L’esorcismo di Emily Rose è un film del 2005 diretto da Scott Derrickson. Le vicende narrate sono ispirate al caso di Anneliese Michel, una giovane donna tedesca ritenuta posseduta e deceduta nel 1976 per debilitamento fisico, in seguito a dei riti di esorcismo.

Trama

La giovane studentessa Emily Rose (Jennifer Carpenter) muore in seguito ad un rito di esorcismo; il prete che l’aveva praticato, Padre Moore (Tom Wilkinson), viene accusato di omicidio colposo. La Chiesa vorrebbe che Padre Moore accettasse il patteggiamento che prevede 12 mesi di reclusione, ma l’uomo insiste a dichiararsi innocente e a voler figurare dinnanzi alla corte, per portare il caso all’attenzione pubblica e “far conoscere la vera storia di Emily Rose”. L’avvocato difensore di Padre Moore, Erin Bruner (Laura Linney), che inizialmente si dichiara agnostica, comincerà a sperimentare eventi paranormali e a cambiare la sua visione e opinione sulla tragica storia di Emily.

Legal thriller e christian horror

L’esorcismo di Emily Rose è un thriller legale perché principalmente incentrato sul processo, ma possiede molto dell’horror religioso-cristiano i cui elementi, inseriti attraverso flashback, vanno poi a sovrapporsi alla storia principale. L’avvocato Bruner ci viene presentata, all’inizio, come razionale e ambiziosa: il suo scopo è ricevere dal capo la piena compartecipazione al suo studio legale. Appena reduce da una vittoria giudiziaria, Bruner accetta l’apparentemente semplice caso di Padre Moore per continuare la scalata verso il successo. Come accade in un legal thriller, l’avvocato si ritrova personalmente coinvolta nelle vicende, mentre l’imputato Moore, suo cliente, continua a gridare la propria innocenza. L’evoluzione del personaggio dell’avvocato si compie anche e soprattutto attraverso un “risveglio della fede”, suggellando quella sovrapposizione tra trama principale e secondaria.

Bene contro Male

Se all’inizio Erin non crede alla storia della possessione e non crede all’esistenza di angeli o demoni, ben presto cambierà idea. Non c’è un’esplicita conversione al cristianesimo, ma un avvicinamento di Erin alla consapevolezza che qualcosa esiste – Stephen King lo chiamerebbe “subudibile”. Avvicinamento reso possibile dalla sofferenza di Emily, che si è immolata per il bene dell’umanità. I film horror cristiani si basano sempre su una contrapposizione Bene-Male, in cui il Male coincide il Demonio mentre il Bene è rappresentato dai ministri di culto, ma non per forza preti. Tra questi paladini del Bene ricordiamo ad esempio i coniugi Warren, protagonisti della saga di The Conjuring – definita da alcuni “propaganda cristiana conservatrice”. Tra Bene e Male c’è un terzo personaggio, generalmente una bambina o una donna giovane, il cui corpo funziona da tramite. Ricorderete tutti la Regan de L’esorcista, ma è negli anni ’00-’10 che c’è stata una proliferazione di bimbe/ragazzine possedute: Janet in The Conjuring – Il caso Enfield, Doris in Ouija – L’origine del male o Emily in The Possession.

Emily e la scatola demoniaca in The Possession (2012, regia di Ole Bornedal)

Il background di provenienza della giovane posseduta è generalmente una famiglia disgregata, con madri sole o genitori divorziati, terreno fertile per le forze del male. La posseduta, la maggior parte delle volte, fa qualcosa che non dovrebbe, compiendo una trasgressione, come provare ad entrare in contatto con i defunti attraverso una tavoletta ouija o aprire una misteriosa scatola. Ne L’esorcismo di Emily Rose, la posseduta è molto distante da queste altre giovani protagoniste: è credente e non trasgredisce. Anche l’allontanamento da casa non può essere considerato come una trasgressione. Emily abbandona la sua fattoria e la sua famiglia per frequentare l’università, ma l’allontanamento non coincide con un rinnegamento di quei valori cristiano-tradizionali della famiglia. La sua vita universitaria non è fatta di feste fino a tarda notte, alcol e ragazzi. Anzi, la relazione che instaura con un ragazzo è casta e quasi puerile. Emily è, insomma, una santa. Allora perché le forze del male se la prendono con lei? La sua sofferenza non serve nemmeno per far tornare il prete sulla retta via, come spesso accade nei film sulle possessioni. Padre Moore non sta attraversando nessuna crisi di fede; anzi, è più convinto che mai del suo dovere di portare avanti una battaglia contro il Male. Il destino di Emily è allora quello di diventare una vera e propria martire affinché il mondo sappia che il Male esiste – per la serie: pentiti e credi.

L’elemento orrorifico

Le scene più propriamente horror occupano un piccolo spazio del film. Elementi disturbanti sono sempre presenti, ma le sequenze con più jumpscares sono quelle flashback con protagonista Emily. Gran parte del merito va all’interpretazione di Jennifer Carpenter, terrificante nei suoi movimenti disarticolati ed espressioni facciali, ma al contempo capace di coinvolgere lo spettatore nella sofferenza della sua Emily. Per il resto, nulla di nuovo: porte che sbattono, ombre, tempeste di pioggia e vento, volti demoniaci con l’immancabile bocca allungata…

Non ho mai considerato questo film un’apologia dei valori cristiani e conservatori. Le opposizioni binarie su cui L’esorcismo di Emily Rose si costruisce sono abbastanza evidenti – Emily pura e devota/avvocato spietata e arrivista; mondo idilliaco della fattoria/campus universitario che corrompe. Anche i due avvocati che si scontrano si trovano su due posizioni diametralmente opposte. L’avvocato dell’accusa, credente e praticante, tenterà con tutte le sue forze di smontare e mettere in ridicolo ciò in cui crede Padre Moore, sostenendo che la giovane Emily non avesse ricevuto le cure adeguate alla patologia di cui probabilmente soffriva; dall’altro lato Erin, agnostica, si impegnerà invece per sostenere che il farmaco assunto da Emily avesse minato la possibilità della giovane di rispondere all’esorcismo. A ciò si va ad aggiungere la visione mistica avuta da Emily, mostrata attraverso i flashback, e le presunte stimmate ricevute per il suo martirio. Ma, nonostante tutto ciò, la sintesi cui si giunge nel finale non nega né asserisce l’effettiva possessione di Emily. Se in un film come The Conjuring il Male è vero, è lì, e va via grazie all’intervento dei Warren, rappresentanti dei valori cristiano-conservatori cui facevo riferimento prima, ne L’esorcismo di Emily Rose l’ambiguità resta. I flashback sono filtrati dallo sguardo di Emily o di Padre Moore. Gli eventi paranormali vissuti da Erin, il terrore del medico che era presene durante il rito, potrebbero essere semplici suggestioni derivate da un coinvolgimento profondo nella storia. In fondo, la fede è qualcosa di puramente personale. Credere o non credere dipende dalle inclinazioni di chi guarda.