François Ozon è un regista francese che ha ormai diretto ben venti film e diversi cortometraggi. Nonostante le sue produzioni siano un po’ “snobbate” in Italia, meritano assolutamente di essere viste.

Un cinema sui generis

Quello di Ozon è un cinema sui generis. È molto difficile identificare delle costanti nelle sue produzioni spesso atipiche e originali ed è altrettanto difficile trovare un fil rouge che colleghi i suoi venti film. Molti critici hanno definito il cinema di Ozon come cinema della fluidità, termine scelto per denotare la sua capacità di spaziare (fluire) nei temi e nei generi. Il regista francese nei suoi film oscilla tra il thriller e l’erotismo, anche se l’elemento drammatico, in diverse sfumature, è quello più presente. Spesso i suoi film hanno un forte spirito satirico e cercano di indagare la sessualità nei suoi diversi aspetti.

Data l’attività prolifica non sarebbe possibile approfondire tutti i film di questo regista in un unico articolo, perciò mi limiterò a presentare quei film che, più di altri, presentano connotazioni horror e thriller, e lo farò senza fare spoiler in modo che chi ancora non ha visto alcun film di Ozon possa decidere quali, eventualmente, recuperare.

Questa vuole essere, quindi, un’introduzione generale (ma in realtà, forse, qualcosa di più) al cinema di François Ozon.

Da “Scenes de lit” a “Regarde la mer”

Ozon realizza il suo primo lungometraggio (Sitcom – La famiglia è simpatica) nel 1998. Prima di questo, il regista si dedica a una vasta produzione di cortometraggi e mediometraggi, molti dei quali si possono trovare tranquillamente su YouTube, sottotitolati in italiano o in inglese. Il cortometraggio più noto e premiato è Une robe d’été (Vestito d’estate) che mette in scena la sessualità fluida di un giovane ragazzo, capace di vivere con naturalezza e purezza la sua attrazione per i corpi maschili e femminili, amando e divertendosi liberamente senza porre in rigidi schemi il suo orientamento sessuale. In molti corti di Ozon c’è una spiccata tendenza all’erotismo, a una libertà sessuale che spesso e volentieri sfocia in particolari perversioni.

Su questo fil rouge si colloca Scenes de lit, un insieme di brevi scenette che affrontano il sesso nelle sue diverse sfumature. È proprio in una delle scenette di Scenes de lit che troviamo una prima fusione tra erotico e horror (che poi si ritroveremo in diverse produzioni del regista). Nella prima scenetta del cortometraggio, infatti, assistiamo alla vicenda di un giovane ragazzo che si reca da una prostituta famosa per riuscire a cantare la Marsigliese mentre pratica del sesso orale. La breve scenetta, che fin dall’inizio appare grottesca, è caratterizzata da un finale horror, assolutamente scioccante.

Regarde la mer, tra Hitchcock e l’home invasion

Ma la prima produzione thriller vera e propria di Ozon è Regarde la mer, un mediometraggio dalla durata di 52 minuti, uscito nel 1997. Una sorta di home invasion dalle tinte hitchcockiane che racconta la storia di Sasha, una donna che si trova nella propria casa al mare in compagnia della figlia di dieci mesi. Un giorno, però, una ragazza si presenta alla porta chiedendo di poter piantare la propria tenda da campeggio nel giardino di Sasha. La donna accetta fidandosi della ragazza e facendola entrare anche in casa sua, ma presto si rende conto di aver commesso un errore enorme.

La ragazza, interpretata da Marina de Van (celebre per Dans ma peau), costituisce l’elemento perturbante del film: Ozon crea attorno a questo personaggio un alone di mistero che, fin dall’inizio, inquieta lo spettatore. Anche in Regarde la mer è presente una (leggera) componente erotica. Il film riesce sicuramente a turbare profondamente lo spettatore: è un film crudo che non risparmia dettagli forti ma, anzi, li mette in rilievo con l’intento di scioccare.

Regarde la mer, a differenza della produzione precedente di Ozon, non si trova su Youtube, ma è acquistabile su Apple TV al modico prezzo di 2,49€ (in francese con sottotitoli in francese). Questo mediometraggio ha ottenuto ottime valutazioni: 100% su Rotten Tomatoes e 6,8/10 su iMDB.

