Sicuramente la migliore sorpresa di questo 2018.

La Casa delle Bambole è il quarto lungometraggio del regista e sceneggiatore francese Pascal Laugier, uscito nelle sale il 6 Dicembre.

La trama è semplice: una famiglia composta da tre donne, la madre e le sue due figlie lotta per la sopravvivenza dopo l’intrusione di due estranei nella loro nuova dimora e ne affronta le successive conseguenze anche dopo anni.

ghostland

Nella semplicità del film, il regista ci riporta a quelle atmosfere eccessive, insostenibili e violente tipiche del suo capolavoro “Martyrs”, un film che ha segnato senza dubbio una pagina nella storia del genere. E’ infatti in questo capolavoro che ne ritroviamo gli elementi più tipici, quel modo esuberante e quasi unico di trattare le immagini e le situazioni che ci vengono proposte, quella tensione altissima sempre in crescendo nel quale lo spettatore è trascinato, nelle emozioni quanto nel cambio delle scene, degli schemi, dei piani temporali.

La Casa delle Bambole coinvolge, non annoia mai, spinge l’esperienza delle protagoniste al limite, nei sentimenti quanto nel fisico, indugia molto sui dettagli, sui corpi, sulle carni e il richiamo a Tobe Hooper in questo senso è lampante: il film “Non aprite quella porta” si vede, è nella costruzione quanto nella scelta degli antagonisti che sono quasi una strega e un orco in questa rappresentazione per certi versi fiabesca, in cui le bambole, in genere oggetti del terrore o portatrici di un qualche oscuro maleficio, assumono invece un ruolo completamente diverso, di contorno.

la casa della bambole

Laugier fa un ottimo lavoro sia nelle inquadrature quanto nell’uso degli effetti sonori, mai banali, mai eccessivi, così da farci vivere l’incubo straziante di Beth e Vera ai massimi livelli, facendocene apprezzare la sofferenza ma anche l’unione nelle avversità e nel dolore.

Il finale è la degna conclusione della storia, la fine di un incubo, il ritorno alla realtà.