, successivamente, coprirà i misfatti del figlio amandolo fino all’ultimo momento, quando proprio Dandy le sparerà un colpo in testa.

Tu mi hai prosciugata. Io non ho più amore da darti

Saranno queste le ultime parole di Gloria esausta nei confronti del proprio figlio che non è capace di provare amore ed empatia. Anche in Freak Show la maternità appare deforme, malata e sbagliata proprio come nelle stagioni precedenti della serie.

Twisty, il clown terrificante

Il clown Twisty è uno dei personaggi simbolo di AHS. Murphy affermò di essere affascinato dalla coulrofobia e di aver voluto creare il clown più terrificante di sempre.

In effetti nelle prime tre puntate il personaggio di Twisty riesce a spaventare davvero lo spettatore. Egli ci appare fin da subito come un killer psicopatico che rapisce, tortura e massacra le sue vittime. Twisty prima di colpirle in modo fatale, si esibisce di fronte alle sue vittime come se il ruolo del clown facesse ormai parte della sua quotidianità. Tuttavia in AHS non ci vengono mai presentati personaggi piatti e quindi, nel terzo episodio, ci viene svelata la triste storia di Twisty.

Egli racconta di essere nato con un considerevole ritardo mentale, ma di aver sempre amato far divertire i bambini e, per questo motivo, di essere diventato un clown. Tuttavia gli altri circensi della compagnia in cui lavorava, gelosi del successo di Twisty, lo accusarono di pedofilia costringendolo a licenziarsi e a trasferirsi. Gli insuccessi portarono l’uomo a spararsi in bocca ma il tentativo di suicidio fallì miseramente sfigurando in modo irreversibile il suo viso. Non potendo più suscitare una risata sul viso delle persone, egli decise quindi di portare la morte.

La triste storia di Twisty mette in evidenza nuovamente una società in cui il diverso non viene accettato, ma deriso e accusato da tutti senza prove evidenti. L’emarginazione dalla società condurrà Twisty alla pazzia. Ciò che spaventa viene rispettato, il diverso, invece, è destinato ad una continua umiliazione.

Dandy, il mostro più bello di tutti

È proprio grazie al personaggio di Gloria Mott se Twisty viene a contatto con il giovane e viziato Dandy. La donna, infatti, incontrando Twisty per strada, lo pagherà per far divertire il figlio, amante del circo e del mondo dello spettacolo. Fin dal loro primo incontro Dandy rimarrà affascinato dall’oscurità di Twisty; per questo motivo lo seguirà fin da subito, aiutandolo a catturare le vittime del feroce clown. Quando nel quarto episodio Twisty verrà ucciso, Dandy indosserà fieramente la sua maschera, pronto a prendere il posto del clown.

Ed è proprio Dandy il portatore allegorico del messaggio principale di Freak Show, in quanto è proprio lui, bello, ricco e giovane, l’essere umano più mostruoso di tutti, il più spietato e il vero “freak” della stagione. Il concetto di “mostro” risulta così molto fluido: apparentemente i freaks del circo sono essere deformi e quindi associati al dolore, alla morte e al male puro ma, in realtà, è Dandy il vero mostro della stagione. Murphy e Falchuk sembrano voler smascherare l’ipocrisia di una società che, dietro a un falso perbenismo e un corpo atletico e ben curato, cela segreti colmi di odio e violenza.

Le persone che ogni sera si recano al circo per assistere allo spettacolo di Elsa Mars sono le stesse che preferiscono vedere i mostri davanti a loro, per sfuggire al mostro che lentamente li divora ogni giorno. Come fanno notare Daniel Montigiani ed Eleonora Saracino nel loro saggio “American Horror Story: Mitologia moderna dell’immaginario deforme”:

“Il Freak Show di AHS diviene paradigma di quella umana compassione generata dal sentimento confuso di empatia e di repulsione che appartiene al senso borghese e ipocrita di un’America che si rifiuta di guardare – se non con la morbosità di chi osserva un fenomeno – il suo lato deforme.”

