Giunto alla conclusione il ciclo 666, rilancio fumettistico di Dylan Dog dopo i tragici fatti dell’arrivo della Meteora, molto più di un semplice reboot. Questo primo ciclo nel nuovo universo creato da Recchioni può essere paragonato a quello che fece Frank Miller con Batman durante gli anni ’80. Una riscrittura dei primi casi del Pipistrello, per adattarlo al contesto in cui la società era mutata

Il paragone con il vigilante di Gotham City non è azzardato, anzi Recchioni non manca di citarlo più volte all’interno del ciclo 666. Conoscendo poi l’amore del curatore di Dylan per Batman, ed in particolare per Frank Miller, non risulta difficile capire il motivo. Le similitudini tra i due personaggi abbondano, ma come scrisse Recchioni nel numero zero del crossover tra i due detective: sono molto simili ma al contempo molto diversi. Allora, dopo che una Meteora senziente ha distrutto l’universo dylaniato che conoscevamo bene, non prima che il nostro Old Boy uccidesse il pianificatore John Ghost per avergli ammazzato il compagno Groucho davanti agli occhi, il Mondo finisce. O almeno, quel Mondo che conoscevamo. In realtà la teoria del multiverso era già stata affrontata dal papà di Dylan Dog, Tiziano Sclavi, nel numero 43 dal titolo Storia di Nessuno. L’albo uscito ad aprile 1990 pose le basi per nuove avventure per il personaggio, non solamente nell’universo da lui conosciuto. Ed è proprio in un’altra Londra che ritroviamo il nuovo Indagatore dell’Incubo, con una folta barba ed un carattere scostante e quasi saccente.

Accoglienza a Craven Road 7

Da un cimitero in Scozia alle prime indagini mostruose

La grande intuizione di Recchioni per il ciclo 666 è stata anche quella di canonizzare nella storia di origini del personaggio un po’ di background di Francesco Dellamorte. Il personaggio, creato da Sclavi per il romanzo Dellamorte Dellamore nel 1983 ma pubblicato solamente nel 1991. Questa volta il cimitero di cui Dylan è guardiano e si occupa di assicurarsi che i non-morti rimangano nelle loro tombe si trova ad Inverness, conosciuta dagli abitanti come Undead. Il nome non nuovo ai lettori storici perché è dove si svolgeva la prima avventura del personaggio nel lontano 1986: L’alba dei morti viventi. La sua storia è simile ma con qualche differenza rispetto al Dylan che conoscevamo. Bloch, che qui ha la carica di soprintendente, è suo padre adottivo da quando era un ragazzo ribelle, incline a scappare dall’orfanotrofio. E’ stato sposato con il sergente Rania Rakim, che poi lui ha tradito avendo avuto una relazione con una presunta terrorista. Il gioco di rimandi con il matrimonio con Lillie Connolly (DYD numero 121) è palese, ma non ci è stato ancora rivelato se fosse veramente lei. Inoltre, il suo aiutante dai tempi di Undead è il fedele Gnaghi, personaggio proveniente dal romanzo sclaviano.

Due Dylan, un solo Indagatore

Una risata vi seppellirà!

Come ricordato, il ciclo 666 non è assolutamente un reboot dei primi albi del Dylan di Sclavi. Sono presenti molti rimandi, alcuni riferimenti, ma poi la storia di Recchioni prende una piega completamente diversa. Infatti, man mano che il ciclo prosegue, viene presentato uno spietato pazzo criminale che uccide le sue vittime con sadici metodi da cartone animato. Il pazzo in questione altri non è che Groucho, o almeno una versione squilibrata del sosia del celebre attore. Nel corso degli albi non mancherà di uccidere anche altri sosia a lui somiglianti. La strada dell’Indagatore lo porterà nel numero 406 al manicomio di Harlech, che ricorda moltissimo l’Arkham Asylum di Gotham e il graphic novel omonimo di Grant Morrison. Un’avventura incredibile ed inquietante in cui Dylan dovrà prima confrontarsi con i criminali lì rinchiusi e poi affrontare il folle Groucho. Le tavole di Corrado Roi, autore di molti albi di questo ciclo, impreziosiscono notevolmente la lettura.

Un Groucho decisamente villain

Il peggiore di tutti i mostri: Anna

A mio parere la vetta migliore di questo ciclo 666, Recchioni lo raggiunge con il numero 404: Anna per sempre. Dimenticando il pretesto della ghost story del numero 4, ci viene presentato il personaggio di Anna come una ragazza amata da Dylan. Una storia d’amore passionale e dolorosa, una complessa metafora di un amore malato e subdolo: l’alcolismo. Anna rappresenta il periodo oscuro del personaggio, quello che non ha mai ancora superato in questo nuovo universo. Un mostro pronto ad uccidere il suo amato e a farlo impazzire con allucinazioni macabre. Le sue vere sembianze ci saranno rivelate come quelle di uno dei più riusciti nuovi personaggi recchioniani: Mater Morbi. Personificazione stessa della malattia che da sempre affligge l’essere umano, di cui l’alcolismo fa parte. Il tratto lineare e spigoloso di Sergio Gerasi confeziona una storia destinata a rimanere nella memoria dei lettori per molti anni.

Mostri interiori

Un cinico Indagatore alle prime armi

Il nuovo Dylan è nato dal sangue che imbrattava le sue mani dopo l’assassinio di John Ghost. Un universo nato dalla violenza che ha creato un Indagatore diverso da quello che conoscevamo ma in continuo mutamento. Il personaggio si evolve durante il ciclo 666, poco a poco assume le caratteristiche che i lettori gli hanno sempre riconosciuto. Il superamento dell’alcolismo, la sua nuova attività come detective privato molto particolare e il senso di colpa per aver ucciso a sangue freddo H.G. Wells: saranno le basi per il futuro dell’Indagatore. In particolare, l’omicidio di Lord Wells, principale responsabile dell’ondata di omicidi a Londra all’inizio del numero 405 con il suo Bad Detector, farà scattare qualcosa in Dylan. Ancora una volta viene completamente sovvertita la trama del numero a cui sembrava far riferimento l’avventura, spiazzando il lettore sin dal folgorante incipit.

Cover di Gigi Cavenago

Insomma, il ciclo 666 ha posto le basi per le nuove origini di questo nuovo Dylan Dog. Come all’epoca fece Frank Miller con il Cavaliere Oscuro, Recchioni gioca con il personaggio sclaviano potendo finalmente esprimersi nella massima autonomia. Siamo molto curiosi di vedere cosa ci riserveranno i futuri cicli di questo nuovo Indagatore dell’Incubo, che ha saputo rinnovarsi completamente ma restando fedele all’idea iniziale di quel ragazzo che risolve incubi al numero 7 di Craven Road