Il regista statunitense Darren Aronofsky compie oggi 53.
Regista di pellicole eccellenti nel 2008 vince il Leone D’Oro per The Wrestler.
Ma oggi analizzerò il suo film che forse preferisco, Il cigno nero.
Pellicola del 2010 il cigno nero vede come protagonista Nina, interpretata da una perfetta Natalie Portman, talentuosa ballerina che viene scelta per interpretare Odette nella nuova trasposizione del balletto Il lago dei cigni.

Tra cigno bianco e cigno nero

Nina è perfetta per il cigno bianco mentre riscontra delle difficoltà nell’interpretazione del cigno nero che dista anni luce da lei. Il film è un viaggio alla ricerca della perfezione. Nina ne è ossessionata e cade in una psicosi sempre più vorticosa mano a mano che il film va avanti.
Nina non solo è tormentata dalla figura della madre padrona ( Barbara Hershey), ossessionata dalla figlia e invidiosa del suo talento che la costringe a vivere in una bolla e la tratta come se fosse ancora una bambina candida e pura ( tutto ciò si riflette nella stanza di Nina e nel suo arredamento) ma anche dalla figura di una nuova ballerina Lily (Mila Kunis), il suo opposto, in lei vede ciò che le manca per essere il cigno nero perfetto. Lily e Nina due personaggi opposti che però il regista sostituisce nelle visioni psicotiche di Nina, figure che si sovrappongono, il bianco e il nero che poi si fondono in una scena erotica tra le due (frutto in realtà dell’immaginazione di Nina).

L’importanza del doppio

All’interno del film sono fondamentali gli specchi, che non solo sono funzionali al mondo della danza ma rendono perfettamente l’idea del doppio, dello sdoppiamento che il regista vuole dare. Il riflesso e la realtà, la realtà e il riflesso che si fondono e confondono in un turbinio senza fine come in un balletto.
Il cigno nero è un capolavoro senza sé e senza ma un film che risucchia e inghiotte lo spettatore che non violenza ma al contempo con una grazia pazzesca; un film sulla ricerca della perfezione, un film sulla metamorfosi che diventa “reale” nella scena in cui Nina si trasforma fisicamente nel cigno nero.

Una danza psicotica e incalzante

Un viaggio sempre più confuso e psicotico tra thriller e horror vero e proprio.
Insieme alle figure di Nina, Lily e della madre sono altre due le figure fondamentali della pellicola: Thomas Leroy (Vincent Cassel) il direttore artistico della compagnia che cerca di spingere Nina nelle ali del cigno nero e Beth (una stupenda Winona Ryder) ex prima ballerina che crolla in depressione in seguito alla sua sostituzione. Depressione e dramma che la portano a fare un incidente in cui si rompe entrambe le gambe.

Diverse figure di ballerine che si confondono nella testa di Nina, vari scenari che la possono attendere: quello della madre che fu ballerina ma senza un grande talento, oppure quello di Beth, grandissima ballerina ma poi gettata via e rimpiazzata e poi c’è Lily ballerina che non ha il suo talento ma una spigliatezza, un fascino erotico di cui lei è priva.

Il cigno nero è la danza psicotica di Nina, frutto della sua mente disturbata.
Film dove danza, realtà e finzione di fondono sempre di più fino al finale perfetto dove balletto e realtà diventano un’unica cosa, un’unica realtà.

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