Il 27 agosto 1999 usciva nelle sale italiane La Mummia, il Blockbuster di Stephen Sommers, primo capitolo di quello che poi sarebbe diventato un franchising di grande successo che ha dato vita a due sequel e quattro spin off. 21 anni dopo, La Mummia si presenta come un film che raccoglie l’eredità delle migliori pellicole d’avventura dei decenni precedenti e prepara il terreno per le saghe più di successo dei primi anni 2000: tanta azione, misteri da risolvere, ironia, il tutto accompagnato da elementi horror classici ed efficaci. 

La Mummia 1999 – Trailer

La trama

L’affascintantissima Evelyn (Rachel Weisz), goffa bibliotecaria e aspirante egittologa, e suo fratello Jhonatan (Jhon Hanna) entrano in possesso di un’antica mappa che sembra condurre ad Amunaptra, città dove, secondo la leggenda, sarebbe nascosto il più grande tesoro conservato da tutte le stirpe dei faraoni d’Egitto. Con l’aiuto di Rick O’Connell (Brendan Fraser), il trio raggiunge la città dei morti. Ma ad attenderli non troveranno ricchi tesori… In quella città infatti, migliaia di anni prima, era stato sepolto il leggendario sacerdote del faraone Seti I: Imhotep. L’uomo, mummificato e torturato a causa del suo amore per l’amante del faraone Anack-su-namun, ha un messaggio inciso sul suo pesante sarcofago: la morte è soltanto il principio. 

Grazie al libro dei morti letto da una fin troppo curiosa Evelyn infatti, Imothep ritornerà in vita e farà di tutto per portare a termine la sua missione: ritrovare i suoi seguaci e il suo potere e riportare in vita il suo unico amore. 

Un remake di una pellicola di quasi 90 anni fa

Il personaggio iconico del sacerdote Imothep infatti, straordinario villan della pellicola, aveva già fatto la sua comparsa sul grande schermo nel 1932. La pellicola di Sommers infatti è il remake a noi contemporaneo della storia diretta da Karl Freund, che risulta ancora oggi di grande impatto (nonostante si tratti di un film di 88 anni fa alcune sequenze risultano molto inquietanti e spaventose, inoltre il film si aggiudicò l’oscar per i migliori effetti speciali, molto impegnativi anche per la mobilità dell’attore). In questo caso il malvagio sacerdote torna nelle sue vesti umane con lo pseudonimo di Ardeth Bay, anagramma di “Death by Ra”, seminando non poco scompiglio alla ricerca, anche lui, del suo amore perduto.

Azione, mistero, comedy

Al classico tema dei morti che ritornano in vita, Sommers unisce una carica di ironia e di azione bilanciata e accurata, il tutto unito alla linea mistery e avventurosa che tiene incollati allo schermo dal primo minuto. 

È evidente come la pellicola abbia sapientemente raccolto l’eredità di alcuni dei film d’avventura più famosi di sempre: a partire ovviamente dall’intramontabile saga di Indiana Jones (1981-2008), dove ironia, avventura, tensione ed elementi horror si mescolano generando una delle avventure più entusiasmanti di sempre. Ma ancora sono molti gli elementi del film che possiamo confrontare con Stargate (1994) dove l’antico Egitto si unisce alla fantascienza, dando vita anche in questo caso a una storia potentissima.

Il film d’avventura si confermano come esperienze profondamente coinvolgenti, per prima cosa grazie alla linea gialla che viene sapientemente risolta dai protagonisti: la ricerca di un tesoro, la risoluzione di un grande mistero, il ritrovamento di qualcosa dato per scomparso. Ma anche per quanto riguarda gli eroi in questione: si tratta quasi sempre di outsider, o giovani con in tasca un sogno e poco altro. Il risultato è un grande livello di empatia soprattutto per il pubblico più giovane.

Possiamo affermare che La mummia abbia gettato le basi per le saghe d’avventura e di mistero più famose dei primi anni duemila: è evidente infatti come lo stile ironico e dinamico abbia caratterizzato poi anche la fortunatissima saga di Pirati dei Caraibi (2003-2017) e l’altrettanto di successo Il mistero dei templari (2004-2007), dimostrandosi una commistione di stili e elementi particolarmente efficace per questi grandi blockbuster.

L’importanza dell’elemento horror

Da non sottovalutare l’elemento horror all’interno del film: pur trattandosi in tutto e per tutto di un film d’avventura destinato ad un target molto giovane, La Mummia utilizza molti elementi horror di grande efficacia e lo fa senza mezzi termini. All’interno della pellicola infatti possiamo assistere a numerose scene dove, grazie ad un notevole utilizzo degli effetti speciali (il film ha un budget di 80 milioni di dollari, che hanno permesso di prestare una grande e fondamentale cura a questo aspetto), il brivido è garantito. Oltre ad una grande presenza di Imhotep versione “non morto”, indimenticabili le scene dei piccoli ma letali scarabei che si nutrono di carne umana… Ricordiamo come nel genere avventura gli elementi da brivido fossero già presenti dai primi grandi film di successo del caso: basti pensare alle indimenticabili scene al limite dello splatter in Indiana Jones e il tempio maledetto, o ancora alla ciurma maledetta che si trasforma in inquietanti scheletri viventi al chiaro di luna nel primo capitolo di Pirati dei Caraibi.

Insomma la paura unita all’avventura genera un viaggio per lo spettatore caratterizzato da curiosità e brivido. Un risultato che tiene inchiodati allo schermo, diverte e coinvolge.

La ricerca di un tesoro perduto, un potente villan sovrannaturale, una storia d’amore semplice e delle protagoniste femminili forti e emancipate. Questi elementi caratterizzano ancora la narrazione dei grandi film d’avventura a noi contemporanei, dimostrando come il linguaggio e la storia adottata da Sommers ne La Mummia abbiano raccontato in maniera moderna e vincente una storia nata nei primi decenni del secolo scorso.