Sono stati fatti innumerevoli film sull’amore ma nessuno ha mai osato tanto come Love di Gaspar Noè. Una narrazione onesta e sincera sulla sessualità dei sentimenti e sulla parte più bella di una storia d’amore.

Trama

Quando Murphy riceve una chiamata allarmata da parte della madre della sua ex fidanzata Electra, inizierà per lui un viaggio nei sentimenti e nei ricordi, che lo porterà a rivivere la storia di un amore perduto.

Recensione

“Il mio più grande sogno è fare un film che rappresenti davvero la sessualità dei sentimenti di tutte le persone […]. Qual è la cosa più bella della vita?”

“L’amore!”

“E dopo?”

“Il sesso!”

“Si! E se unisci le due cose, ovvero il sesso quando sei innamorato è la cosa migliore, io voglio vedere questo!”

Murphy alla ragazza della festa

Di Love di Gaspar Noè è stato detto quasi tutto. Presentato alla 68esima edizione del Festival di Cannes è stato tacciato di essere una pellicola pornografica. Ma Love non è altro che il desiderio di un regista, e soprattutto di un cinefilo, di raccontare tutto quello che accade in una coppia dopo il primo bacio. Come tutte le pellicole del nostro Gaspar è pieno di elementi da analizzare, che vanno dallo spettro cromatico utilizzato, alle musiche della colonna sonora, passando per il concetto di tempo. Forse la più intima delle sue opere è un film che vi lascerà senza parole, se solo avrete il desiderio di capirlo.

L’inconfondibile regia di Gaspar Noè

Che Love sia un film di Gaspar Noè è inequivocabile, e non perché lo sappiamo, ma perché la sua inconfondibile regia permea l’intera pellicola. Possiamo riconoscere a colpo d’occhio inquadrature e stili che abbiamo già visto in Enter The Void, come la ripresa aerea (tipica di quasi tutte le scene a letto) e quella in semi-soggettiva che riprende totalmente la pellicola precedente. Diversi sono i momenti in cui la testa di Murphy e la testa di Oscar (protagonista di Enter the Void) diventano indistinguibili.

Scena in ripresa aerea tratta da Love
Visione in semi-soggettiva tratta da Love
Visione in semi – soggettiva tratta da Enter the Void

Se con la ripresa aerea il regista ci pone come spettatori esterni alle sue scene, con la ripresa in semi-soggettiva ci fa entrare nella mente di Murphy e, quindi, nella mente di Noè stesso. Due in particolare sono le scene dove questo è palese:

  1. La scena in cui Murphy chiama Julio;
  2. La scena in cui Murphy è nel locale di scambisti.
Scena in cui Murphy chiama Julio, ripresa in semi-soggettiva
Ripresa in semi-soggettiva di Murphy all’interno del club per scambisti

Tutte queste scene fanno parte dei ricordi di Murphy e, così come era in Enter the Void, il protagonista li rivive, in una visione di sé separata dal sé fisico (metaforicamente). Ma con questa tipologia di ripresa entriamo anche nei pensieri e nella mente di Murphy. Nella prima, delle scene citate, entriamo nella rabbia e nella gelosia di Murphy che cieco e incapace di riflettere se la prende con il suo amico invece che con sé stesso. Nella scena del locale di scambisti, Murphy sembra essere sopraffatto dalla situazione che, da una parte, lo eccita ma dall’altra lo ferisce nell’orgoglio, non essendo in grado di accettare la libertà sessuale di Electra.

Cromaticità e sentimenti

Un focus particolare va, ovviamente, fatto sull’aspetto cromatico. Come nelle sue pellicole precedenti anche in questa Noè utilizza i colori per mappare i sentimenti dei protagonisti, sfruttando il più possibile i colori primari e secondari. Troviamo nuovamente il rosso intenso associato alla rabbia e il giallo alla tenerezza. Entrambi i colori sono usati sia a livello di intera cromaticità di certe scene che di dettagli dei protagonisti (come il colore delle magliette di Electra).

A proposito del giallo è impossibile non citare la scena nell’appartamento di Parigi. Immersa in uno splendido giallo canarino, colore della dolcezza per antonomasia nel cinema di Noè, viene spezzato solo dall’azzurro della maglietta di Murphy. Giallo e Azzurro sono due colori complementari una metafora cromatica sull’amore come complementarietà di due persone.

Murphy ed Electra alla mostra di Noè
La scena nell’appartamento di Parigi

La passione viene rappresentata tramite un utilizzo massiccio del bordeaux. Le scene di passione tra i due amanti sono quasi interamente caratterizzate da questo colore che viene contrapposto al bianco delle scene con Omi. Electra, infatti, rappresenta l’amore e la passione mentre Omi rappresenta l’assenza di amore e la freddezza dei sentimenti.

