Sviscerare, sgranocchiare e piluccare carne umana: Umberto Lenzi smaniava per il cannibalismo. Affrontò il tema in Man from Deep River (1972). Lo riprese in Eaten Alive! (1980). E infine, nel 1981, toccò a Cannibal Ferox: un film crudo, impertinente e spregiudicato, che si annovera tra i migliori film horror sul cannibalismo.

Terrore nel Rio delle Amazzoni

Un sole abbacinante rischiara i grattacieli di New York. È la giornata perfetta per passeggiare, tra lo strombazzare delle auto e le folle multietniche del centro urbano. Ma una diatriba tra spacciatori scompone l’equilibrio della città. Qualcuno ci rimane secco. È il fidanzato di Pat Johnson (Zora Kerova): l’unica donna che può delucidare gli agenti di polizia sull’accaduto. Lei, però, è nel Rio delle Amazzoni, con i suoi amici Rudy e Gloria Davis (Danilo Mattei e Lorraine De Selle). Quest’ultima, animata dal desiderio di completare la sua tesi di laurea, vuole dimostrare che il cannibalismo non esiste. Il trio, dunque, si dirige in un remoto villaggio di indigeni. Ciò che scopriranno cambierà per sempre le loro vite

Animali e sangue

Iguane, anaconde, leopardi: nel film non mancano animali esotici. Senza la loro presenza, la pellicola perderebbe la crudezza che la caratterizza. Come restare impassibili difronte all’uccisione di un maiale selvatico, accoltellato con crudeltà da Mike Logan (Giovanni Lombardo)? O dal leopardo che azzanna una scimmietta? O dall’iguana cosparsa di sangue che lotta con un serpente? E che dire dell’anaconda che deturpa un topo muschiato tra versi strazianti? Per non parlare dell’indigeno che taglia a pezzi una tartaruga… Anche nel capolavoro di Ruggero Deodato, Cannibal Holocaust (1980), gli animali sono costretti a soffrire per le cineprese. Ma Cannibal Ferox si spinge oltre. È singolare che un film deciso a svelare la corruzione dell’uomo civilizzato – in rapporto alla “purezza selvaggia” della primitività – ammetta il maltrattamento degli animali.

La mia tesi afferma che il cannibalismo come pratica organizzata della società umana non esiste e storicamente non è mai esistito.

Cannibal Ferox: nient’altro che un video nasty?

Il distributore statunitense del film affermò che Cannibal Ferox fosse il film più violento mai realizzato. Per lo stesso motivo, fu vietato in circa trenta paesi. Il British Board of Film Classification lo rivalutò soltanto nel 2002, tagliando scene per un totale di sei minuti. Prima di ciò, la pellicola era ritenuta soltanto un video nasty: espressione con la quale si indicavano film horror a basso budget, distribuiti su videocassetta, criticati per il loro contenuto violento.

A distanza di quarant’anni dalla sua uscita, Cannibal Ferox si conferma ancora in grado di stupire. È una pellicola dal sapore vintage, irresistibile per gli amanti del cinema anni ’80. In un contesto in cui i film sul cannibalismo spopolavano, Umberto Lenzi riuscì ad affermarsi. Il suo contributo al cinema horror italiano resta innegabile.