Tutti presi dal cercare in continuazione la rinascita del cinema di genere italiano, finiamo per perderci il meglio se non frequentiamo quella fucina di talenti e coraggio che sono i festival di settore. Finalmente, dopo un lungo periodo di attesa, arriva a tutti la possibilità di vedere su Apple TV e Amazon Prime Lettera H di Dario Germani.

LA TRAMA

Seba è un carrozziere di quasi quarant’anni che vive una storia d’amore con la giovane Patty. La loro unione, contrastata dai genitori di lei e dal chiacchiericcio di quartiere, sembra resistere ai pregiudizi e renderli immuni alle opinioni altrui.

Una sera, dopo una festa in discoteca, i due decidono di appartarsi in un bosco vicino, usando la 127 vintage che Seba ha restaurato con le sue mani. La serata d’amore dal gusto anni ’80 viene presto turbata quando i due iniziano a sentirsi osservati e minacciati da qualcuno appostato tra gli alberi.

Quella piccola auto d’altri tempi sembra diventare l’ultimo luogo sicuro per i due. Ma sarà così?

INCUBI DAL PASSATO

Lettera H è un film di sorprendente forma e sostanza. Inizia con classicità, raccontando una storia di riscatto personale che passa per un amore innocente e poi, improvvisamente, vira nell’incubo, nella paura più primordiale, tuffandoci in una notte profonda e senza fine.

E proprio l’anacronistica e fascinosa Fiat 127, mostrata con tenerezza quasi come fosse la reliquia di un passato d’innocenza e spensieratezza, diventa il trait d’union tra il presente incerto dei nostri giovani e un passato terribile che ha guastato il Belpaese. Ombre lontane che reclamano ancora il loro tributo di sangue. Macchie indelebili nella coscienza condivisa che ci hanno cambiati per sempre. Una su tutte, la vicenda del Mostro di Firenze.

RACCONTARE LA PAURA

Possiamo dire che in Lettera H funziona tutto. Dalla regia del bravo Dario Germani che riesce a trasmettere l’angoscia con inquadrature dirette che non nascondono il lato più duro della violenza, alla scrittura di Andrea Cavalletto che in una spirale narrativa sempre più avvolgente conduce lo spettatore in un racconto schietto e disarmante, analizzando la paura, nella sua componente più primordiale.

Aggiungiamo a questo la splendida interpretazione dei due protagonisti, Marco Aceti e Giulia Todaro, che riescono a trasmettere con naturalezza la non semplice evoluzione dei loro personaggi, da teneri innamorati a vittime di un male assoluto.

Giulia Todaro, Marco Aceti e Dario Germani

Classificazione: 4 su 5.