Uscito su Netflix il sequel de La Babysitter del 2017, sempre per la regia di McG, con il sottotitolo Killer Queen. Un film che si prende ancora meno sul serio del precedente, riuscendo a strappare solo qualche risata

Sono passati due anni, ma tre dal 2017, da quando il giovane Cole Johnson è sopravvissuto al massacro che Bee, la sua babysitter, aveva ordito contro di lui. Il trauma non lo ha mai veramente abbandonato, anche se adesso è un adolescente che fatica ad integrarsi a scuola. Nemmeno i suoi genitori gli credono riguardo agli incredibili fatti di quella notte. Una delle sue poche amiche, Melanie, lo invita al lago con altri amici. Cole pensa sia l’occasione giusta per svelarle i suoi sentimenti e dimenticare Bee e la setta. Purtroppo la gita al lago sarà solo l’inizio di un nuovo incubo.

Un sequel che fallisce nelle esagerazioni

McG ha sbagliato nel voler spingere al limite l’esagerazione di alcune situazioni e caratterizzazioni di qualche personaggio. Elemento centrale e, in parte, riuscito è Phoebe, la ragazza nuova con un passato misterioso. Jenna Ortega sarà anche nel cast del prossimo Scream 5, cosa molto interessante visto come sia riuscita a bucare lo schermo in questo film. Tutti i personaggi sono stereotipati, ma il rapporto tra lei e Cole è forse quello che ne esce meglio, anche se sa di già visto.

Anche in questo caso ci sono però scene troppo forzate, ad esempio, quando raggiungono un capanno nei pressi del lago e Cole dovendo nascondersi e non essendoci il bagno, decide di farla in un vaso. Non aggiungo nulla, ma avrete capito! Oppure in un momento che sembra uscito da Street Fighter con protagoniste Melanie e Phoebe, che irrompe all’improvviso senza senso. Queste sequenze possono starci se ti chiami Edgar Wright e stai girando Scott Pilgrim vs. The World!

Una risoluzione soddisfacente ma affrettata

Il finale, con la risoluzione di un paio di sottotrame in sospeso, non è da buttare. Il senso finale che McG vuole dare a questo sequel si può perfettamente contestualizzare. Anzi, risolto nemmeno troppo banale per un film senza troppe pretese. Il vero problema è aver accelerato troppo sul finale, con la risoluzione che viene solo abbozzata allo spettatore. Il motivo per cui la sua babysitter aveva deciso di compiere il rito anni prima, il passato di Phoebe ed il destino di Cole si uniranno con una spiegazione credibile in uno slasher con elementi comedy. Purtroppo perderà la portata del suo messaggio in mezzo ad una valanga di esagerazioni.

Se vi siete divertiti con il primo film, dovreste dare una possibilità anche al sequel. Consapevoli che la volontà di alzare l’asticella dello splatter, dell’assurdo e dell’esagerazione lo fa risultare meno riuscito del primo. In ogni caso, il Libro dei Demoni ed i suoi rituali vi attendono su Netflix!