I primi lungometraggi: il cinema della trasgressione violenta

I primi tre lungometraggi di Ozon, insieme ai suoi corti, portarono il critico francese René Prédal a etichettare il cinema del regista come cinema della “trasgressione violenta” e degli “attacchi radicali contro la famiglia”. Sono proprio queste, infatti, le caratteristiche dei suoi primi tre film, che sono: Sitcom – La famiglia è simpatica (1998), Amanti criminali (1999), Gocce d’acqua su pietre roventi (2000). Il primo è una parodia della famiglia borghese (comica ma grottesca allo stesso tempo) mentre il terzo mette in scena una sceneggiatura di Rainer Werner Fassbinder. Ci soffermeremo, però, sul secondo, ovvero Les amants crimenls, arrivato in Italia come Amanti criminali.

Amanti criminali

La trama è la seguente: Alice e Luc sono due adolescenti che, insieme, pianificano l’omicidio di Said, un loro compagno di scuola reo di aver dimostrato con troppa arroganza il suo interesse per la ragazza. Recatisi nel bosco per seppellire il cadavere, i due vengono rapiti da un orco senza scrupoli che li terrà in ostaggio infliggendogli torture fisiche e psicologiche.

Ozon riprende qui una delle fiabe più classiche (Hansel e Gretel) per affrontare in modo diretto e libero il tema dell’omosessualità. L’uomo/orco che rapisce i due ragazzi, infatti, spinge Luc ad avere diversi rapporti sessuali con lui, rapporti che, inizialmente inaccettabili, diventano infine per Luc fonte di un appagamento sessuale che egli non era in grado di trovare con Alice, la sua ragazza. Se, quindi, nel suo film precedente Ozon aveva sistematicamente attaccato l’ipocrisia della famiglia borghese per distruggere (o per lo meno destrutturare) un’istituzione, qui egli punta a eliminare e a screditare quella (fragile e ipocrita) mascolinità che, inserita nel perbenismo della stessa mentalità borghese, rende tutto ciò che è queer impensabile e incomprensibile e, conseguentemente, sbagliato e contronatura.

L’operato dell’orco, seppur violento e ignobile, diventa momento epifanico, maieutico, rivelatore di una verità tanto assoluta quanto scomoda. Il film, un horror a tutti gli effetti, costituisce una complessa metafora sulla sessualità e si inserisce perfettamente in quelle definizioni con cui Prédal aveva etichettato il cinema ozoniano.

Amanti criminali, definito anche da molti “un Hansel e Gretel in chiave voyeuristica”, non si trova purtroppo in nessuna piattaforma. Al momento l’unico modo legale per recuperare il film è quello di acquistarne una copia in DVD. Il film ha ottenuto diversi riconoscimenti e ha una valutazione di 6,5/10 su iMDB.

La trilogia del lutto: Ozon spiazza tutti

Nel 2000 Ozon dirige Sotto la sabbia, primo capitolo di una trilogia che si concluderà nel 2009. La critica rimane spiazzata di fronte a questo film: Sotto la sabbia non ha niente a che fare con la trasgressione violenta e non è assolutamente un attacco alla famiglia. Il film racconta la storia di Marie, una donna che deve affrontare la scomparsa (e presumibilmente morte) del marito. Un film drammatico sull’elaborazione del lutto, con una leggera sfumatura mistery. Un film che non ha niente a che fare con tutta la produzione precedente di Ozon che, così, si strappa dalla fronte quelle etichette che Prédal aveva associato al suo cinema.

Sotto la sabbia (Sous le sable) è l’unico film della trilogia del lutto caratterizzato da una componente mistery e, per questo, ne ho parlato brevemente. La trilogia del lutto merita, comunque, di essere vista e, a parer mio, costituisce forse l’apice del cinema di Ozon. Potete leggere QUI un’analisi di Le temps qui reste (Il tempo che resta, 2005), il secondo capitolo della magnifica trilogia del lutto. Il terzo capitolo della trilogia si intitola, invece, Il rifugio, ed è uscito nel 2009.

8 donne e un mistero: tra Truffaut e Agatha Christie

Nel 2002 Ozon porta sul grande schermo uno dei suoi film più celebri: 8 femmes, arrivato in Italia come 8 donne e un mistero. Riprendendo la pièce di Robert Thomas, Ozon racconta la storia di otto donne (della stessa famiglia o che lavorano per essa) che, bloccate in casa a causa della neve che cade senza sosta, devono affrontare la morte di Marcel, unico uomo della famiglia che è appena stato ucciso, presumibilmente da una di loro. Le otto donne inizieranno ad accusarsi a vicenda e a indagare, per capire chi di loro è l’assassina.