L’omofobia che porta la morte

Altro tema comune in ogni stagione di AHS è quello dell’omofobia. Dell, l’uomo forzuto e padre di Jimmy, nasconde da tutta la vita la sua omosessualità e, quando il suo segreto sarà in pericolo, egli farà di tutto per continuare a nascondersi. Stanley (Denis O’Hare) è, insieme a Dandy, il principale antagonista di questa stagione: egli arriverà al cospetto di Elsa fingendosi un importante produttore di Hollywood e si insedierà lentamente all’interno del circo con l’obiettivo di uccidere i freaks e venderli a un museo che espone i corpi deformi in delle teche. Sarà proprio Stanley che ricatterà Dell, dopo averlo visto in un locale gay.

L’uomo forzuto arriverà persino a uccidere la piccola e indifesa Ma Petite per ordine di Stanley causando la disperazione di Elsa. Le azioni di Dell, seppure ingiuste e deplorevoli, sono comprensibili se analizziamo l’ambientazione di Freak Show: una piccola cittadina americana degli anni ’50. L’omofobia dilagante risulta ovvia in molti contesti: per esempio quando Desiree (moglie di Dell, interpretata da Angela Bassett) afferma che nella piramide sociale peggio di un “mostro” c’è solo una “checca”.  Per la società dell’epoca, quindi, Dell è un mostro non solo esteriormente, ma anche interiormente. Il peggior esemplare di tutti.

Murphy e Falchuk, un passato di musical

Dopo l’esibizione canora di grande successo di Jessica Lange in Asylum e quella di Stevie Nicks in Coven, Murphy e Falchuk inseriscono famosi brani musicali anche in Freak Show. Tra le canzoni più notevoli vi sono, indubbiamente, quelle di Jessica Lange che, già nel primo episodio, canta Life on Mars di David Bowie e, nel terzo, Gods and Monsters di Lana Del Rey. Anche Jimmy (Evan Peters) si esibisce con Heroes, altro celebre pezzo di Bowie.

E’ interessante notare come tutte le canzoni appena citate siano uscite dopo gli anni ’50 (periodo in cui è ambientata la stagione). Una scelta singolare da parte degli autori che, però, in American Horror Story non stona per niente. È doveroso ricordare che Murphy e Falchuk sono molto legati ai musical, in quanto la serie che li ha portati al successo è stata proprio un teen drama musicale: Glee.

Da Twisty a Dandy: l’immortalità del male

Dandy come Micheal Myers

Uno degli elementi che caratterizza AHS è un insieme di personaggi difficilmente classificabili nei rigidi schemi del “buono” e “cattivo”. Murphy e Falchuk non creano figure stereotipate ma personaggi ambivalenti, fatti di luce ed ombre, di dolore e di gioia. Ognuno di loro ci viene presentato con i suoi vissuti, le sue perversioni e le sue debolezze. Questo fa sì che la scena sia popolata da personaggi fuori dagli schemi, imprevedibili e mossi quasi sempre dalla passione e non dalla ragione.

Tuttavia in Freak Show i due creatori affermarono che quello di Dandy era un personaggio del tutto negativo, creato per essere detestato dal pubblico. Un uomo, anzi un bambinone viziato, mosso da un odio cieco e irrazionale scaturito dai suoi deliri di onnipotenza. I due lo definirono un giovane Micheal Myers, un assassino per cui è impossibile empatizzare e che si riconduce bene alla definizione di “cattivo”. Il tributo ad “Halloween”, il celebre film del 1978 diretto da Carpenter, risulterà ovvio (per le inquadrature e la scena in sé) nella scena in cui Dandy uccide la cameriera Dora, scena che ricorda inevitabilmente l’inizio del capolavoro di Carpenter, in cui un giovanissimo Myers uccide la sorella.

Il male che non muore mai

Come Micheal Myers, Dandy incarna il male puro. Lo vediamo quando Twisty viene ucciso dal fantasma di Edward Mordrake (unica figura sovrannaturale della stagione, colui che viene ad uccidere chiunque si esibisca ad Halloween). In quel momento lo spettatore si chiede cosa succederà alla trama, in quanto il villain principale è morto nel quarto episodio. Quando Dandy indossa la maschera di Twisty con un’espressione inebriata capiamo che il male non è morto con Twisty, ma si è “trasferito” in Dandy, in modo ancor più minaccioso in quanto il ragazzo è apparentemente perfetto.

