“Cos’è successo a Ditchville?”

“Ditchville” è un romanzo di genere thriller scritto a quattro mani da due giovani autori, Luca Bigarani e Matteo Vangeli, e pubblicato nel 2019 dalla casa editrice Acrobat Media Edizioni.

TRAMA

Siamo nel 1975. Ditchville è una tranquilla cittadina della provincia americana in cui tutti si conoscono e dove di rado si verificano avvenimenti di rilievo. La pace di questo microcosmo viene bruscamente interrotta nella sera del 2 Settembre, con la sanguinosa morte dei coniugi Anthony e Claire Howard. Molteplici sono gli indizi che portano le forze dell’ordine ad archiviare il caso come un omicidio-suicidio. Le acque non accennano però calmarsi, dato che da lì a pochi giorni la giovane Elizabeth Kent scompare nel nulla dopo essersi allontanata dall’annuale festa cittadina. Vengono immediatamente avviate delle ricerche che coinvolgono pressoché tutta la popolazione. Allo tesso tempo il vicesceriffo Edward Kaylent decide tuttavia di avviare un’indagine personale, che lo porterà a scavare nei segreti e nel passato della cittadina.

Ditchville è una tranquilla cittadina della provincia americana in cui tutti pensano di conoscersi e dove spesso si verificano avvenimenti inquietanti. Peccato che tutto ciò che succede a Ditchville rimanga a Ditchville.

RECENSIONE

Per trattare questo romanzo si può partire dal titolo: “Ditchville”, nome del paesino in cui la storia prende luogo. Non si è scelto di focalizzarsi sulla scomparsa di Elizabeth Kent, tema portante della trama, ma sul nome della cittadina. Questo perché siamo di fronte ad un’opera corale, in cui le voci dei vari personaggi sembrano sovrapporsi mentre si trovano ad affrontare circostanze per loro atipiche. Sebbene possiamo individuare nel vicesceriffo Kaylent la figura più vicina ad un protagonista, la narrazione non si sofferma mai unicamente sul suo punto di vista. L’occhio del narratore onnisciente si sposta continuamente fra diverse figure senza che ciò vada mai ad intaccare la linearità della narrazione. Non vengono riservati lunghi passaggi alla caratterizzazione dei vari personaggi, lasciando che la loro personalità emerga principalmente attraverso le loro interazioni. Eppure siamo di fronte a figure tridimensionali, a cui ci si affeziona man mano che sfogliano le pagine. In alcuni capitoli viene presa in considerazione perfino l’intera Ditchville, quasi fosse un organismo vivente composto da tante piccole cellule. In questi casi abbiamo uno stile di scrittura che vira da una relativa semplicità a toni decisamente più astratti ed introspettivi, regalando diversi passaggi degni di nota.

Immagine tratta dall’ottimo trailer del romanzo.

Sarà facile individuare nel libro l’influenza di opere come “Le notti di Salem” di Stephen King, i romanzi di Joe Lansdale o la famosissima serie “Twin Peaks”. Non bisogna però cadere nel grave errore di considerare tali suggestioni come provenienti da una scarsa inventiva: “Ditchville” è un’opera che omaggia spesso ma non copia mai. Per quanto riguarda la trama in sé, è quasi impossibile parlarne senza il rischio di fare fastidiosi spoiler. Si può però affermare una cosa: sembra che gli autori si divertano nella prima metà del romanzo nel permettere al lettore di farsi una propria idea su come la vicenda giungerà alla sua risoluzione, per poi sovvertire completamente quelle aspettative nelle battute finali. In questi ultimi passaggi abbiamo un ritmo forsennato, mentre abbandonare la lettura diventa sempre più difficoltoso.

Se siete curiosi di sapere che cosa sia successo veramente a Ditchville, non vi resta altro che recuperare questo libro. Difficilmente ne resterete delusi.