8 femmes è un film che merita assolutamente di essere visto. Una pellicola tipicamente francese in ogni sua sfumatura: Ozon riprende chiaramente il cinema di Luis Buñuel e di François Truffaut, sceglie le attrici più iconiche del cinema francese (da Catherine Deneuve a Isabelle Huppert, passando per la meravigliosa Fanny Ardant) e inserisce persino degli intermezzi musicali tipicamente teatrali in cui ogni personaggio entra in scena e canta una canzone tipica del panorama musicale francese (da Toi jamais a Pour ne pas vivre seul). Un film che deve molto anche a Hitchcock e alle opere di Agatha Christie, dalle quali sicuramente riprende l’atmosfera.

Un altro attacco alla famiglia

Ozon riprende anche quell’atteggiamento iconoclasta che aveva caratterizzato le prime produzioni: scagliandosi di nuovo contro la famiglia, egli ne compie una vera e propria destrutturazione eliminando ogni componente maschile e poi inserendo una scena (la più iconica) che sembra voler distruggere, o comunque screditare, la famiglia borghese (proprio come in Sitcom). Anche qui Ozon attacca la famiglia: tra amanti, tradimenti, un (quasi) incesto e una lotta continua per prevalere, la famiglia diviene vero e proprio elemento perturbante, predatrice che non lascia alcuna via di scampo. Se non la morte.

8 donne e un mistero è un film che è divenuto un vero e proprio cult. Con un punteggio di 7.1/10 su iMDB e 79% su Rotten Tomatoes, è uno dei film di Ozon che più ha avuto successo a livello internazionale. Il film può essere visto su Chili (prezzo di noleggio: 2,99€) ma è facilmente reperibile anche in DVD.

Swimming Pool, tra realtà e immaginazione

Il 2003 è, invece, l’anno di Swimming Pool, un thriller sospeso tra realtà e immaginazione. Ozon sceglie come protagonista Charlotte Rampling (già vista in Sotto la sabbia) per raccontare una storia che, anche se in modo velato, diventa metafora della complessità del lavoro che ogni autore compie per poter realizzare una sua opera (letteraria o cinematografica che sia).

La trama è questa: Un’autrice di gialli britannica, Sarah Morton, viene invitata dal proprio editore nella sua casa di campagna, in cui può trascorrere un periodo di relax per lavorare al suo nuovo libro. La donna accetta ma la sua quiete viene turbata dall’arrivo di Julie, la figlia dell’editore la quale scatena un certo disagio in Sarah.

Anche qui a essere protagoniste sono due donne, apparentemente così diverse, che combattono, si scontrano, si odiano ma, alla fine, si proteggono. A differenza di 8 femmes, qui Ozon torna a inserire la componente erotica: Julie, che vive il sesso con grande disinibizione, diventa rappresentazione dei desideri repressi di Sarah che, seppur la giudichi con fare puritano, spesso non può fare a meno di spiarla e di essere affascinata da tutto ciò che razionalmente respinge con grande convinzione ma che, in fondo, la attrae profondamente. Il film si presenta come un normale thriller ma un bel colpo di scena finale lo apre a diverse interpretazioni interessantissime su cui non mi posso soffermare in questo articolo.

Come 8 donne e un mistero anche Swimming Pool ha avuto una grande diffusione. Il film è disponibile su Amazon Prime Video e ha ottenuto ottime valutazioni (6,7/10 su iMDB e 83% su Rotten Tomatoes).

Nella Casa, laddove la letteratura diviene realtà

È il 2012. Sono passati nove anni da Swimming Pool, anni in cui Ozon ha completato la sua trilogia del lutto e girato altri film (alcuni interessanti, altri perdibili). Dopo questi anni, Ozon riprende in mano il genere thriller con Nella Casa (Dans la maison), pellicola in cui troviamo, tra gli altri, Fabrice Luchini, Denis Ménochet e Kristin Scott Thomas.