L’immortalità del male è un tema comune in American Horror Story. Già nella seconda stagione avevamo visto come Satana potesse passare da un corpo ad un altro liberamente, sopravvivendo alla morte dei malcapitati di cui egli prendeva possesso. Qui il discorso è diverso: non vi è niente di sovrannaturale, solo la pazzia radicata in ogni uomo; una pazzia dormiente ma che in fondo alberga in tutti noi e che, per una serie di motivi, si sveglia in Dandy con tutta la sua potenza. Il messaggio che vuol trasmettere è chiaro: il male non si può sconfiggere in quanto è condizione necessaria del mondo.

Il dolore causato dalla guerra: Elsa e Chester

Se i temi della guerra e del nazismo erano già emersi in Asylum, qui ritornano prepotentemente, caratterizzati dai personaggi di Elsa e Chester. Fin dal primo episodio ci viene mostrato, con un colpo di scena, come Elsa sia in realtà priva di gambe. Lei nasconde a tutti questo segreto attraverso l’utilizzo di una protesi:  due gambe di legno costruitele dall’artigiano italiano Massimo Dolcefino, che le permettono di muoversi normalmente. In un flashback ci viene mostrato come Elsa da giovane fosse una prostituta e, successivamente, come dei soldati nazisti le avessero amputato le gambe per girare uno snuff movie.

Chester (Neil Patrick Harris) è invece un personaggio che arriva nel circo di Elsa Mars in uno degli ultimi episodi. Fin da subito lo spettatore capisce che Chester è psicologicamente disturbato. L’aver combattuto in guerra non ha danneggiato il suo fisico, ma la sua psiche. Egli ha sviluppato un rapporto di coppia con una bambola, Marjorie (interpretata da Jaime Brewer). Chester è convinto di amare con Marjorie e parla continuamente con lei. Sarà proprio a causa della voce della bambola che nel dodicesimo episodio egli ucciderà Maggie Esmeralda (Emma Roberts). La pazzia di Chester lo porterà anche ad “uccidere” la stessa Marjorie e a costituirsi alla polizia affermando di aver ucciso il suo amore più grande, la sua bambola da ventriloquo.

Intrecci inaspettati

Freak Show è indubbiamente una stagione di svolta in American Horror Story, in quanto fino a Coven lo spettatore era convinto che ogni stagione fosse ambientata in un universo a sé stante e che non ci fosse nessuna connessione tra di esse. In Freak Show Murphy e Falchuk ci dimostrano come tutto sia in realtà collegato (le varie connessioni diventeranno sempre più evidenti stagione dopo stagione).

Il personaggio della microcefala Pepper, che avevamo già visto in Asylum, è presente in Freak Show. Ma come facciamo a sapere che il personaggio di Freak Show sia effettivamente lo stesso di Asylum? Il collegamento ci viene mostrato esplicitamente. Infatti, in una delle ultime puntate, l’ingenua Pepper affranta per la morte del marito (anche lui microcefalo), viene portata da Elsa a casa della sorella della stessa Pepper, che, anche se inizialmente riluttante, deciderà in seguito di accoglierla. Pepper però non verrà mai accettata dalla sorella la quale la accuserà dell’omicidio del proprio figlio (in realtà premeditato proprio da lei).

Pepper verrà quindi rinchiusa nel manicomio di Briarcliff dove verrà accolta da un’innocente suor Mary Eunice (ancora non posseduta dal diavolo). L’epilogo di Pepper, che morirà proprio nel manicomio, è uno dei più struggenti. Appena entrata a Briarcliff lei vedrà la foto di Elsa, diventata famosa nel mondo della TV, sulla copertina di una rivista e premerà la mano contro la guancia, ricordando il caldo bacio dell’unica donna che l’abbia mai accettata e protetta.

Un altro evidente collegamento si ha nella storia di Elsa: il medico nazista Hans Gruber, alias il dottor Arden di Asylum, risulterà essere stato coinvolto nell’amputazione delle sue gambe.

Un finale drammatico

Come abbiamo detto all’inizio Freak Show è indubbiamente la stagione più drammatica. La morte dell’innocente Ma Petite, la triste vicenda di Jimmy (costretto a vendere le sue “mani da aragosta” a Stanley), l’inevitabile assassinio di Dell e la morte di Esmeralda, fanno fin da subito comprendere che in American Horror Story l’happy ending è cosa rara. Nell’ultimo episodio Dandy, ormai padrone del circo vendutogli da Elsa, in un attacco di rabbia sterminerà freddamente quasi tutti i freaks.

