Arriva, anche in Italia, direttamente in home video: Jack in the Box: Il Risveglio, in cui il demone torna a terrorizzarci tutti

Dopo averci presentato l’oscura scatola da cui emerge un sinistro pupazzo nel 2019, Lawrence Fowler torna alla regia del sequel. Con una produzione a basso budget, il primo capitolo era riuscito a rientrare nei costi ed essere venduto all’estero. Con il seguito, il regista ha voluto cambiare le carte in tavola, anche grazie ad un accenno di background per quanto riguarda il Jack.

Un malefico genio della scatola

Amy (Mollie Hindle) è una giovane che ha trovato un nuovo lavoro presso la gigantesca villa di Edgar Marsdale (Matt McClure) e sua madre Olga (Nicola Wright). L’anziana ha un sarcoma in fase terminale e decide di acquistare sul mercato nero la scatola del Jack. Ha letto che è possibile fare un patto con il demone per chiedere qualunque desiderio, ma in cambio di sei vite umane. Con l’aiuto del figlio, inizierà il diabolico piano contro domestici e visitatori, tutti isolati nella brughiera inglese.

Posso dire che il motore della vicenda non mi ha fatto impazzire. Se nel primo film, il Jack era un antico oggetto in un museo di provincia, che iniziava a svegliarsi dopo essere stato aperto per sbaglio. Nel seguito, Fowler cambia il suo uso in una sorta di genio della scatola maledetto. Inoltre le vicende del film del 2019 vengono a malapena accennate, quasi questa fosse un’altra scatola con un altro demone.

Abbiamo anche un accenno di backstory su Didier Dubois, l’uomo che a fine XIX secolo venne posseduto dal demone. Sarebbe stato più interessante un film prequel su questa storia, a mio parere più affascinante e solo sfiorata. E, sì, ha qualche similitudine con Clown di Jon Watts del 2014!

Un sequel che non convince in pieno

Il sequel su Jack non riesce a convincermi appieno, forse per raccontare una storia semplice (che non è mai un difetto) ma che procede senza particolari guizzi narrativi. Nel primo film avevo trovato affascinante il setting del museo di antiquariato e, nonostante il basso budget, erano riusciti a realizzare un storia interessante. Con Il Risveglio, abbiamo una storia molto più classica del patto con un demone per avere salva la vita, che presto si trasforma in una mattanza.

Tra i punti di forza c’è sicuramente l’interpretazione del Jack da parte di James Swanton. Il makeup, realizzato interamente in prostetica senza CGI, riesce a terrorizzare e rendere credibile il demone. Inoltre i vari sussurri e rumori che il Jack fa quando si avvicina alle vittime, riesce ad aumentare ancor più la tensione. Buona anche l’ambientazione in una villa dispersa nella brughiera, elemento molto gotico, che però poteva essere sfruttato ancora di più. Gli attori non spiccano e si limitano a seguire il copione in maniera blanda. Regia e fotografia si mantengono, come nel precedente, nel fare solo il loro compitino.

Jack in the Box: Il Risveglio è un film, a mio avviso, meno riuscito del primo. Rimane però una visione scorrevole se fatta a casa, vista l’uscita in DVD, ancora meglio se in compagnia. Se poi soffrite di pediofobia, vi terrorizzerà sul serio!

Classificazione: 2 su 5.

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