La trama non è affatto semplice da spiegare, ma iMDB la riassume così: un insegnante di liceo viene coinvolto nella storia sempre più trasgressiva di uno studente che racconta la sua particolare relazione con la famiglia di un amico. Questa trama è assai approssimativa e non rende giustizia a una delle sceneggiature, a parer mio, più belle e intelligenti degli ultimi vent’anni. Il professore, Germaine, è affascinato dalla storia dello studente, Claude, e lo spinge a continuare il suo racconto, nonostante certi limiti vengano superati fin quasi dall’inizio del film. Claude, come un parassita, entra nella casa di un suo compagno di classe e racconta tutto ciò che succede tra quelle mura, pronto a tutto pur di andare oltre, pur di penetrare sempre più profondamente nell’intimità della famiglia del suo amico. Claude diventa elemento perturbante, deciso a studiare e scandagliare la famiglia borghese per poi distruggerla.

Una pellicola sulle storie

Ozon sembra quasi tornare al suo primo cinema anche se, in realtà, tutto ciò che vediamo sembra un po’ una sintesi di tutti i temi a lui più cari, già affrontati nel suo cinema precedente. Nella Casa è, a parer mio, uno dei migliori film del regista francese: è una pellicola sulle storie potenzialmente infinite che possono essere raccontate, è un film in sospeso tra realtà e letteratura, uno spettacolo che deve molto a Hitchcock e Pasolini.

Vi consiglio assolutamente di recuperare Nella casa che potete trovare su MUBI, oppure su Chili e Apple TV. Il film ha ottenuto ottime recensioni: 7.4/10 su iMDB e 88% su Rotten Tomatoes.

Doppio amore, un “nuovo” Ozon

L’ultimo film che voglio presentare brevemente è Doppio amore (L’amant double), pellicola del 2017 nella quale ritroviamo Jérémie Renier, protagonista di “Amanti Criminali”. Risulta difficile presentare questo film di Ozon senza fare spoiler, in quanto è il finale stesso che dà un significato alla pellicola e che chiarisce tutto ciò che per l’intera durata del film è molto ambiguo (per usare un eufemismo). Ozon presenta un film “nuovo” in cui il suo stile è riconoscibile ma, allo stesso tempo, lontano in molti aspetti da tutta la produzione precedente. Molti sono i riferimenti alle produzioni di Cronenberg, Lynch, Polansky e, addirittura, c’è una scena che è un chiaro omaggio a Alien di Ridley Scott.

La trama del film è la seguente: Chloé, una donna fragile, si innamora del suo psicanalista Paul. Pochi mesi più tardi va a vivere con lui, ma presto scopre che egli sta nascondendo una parte della propria identità.

L’amant double è un film particolarmente complesso, caratterizzato da una forte carica erotica (una scena in particolare suscitò molto scalpore al festival di Cannes). È una pellicola che, a parer mio, non è propriamente indicata per avvicinarsi (per la prima volta) al cinema di Ozon, perché rischia di produrre nello spettatore un’idea sbagliata del cinema del regista francese. L’amant double ha una valutazione di 6,2/10 su iMDB e 70% su Rotten Tomatoes. Il film è disponibile su Amazon Prime Video oppure a noleggio su Chili e Apple TV.

Été 85, “Danza sulla mia tomba”

È giusto fare un riferimento anche all’ultimo film di François Ozon, ovvero Été 85, tratto dal libro, di Aidan Chambers, Danza sulla mia tomba. Il film non è ancora uscito in Italia e probabilmente sarà distribuito nel corso di quest’anno da Academy Two. Été 85 racconta la storia di Alexis, un ragazzo ossessionato dalla morte (anche se quest’aspetto emerge molto più nel libro che nel film), che sviluppa un legame molto forte con David, inizialmente l’amico ideale che poi, però, diventerà molto di più. Un’altra storia di amore e morte che, anche se adattamento del libro di Chambers, è intrisa di elementi tipici del cinema di Ozon.

Conclusioni

In questo articolo mi sono limitato a presentare, anche se in breve, il cinema (o, per lo meno, le produzioni thriller/horror) di François Ozon. Ogni film meriterebbe un’analisi approfondita, perché complesso e intriso di significati. Nei prossimi mesi, usciranno analisi approfondite di alcuni di questi film.

François Ozon è un regista che merita assolutamente di essere conosciuto: snobbato in Italia fino a pochi anni fa, lo scorso anno il suo Été 85 ha vinto il Festival del Cinema di Roma. Vi ho parlato qui della sua produzione legata ai generi horror e thriller, ma Ozon ha diretto 20 film che, se apprezzate il cinema indipendente, vi consiglio assolutamente di recuperare…