E’ uscito il tanto discusso film della Full Moon Features sulla pandemia causata dal corona virus e gli zombie che hanno infestato la Terra. Un patchwork inedito ed irriverente per trascorrere un’oretta spensierata in questa quarantena.

 

Annunciato lo scorso mese, attraverso i canali social della Full Moon, Corona Zombies è diventato in poche ore un piccolo fenomeno mediatico. Da una parte coloro che la trovavano una scelta di pessimo gusto durante una pandemia, dall’altra chi ne apprezzava l’intento primario del cinema horror. Infatti, il cinema di genere si è sempre posto l’obiettivo anche di sdrammatizzare il quotidiano, raccontandoci situazioni estreme per spaventarci ed emozionarci per qualche ora. Alcune case di produzione hanno fatto della parodia di genere e dell’iperbole un vero marchio di fabbrica. Questo è il caso dell’Asylum, della Troma, del cinema di Roger Corman e della Full Moon.

 

Un mosaico di storie ad incastro

Tra gli anni ’80 e gli anni ’90, con il boom dei videonoleggi, si fece largo una nuova casa di produzione: la Full Moon Features di Charles Band. La loro sede era a Roma, anzi avevano addirittura acquistato un castello in provincia di Terni per farne il set di alcune riprese (Castle Freak, ad esempio). Si imposero nella distribuzione di titoli direct-to-video come: Subspecies, Ghoulies (ben quattro film), Re-Animator (del compianto Stuart Gordon) e la saga di Puppet Master.

Negli anni hanno sempre cercato di cogliere le mode passeggere, non tradendo il loro stile, ed avendo la possibilità di rilasciarle sul loro sito web. Questo è il caso di Corona Zombies, che ha sfruttato l’inizio dell’epidemia in Europa per esorcizzare la paura che avrebbe colpito anche gli Stati Uniti con un film girato in soli 28 giorni (mi dice qualcosa). Ma cosa c’entrano Bruno Mattei e delle spogliarelliste con un film su una pandemia? Semplice, Band non avendo tempo per girare un intero lungometraggio ne ha fatto solo una cornice narrativa in cui ha inserito estratti da altri due film, ridoppiati per l’occasione.

Mattei, Fragasso e l’epidemia in Nuova Guinea

Il primo è Virus – L’inferno dei morti viventi (Hell of the Living Dead) di Bruno Mattei e Claudio Fragasso del 1980, racconto di una spedizione in Nuova Guinea per fermare un’infezione zombi. Il film fu firmato da Mattei con lo pseudonimo di Vincent Dawn per avere appeal anche all’estero. Inoltre le musiche che accompagnano l’avventura sono dei Goblin. Il nuovo montaggio rende la spedizione come vitale per recuperare un carico di carta igienica, durante l’epidemia di Coronavirus ormai introvabile. Compito della spedizione arrivare alla fabbrica dove si prepara la zuppa fatta con i pipistrelli che ha dato il via all’invasione zombi. Tra i membri della Corona Squad, anche un soldato chiamato Argento (per la somiglianza con il giovane Dario) ed omaggio di Band.

Se avete già visto il film italiano saprete che la spedizione non avrà un lieto fine all’arrivo alla fabbrica. Tutte le vicende di questi intrepidi eroi ci verranno mostrate, inframezzate da momenti di zapping su veri telegiornali americani del mese scorso, dal televisore di Barbie. Quest’ultima è la vera protagonista del film che, rientrata a casa dopo la spesa, parla con l’amica Kendra al telefono di come non sia riuscita a trovare la carta igienica. Motivo per cui segue le avventure della Corona Squad sullo schermo.

 

Assalto allo Strip Club

I secondi estratti appartengono ad un prodotto della stessa Full Moon: Zombies vs. Strippers, in cui i famelici non morti assaltano un locale a luci rosse. Le protagoniste di questo film davvero particolare sono le stesse spogliarelliste che lavorano nel locale. Questa volta le mani fameliche non sono di clienti impertinenti, ma di divoratori di carne umana. Solo l’unione di alcune di loro le permetterà di salvarsi la vita e scappare. Se pensate che sia unico nel genere vi sbagliate, nel 2008 uscì anche Zombie Strippers di Jay Lee, con Jenna Jameson e…Robert Englund!

Nel nuovo adattamento del film di Band, le immagini si riferiscono all’assalto ad un locale notturno ed alla fuga di alcune strippers. La vicenda scorre sempre sulle immagini del televisore di Barbie, ma passa decisamente più in secondo piano rispetto alla missione della squadra d’assalto.

 

La carta del vicino è sempre più pulita

Abbiamo imparato a mantenere le distanze e restare ognuno nella propria abitazione durante questa quarantena. Barbie, invece, desiderosa di prendere la tanto agognata carta igienica, deciderà di entrare nel garage del vicino che ha sempre molte scorte a disposizione. Il vero peccato è che il contagio è arrivato anche negli Stati Uniti e quello che era l’uomo della porta accanto si è trasformato in uno zombi pronto a sbranarla. Riuscirà Barbie a sopravvivere?

 

Corona Zombies si rivela essere quasi un film ad episodi rimontati, sicuramente per cavalcare il momento storico che tutto il Mondo sta vivendo. Il risultato è un lungometraggio senza lode ma che riesce a strappare qualche risata, anche se si conoscono i film degli estratti. Un modo simpatico e non offensivo di passare un po’ di tempo durante questa pandemia decisamente molto ma molto più spaventosa