Arriva al cinema Il mostro di St.Pauli, prima vera trasposizione dei fatti di cronaca nera che sconvolsero la Germania nei primi anni Settanta. Il pluripremiato regista Fatih Akin ci racconta la vita e il degrado che segnarono la vita di Fritz Honka, dai primi omicidi fino al suo arresto. Una pellicola molta cruda ed esplicita che tenta di essere il più fedele possibile ai fatti avvenuti e per questo vietata ai minori.

 

Siamo in un anno in cui i serial killer sono tornati prepotentemente alla ribalta, in racconti crudi e fedeli alla loro psicologia ed alle loro vite. Dal Jack immaginato da Lars Von Trier nel La Casa di Jack, al Ted Bundy di Zac Efron fino alle varie interpretazioni di Charles Manson degli ultimi mesi: il cinema sta raccontando storie di orrore e cronaca di un passato non troppo lontano. Senza dimenticare Mindhunter, pluriacclamata serie Netflix sui più pericolosi serial killer che sconvolsero l’America nella seconda metà del secolo scorso. Il mostro di St.Pauli segue questa tendenza, volendo parlare di fatti di cronaca che pochi conoscono in maniera approfondita fuori dalla Germania. Akin ha scelto di staccarsi dalla sua precedente filmografia, portandosi dietro il suo realismo nelle interpretazioni e ricostruzioni della realtà, scegliendo di romanzare poco per trasmettere molto di più il vero orrore.

 

Il Guanto d’Oro e il degrado di St.Pauli

Al centro della storia c’è il degrado: traspare dall’inizio alla fine del film, grazie alla fotografia ed alle ricostruzioni dei set. Anche se il degrado più evidente risulta essere quello umano, personaggio che appaiono in scena schiacciati dai loro problemi e condannati ad un’esistenza di stenti e sofferenza. L’alcolismo è la costante nel piccolo quartiere di Amburgo, frequentato da prostitute e marinai in attesa di salpare nuovamente verso casa. Al centro della storia c’è Il Guanto d’Oro, bettola malfamata che è a tutti gli effetti una sorta di microcosmo in cui i reietti della società si ritrovano come in una seconda casa. E’ qui che incontriamo Fritz Honka, dipendente in un cementificio di giorno ed assiduo bevitore la notte. Il suo aspetto fisico lo porterà ad ottenere le attenzioni solamente di anziane prostitute che vedono in lui la possibilità di ottenere alcool in cambio di sesso ed un posto sicuro per la notte.

St Pauli

Quello che non sanno è che Fritz ha degli istinti omicidi e molto particolari da soddisfare. Con il Mostro di St.Pauli non ci si risparmia nel raccontare la tremenda fine che queste povere donne subivano. Honka sceglieva solo donne più basse di lui in statura e possibilmente con la dentiera. Questo perché richiedeva loro del sesso orale ed aveva paura che potessero mordergli i genitali. Inoltre non riusciva ad eccitarsi con donne molto spesso più anziane di lui, quindi si accontentava di masturbarsi con le riviste porno appese alle sue pareti e vederle poi seviziate. Quelle che uccise vennero poi smembrate ed alcuni pezzi conservati nel suo appartamento – mansarda, sempre più intasato del tanfo della decomposizione. Odori che imputava ai vicini greci e nascosti in parte da deodoranti appesi ovunque. Le teste conservate erano conservate come trofeo ed utilizzate per altro sesso orale, anche mesi dopo la morte.

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Un mostro tra i reietti

Fritz Honka è raccontato dal regista come un uomo problematico, di cui Akin non vuole assolutamente giustificare i comportamenti. Riesce però a descrivere una figura a tutto tondo, andando a riprendere anche la sua infanzia e i tentativi per uscire dall’alcolismo e dalla violenza. Nella seconda parte del Mostro di St.Pauli assistiamo allo sforzo di Fritz per abbandonare le sue cattive abitudini e ricominciare una nuova vita. Come la Storia ci insegna non sarà purtroppo così e la sua spirale di violenza lo condurrà però ad essere scoperto ed arrestato nel 1975. Fu proprio un incendio al suo appartamento mentre era fuori casa che fece scoprire i resti mutilati delle donne e mise fine ai suoi crimini.

St Pauli

In questo profondo degrado in cui è ambientata la vicenda si salvano solo due giovani personaggi, estranei a quel mondo. L’educato Willi e la ribelle Petra saranno due figure che torneranno più volte nel corso della pellicola, quasi inconsapevoli degli eventi attorno a loro. Petra, in particolare, sarà presa di mira da Fritz, entrando così nei suoi sogni erotici.

St Pauli

Nel Mostro di St.Pauli gli attori sono stati tutti molto bravi ed in parte, facendo in modo di ricordarsi anche dei personaggi secondari che vediamo al Guanto d’Oro e non solo. In particolare Jonas Dassler ha dato prova di una bravura sia gestuale che attoriale nell’interpretare il killer in maniera inquietante e profonda. Ottimo lavoro di prostetica che ha permesso una immedesimazione totale con il vero Honka. Il vero Fritz Honka confessò tutti i suoi delitti e fu condannato a solo 15 anni, venendo scarcerato nel 1993. Trascorse i suoi ultimi anni in una casa di riposo dove morì in solitudine nel 1998.

St Pauli

Una visione assolutamente consigliata sapendo della crudezza esplicita del film, che racconta una pagina di Storia poco conosciuta. Un film che dimostra ancora una volta di più come il vero orrore sia racchiuso nell’animo umano, pronto ad esplodere nei modi più impensabili.