Arrivava nelle sale italiane il 22 gennaio 2010 Il Quarto Tipo, scritto e diretto da Olatunde Osunsanmi. Fanta horror del 2009 il titolo del film ci fa subito capire di cosa parla. Gli incontri con gli alieni sono infatti classificati dagli ufologi in quattro tipi: avvistamento, prova, contatto e rapimento. Ed è proprio di quest ultimo che questa particolare pellicola ci racconta.

La struttura narrativa del film è davvero particolare e costruita in modo da rendere subito partecipe lo spettatore incuriosendolo sin dall’inizio. Rompendo infatti tutte le regole cinematografiche, una serissima Milla Jovovich si rivolge a noi fissando direttamente la telecamera. Introducendo i fatti spiega che lei è un’attrice ed interpreterà il ruolo della dottoressa Abigail Tyler per ricostruire e narrare i drammatici fatti avvenuti nella città di Nome, in Alaska. Fatti reali che narrano di misteriosi eventi che si verificano da oltre quarant’anni in questa piccola cittadina che ha il più alto numero di persone scomparse.

La Jovovich specifica che i nomi dei reali protagonisti sono stati cambiati per proteggerne la privacy ma che vedremo dei veri filmati girati dalla stessa Abbey.
Dopo questa premessa che crea grande pathos e aspettativa, la finzione scenica verrà spesso affiancata al materiale audiovisivo “reale” e Milla Jovovich si sovrapporrà alla “vera” dottoressa Abigail che, intervistata dal regista, con il volto scavato e l’espressione spaventata sembra portare addosso tutto il peso di ciò che ha vissuto.

Ma chi è Abigail Tyler?

La dottoressa Tyler è una psicologa che, dopo un trauma familiare, si trasferisce a Nome, in Alaska, per studiare i diversi casi di disturbo del sonno di cui sembrano soffrire numerosi abitanti. In molti asseriscono di svegliarsi di soprassalto, in panico, e di ricordare solo una cosa: un gufo. Le sedute della dottoressa si concentrano su Tommy, sottoponendolo a varie sedute di ipnosi regressiva. Questo innescherà una serie di eventi disastrosi, aprendo le porte su una verità davvero inquietante dalla quale nessuna delle persone coinvolte si riprenderà mai.

Mockumentary o Documentario?

Blair Witch Project, che piaccia o meno, ha fatto scuola e di questo tipo di mockumentary Il Quarto Tipo ne è altamente contagiato. Attorno a questo film infatti è aleggiata per anni la voce che fosse una storia vera ,come veri fossero i filmati proiettati in split-screen con la rispettiva ricostruzione cinematografica. Proprio per questo Il Quarto Tipo è stato aspramente accolto dalla critica che lo ha condannato con la colpa di far passare per reali fatti mai accaduti. Eppure non è il primo film a farlo. C’entra forse l’argomento trattato?

Scott: Mi svegliavo quasi sempre nel cuore della notte.

Abbey: Era qualcosa di insolito a svegliarla?

Scott: In effetti si, era un gufo alla mia finestra.

Abbey: Un gufo?

Scott: Con enormi occhi.

Che il riferimento al gufo sia un’omaggio a Lynch voluto o fortuito, il gufo ha sicuramente una sua motivazione all’interno di questa storia. Quella della mente che cerca di razionalizzare e rendere riconoscibile e normale un’evento assolutamente destabilizzante, oppure quella della volontà di un essere superiore che cerca tramite il controllo di mascherare la sua presenza. Entrambe sono chiavi di lettura valide, dovete solamente scegliere quale preferite.

Una base di verità

La dottoressa Abigail Tyler è in realtà un’attrice di nome Charlotte Milchard e la sua scheda è presente su IMDb. Accreditata tra gli abitanti di Nome nei titoli di coda si può trovare il suo nome. Tuttavia il fatto che vi siano molte persone scomparse è reale, ed i familiari di molte di queste si sono lamentate del fatto che il regista abbia utilizzato le loro storie, marciando su vere tragedie e banalizzando cosi la loro esperienza. La Universal ha però sempre rifiutato di discutere del film con i giornalisti del luogo e con il portavoce dell’associazione che ha avanzato queste accuse.

Esseri di materia o spiriti?

Il quarto tipo parla di rapimenti alieni, eppure gli alieni non vengono mai raffigurati e questo è, a mio parere, un grande punto a favore. Bombardati da immagini di extratterestri nella maggior parte di film a tema, credo che mantenere a proposito un po di mistero lasciando libero sfogo all’immaginazione contribuisca a creare turbamento e suspence, cosa che spesso viene a mancare a favore dello spavento facile nell’esplicitazione del “mostro”.
Viene quindi recepito in forma meno fisica e più “spirituale” Un’intelligenza superiore capace di contaminare la materia laddove il controllo della mente è così radicato da prendere il controllo anche del corpo e tingendo il genere fantascientifico di horror sulle possessioni demoniache.

E se fosse vero?

A prescindere dalla vostra opinione in merito alla possibile esistenza di esseri extraterresti trovo l’argomento e le sue possibili implicazioni storico-politiche piuttosto inquietanti. Il modo migliore per assistere a questo film è sicuramente quello di lasciarsi coinvolgere nella narrazione e nella sua messa in scena, prendendo la storia come vera e vivendola come tale fino alla fine della visione. Vere sono tutte le voci che sentiamo nei titoli di coda. Registrazioni di telefonate di varie persone che segnalano avvistamenti di Ufo prendono il posto della classica musica. Un’ ottima scelta di sicuro effetto.

La frase scelta per concludere la pellicola è il fulcro centrale di tutto:


“Alla fine siete voi padroni di credere o non credere”.