Shyamalan dietro la camera da presa.

Dopo capolavori come Il sesto senso, Unbreakable e The Village, nel 2008 M. Night Shyamalan sforna un flop di critica e pubblico (i quali avevano già stroncato anche il precedente Lady in the Water) intitolato E venne il giorno: il film ricevette ben quattro nomination ai Razzie Awards, tra cui peggior regia, peggior sceneggiatura e addirittura peggior film. Ma noi amanti dell’horror e di tutto ciò che non è convenzionale non ci lasciamo intimidire da candidature di cerimonie da quattro soldi – anche Madre! di Darren Aronofsky ha ricevuto, più recentemente, lo stesso trattamento – quindi ora vi spiegheremo perché E venne il giorno merita più di un’occhiata distratta. 

Shyamalan dirige il cast sul set di E venne il giorno.

La trama di E venne il giorno.

Una minaccia invisibile sta facendo impazzire le persone negli Stati Uniti, fino a portarle a togliersi la vita. Il professore di scienze Elliot Moore (Mark Wahlberg) scappa insieme alla moglie (Zooey Deschanel) verso dove non si sa, dato che è ancora sconosciuta l’origine della minaccia. Ma ben presto tra i personaggi del film inizia a farsi strada l’idea che il problema abbia a che fare con le piante…

La “Natura matrigna”.

La minaccia principale di questo film dalla svolta eco friendly è proprio l’uomo che, con i propri comportamenti irresponsabili, ha causato danni irreparabili e si è, come si suol dire, scavato la fossa da solo. La Natura, ormai stanca di essere calpestata, decide dunque di agire contro l’uomo-invasore con una neurotossina trasportata dal vento: niente di più spaventoso se pensiamo che è difficile sfuggire all’aria. Il titolo originale, The Happening (lett. l’avvenimento), già porta con sé il significato del film: qualcosa che accade quasi per caso dal nostro punto di vista antropocentrico, ma che era già annunciato e che abbiamo creato in secoli di noncuranza.

Ma… c’è sempre un ma…

Il film vanta atmosfere suggestive e inquietanti grazie alla fotografia dai toni azzurri e verdi di Tak Fujimoto e alla colonna sonora di James Newton Howard ma, nonostante l’intento e la morale, è la sceneggiatura il punto debole di E venne il giorno: Shyamalan si riconferma un abilissimo regista visionario e un mediocre scrittore, lasciando troppi punti in sospeso e creando una trama alquanto piatta (come il personaggio interpretato da Zooey Deschanel…) che sembra non decollare mai. Un grande film mancato insomma, dato che i presupposti c’erano tutti.

Verrà il giorno.

Il discorso di Shyamalan è quanto mai attuale, data la recente sensibilizzazione verso il tema dell’inquinamento e dato che, durante il lockdown degli scorsi mesi, abbiamo visto come la natura abbia iniziato a riprendersi i propri spazi. Shyamalan avverte che “verrà il giorno” in cui ciò non resterà solo il soggetto di un film catastrofico/fantascientifico, a meno che l’uomo non inizi a comportarsi come ospite più che padrone… io lo vedo un cambiamento difficile dato che secoli di storia ci hanno insegnato come l’uomo sappia solo depredare e distruggere.