Il 15 maggio 1981 usciva al cinema Compleanno di sangue (Happy Birthday to me) diretto da J. Lee Thompson. Un film che è riuscito a essere sequestrato e confiscato nel Regno Unito durante il periodo soprannominato “Video Nasty”.

Trama

La Crawford Academy è la classica scuola altamente definita per gruppi di appartenenza. Ci sono i secchioni, gli sportivi, le cheerleader e poi ci sono i “Top Ten”. Sono i classici figli di papà, viziati, abituati a passarla sempre liscia e soprattutto sempre in cerca di un nuovo brivido. Quando piano piano iniziano a sparire uno dopo l’altro sembrerà difficile riuscire a individuare chi li sta prendendo di mira.

Recensione

Compleanno di sangue è un film che rientra a pieno titolo, sia per genere che per periodo di uscita, nel filone dello slasher, avviato con il capolavoro senza tempo Halloween – la notte delle streghe. Non è casuale (o almeno non sembra tale) il riferimento, già nella prima scena, a Michael Myers e allo strangolamento che avviene anche nella pellicola di Carpenter. Eppure, sarebbe errato non fare riferimento anche alla sua natura di thriller. È nota, infatti, la collaborazione di Thompson con Alfred Hitchcock e il suo desiderio di creare un thriller di successo. Fu questo il motivo che lo portò ad affezionarsi e a sviluppare Compleanno di sangue. Il film, a tal proposito, si premura di disorientare lo spettatore e lo fa attraverso diversi stratagemmi. In primis ci suggerisce, fin da principio, di cercare il colpevole all’interno dei “Top Ten”. Come in un moderno Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, il regista ci porta all’interno di una situazione circoscritta in cui la nostra prima reazione è quella di andare per esclusione tramite le morti che vediamo sullo schermo. In secondo luogo, Thompson introduce l’elemento psichico. Virginia (Melissa Sue Anderson), la Mary Ingalls de La casa nella prateria ha, infatti, subìto un intervento al cervello che l’ha portata ad avere allucinazioni e blackout momentanei. Noi, come lei, rimaniamo disorientati da questi accadimenti che ci impediscono di analizzare lucidamente la situazione. Man mano che ci addentriamo all’interno della pellicola entriamo anche nella vita e nella testa di Virginia. Ricordiamo insieme a lei il suo passato e ricostruiamo i passi che ci hanno portati alla situazione che stiamo vivendo nel presente. In questo senso si rivede un pizzico del Dario Argento prima maniera, anch’egli influenzato dal grande maestro Hitchcock.

Un film completamente ben riuscito?

Date queste premesse ci sembra lecito e doveroso domandarci se il film sia effettivamente ben riuscito. Come tutti gli slasher di quel periodo, anche Compleanno di sangue presenta alcuni difetti piuttosto grossolani. Nonostante la regia sia, tutto sommato, ben riuscita per il genere (ricordiamo che Thompson è il regista di Cape Fear del 1962), uno dei difetti più evidenti della pellicola è la necessità di effettuare grandi sospensioni dell’incredulità. Dal ritmo lento (a volte troppo lento), il film spesso tende a far perdere la concentrazione allo spettatore che si trova anche a dover trovare giustificazioni un po’ insensate a certe scelte di sceneggiatura. C’è, inoltre, un problema legato alla gestione del grottesco. Si percepisce bene quanto il regista abbia preso sul serio questo progetto; tuttavia, alcune delle morti sono ideate in modo tale che quasi riescono a strappare una risata allo spettatore piuttosto che un senso di vero e proprio disgusto.

Virginia (Melissa Sue Anderson) in Compleanno di sangue

Ma ha anche molti pregi

A questo punto vi starete chiedendo perché, nonostante tutto ciò il film sia da recuperare, soprattutto per gli amanti del genere. Nonostante gli evidenti difetti, il film è veramente interessante. La storia dei giovani che cadono come mosche è una storia trita e ritrita; eppure, anche a distanza di più di quarant’anni, la pellicola si rivela una sorpresa. In un pingpong continuo per individuare il colpevole, il regista riesce a farci dubitare di quasi tutti, ma soprattutto a stupirci con il finale. La scena finale è epica, sia nella messa in scena, che mi ha ricordato vagamente il Non aprite quella porta del 1974, sia nel plot twist inimmaginabile. Thompson, come un Pollicino, lascia qualche indizio qua e là, ma niente di veramente evidente e inconfutabile. Il finale risulta, pertanto, imprevedibile ma assolutamente plausibile, diventando la vera punta di diamante dell’intera pellicola.

Le mie considerazioni

Il film ha catturato la mia attenzione dopo aver letto la “cattiva reputazione” che si era fatto nel Regno Unito, soprattutto perché, all’interno di questa famigerata lista dei film proibiti, vi sono pellicole mastodontiche come Possession di Andrzej Zulawski, Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato e pellicole che hanno fatto la storia del cinema estremo come Snuff di Michael Findlay, Roberta Findlay e Horacio Fredriksson. Il fatto che non fosse stato sequestrato mi aveva già fatto intuire che non mi sarei trovata davanti a un film estremo nel vero senso della parola. Pertanto, la visione non mi ha delusa e non è stata in alcun modo al di sotto delle mie aspettative. Come già descritto il film non è privo di difetti, anzi. Eppure, ciò non toglie dignità alla pellicola. L’evidente riferimento a grandi maestri del cinema, la regia e il finale decisamente spumeggiante rendono Compleanno di sangue una piccola delizia nascosta che chiunque si definisca amante del genere horror dovrebbe avere nella sua watchlist.

Classificazione: 3 su 5.

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