È il triste epilogo di un gruppo di esseri umani che non sono mai stati considerati come tali e che del mondo non hanno mai fatto parte. Anche Dandy, rivelatosi da tempo in tutta la sua mostruosità, verrà ucciso dagli unici freaks sopravvissuti (Bette e Dot, Jimmy e Desiree). Lui che tanto amava esibirsi nel suo show di morte e dolore, viene imprigionato in una teca che pian piano si riempie d’acqua, mentre i quattro assistono compiaciuti al suo inevitabile destino.

Elsa Mars, prigioniera dell’insoddisfazione

L’ascesa di una star

Gli ultimi trenta minuti dell’ultima puntata sono dedicati ad Elsa Mars, o meglio, a Jessica Lange. Non è, infatti, solo l’uscita di scena di un grande personaggio, ma è l’addio (quasi) definitivo dell’attrice ad American Horror Story.

Elsa conosce il successo, diventa una figura importante della TV, sposa un uomo ricco e famoso e le viene persino dedicata una stella nella Hall of Fame. Tuttavia, Elsa non riesce a sfuggire dalla sua continua insoddisfazione.  Il marito la tradisce alla luce del sole, lei è dipendente dall’alcool e costretta a girare spot imbarazzanti. I desideri di Elsa si sono realizzati, ma le sue aspettative inarrivabili non si sono mai concretizzate. Il successo e la ricchezza non sono riusciti a riempire una vita che per troppo tempo è stata vuota.

La caduta di Elsa

In poco tempo, poi, tutto cade a pezzi: Elsa viene a scoprire che tutti i suoi figli, i freaks, sono stati brutalmente massacrati, il suo passato fatto di prostituzione e film porno viene alla luce, condannando definitivamente una carriera appena iniziata. L’ascesa di Elsa Mars è fulminea, ma altrettanto veloce è la sua caduta che la condannerà definitivamente all’oblio. Raggiunta dal vero amore della sua vita, Massimo Dolcefino (colui che l’aveva salvata dopo l’amputazione delle gambe), vedrà per un attimo una luce in una vita che è ormai è quasi del tutto buio. Luce che si spegnerà subito quando Massimo le rivelerà di essere malato di cancro e destinato ad andarsene in poche settimane.

Il mostro peggiore di tutti

Per questo Elsa deciderà di esibirsi ad Halloween, nella speranza che lo spirito di Mordrake ponga fine alla sua vuota esistenza. Infatti durante l’esibizione Mordrake, dopo aver cancellato il suo nome nella Hall of Fame, le si paleserà davanti e la ucciderà davanti al pubblico il quale, incapace di veder lo spirito, vedrà solo cadere Elsa a terra inerme.

Prendimi adesso. Io sono il mostro peggiore di tutti” dirà Elsa a Mordrake poco prima di morire.

La morte teatrale di Elsa si addice al personaggio: colei che ha dedicato la sua vita all’arte e allo spettacolo si spegne in scena, proprio come il commediografo francese Moliere, che morì mentre metteva in scena “Il malato immaginario”.

Nell’ultima sequenza vediamo Elsa in una sorta di aldilà che acclamata dal pubblico entra in scena: guardandosi attorno ella vede tutti i suoi freaks, la sua vera famiglia, che la applaudono sorridendo con uno sguardo tenero e affettuoso. Forse, per trovare la pace e la felicità, non sarebbe dovuta andare tanto lontano. Forse ciò che aveva perso era davvero tutto per lei ed era molto più importante di ciò che aveva guadagnato.

 

AHS: Freak Show è una delle stagioni che apprezzo di più. Non rientra tra le mie preferite in assoluto ma forse è quella che porta il messaggio più importante e lo fa mettendo in scena la realtà nuda e cruda. Ancora oggi il diverso e il deforme è associato al “mostruoso”, ma ancora oggi, fin troppo spesso, è proprio dietro ad un abito elegante e ad un aspetto affascinante che si nascondono i veri mostri.