Una scena di passione tra Murphy ed Electra
Una scena di intimità tra Murphy ed Omi

Vi è un uso più pronunciato del verde acido, rispetto alle pellicole precedenti, e possiamo notarlo in due scene in particolare: quella in cui Murphy racconta ad Electra di aver messo incinta Omi e quella in cui Murphy tradisce Electra ad una festa. Se, da una parte, questo colore rimanda al massiccio utilizzo di droghe, dall’altra è un riferimento naturale alla sensazione di disgusto. Nella prima scena il verde si mescola con il rosso, a simboleggiare la coesistenza di rabbia e disprezzo, mentre la seconda è monocromatica, rimandando all’uso di droghe e al ribrezzo. Quello che vediamo ci ferisce e ci disgusta, come ferisce e disgusta Electra.

La scena in cui Electra comunica a Murphy della gravidanza di Omi
La scena del tradimento di Murphy

Il film è talmente colmo di significato cromatico che ogni scena sarebbe da analizzare nel dettaglio. Ancora una volta Noè mostra come il colore sia un mezzo potentissimo della settima arte per trasmettere e codificare le emozioni, permettendo allo spettatore di viverle con i protagonisti.

La musica di Noè

Aspetto cruciale di questa, come tutte le altre pellicole del regista è la musica. Noè ha dichiarato che la colonna sonora di questo Love è quanto di più personale possa esserci. Il film, infatti, è stato, dapprima girato e montato per intero, e solo durante il montaggio l’artista argentino ha deciso quali musiche inserire pescando direttamente dalla playlist dei suoi brani preferiti. Sentiamo il rock dei Pink Floyd, con il brano Is There Anybody Out There?, e  di John Frusciante con Murderers, per poi passare a brani di musica elettronica come Transperu di Koudlam, fino ad arrivare alla bellissima ed erotica Marggot Brain dei Funkadelik capace di accompagnare una delle scene di sesso più belle mai girate nella storia del cinema. E non possiamo dimenticarci di una piccola, ma quanto mai ironica, citazione musicale a Profondo Rosso di Dario Argento. Non è un caso, infatti, che la nenia che accompagna il racconto sul concepimento del piccolo Gaspar sia proprio la stessa nenia del capolavoro argentiano. Bastano pochi secondi per riconoscerla e qualsiasi cinefilo si aspetterà l’urlo impaurito della donna. Un disastro “cinefilamente” annunciato.

Noè racconta Noè

Love non è un film autobiografico, o almeno non è pensato per esserlo. Eppure, Noè ha insito nella sua natura il voler inserire parti di sé stesso all’interno delle sue pellicole. E anche Love non è da meno. Il film, infatti, oltre alla visione estremamente personale sull’amore, quasi una sorta di confessione, contiene tantissimi easter eggs che rimandano sia alle pellicole precedenti di Noè, sia alla sua persona. Il figlio di Omi e Murphy si chiama Gaspar così come l’ex fidanzato di Electra si chiama Noè ed è interpretato dallo stesso regista. Possiamo vedere, all’interno della camera di Murphy, un modellino del Love Hotel presente in Enter the Void.

Sullo sfondo il Love Hotel
L’ex di Electra interpretato da Noè

Murphy è un giovane regista, e uno dei suoi film preferiti è 2001 – Odissea nello spazio, lo stesso film preferito dello stesso Noè. Il regista, infatti, ha dichiarato di aver ideato il personaggio di Murphy come se fosse una sorta di fratellino più piccolo o un’estensione di sé, così come lo erano anche il personaggio interpretato da Vincent Cassel in Irréversible e di Oscar in Enter the Void [1]. Innumerevoli sono poi i riferimenti alla cinematografia che ha da sempre influenza il regista: vediamo poster di Taxi Driver e di Salò. Osservando accuratamente possiamo notare che vi è anche un’autocitazione: una delle cassette all’interno della libreria è proprio I stand Alone (Seul Contre Tout), primo lungometraggio del regista. A proposito di ciò Gaspar ha dichiarato che, la scelta di inserire, ricorsivamente questi riferimenti all’interno delle sue pellicole non è da imputarsi a un desiderio autoreferenziale, ma piuttosto alla sua concezione personale del cinema come manifesto dei suoi pensieri.

“Se fossi un amante dei quadri avrei messo tutti i miei quadri preferiti all’interno della pellicola”.

Intervista a Gaspar Noè

Love è, pertanto, non solo una pellicola sull’amore tra due individui, ma anche una pellicola sull’amore in generale e sull’amore per il cinema.

Droga, cinema e amore

Love è forse la pellicola dove, più che in ogni altra del regista, viene sviscerato il legame tra droga, cinema e amore. Nella visione noeliana, l’amore genera quello stesso senso di euforia e desiderio irrefrenabile che provocano le droghe. Dichiarerà in un’intervista che:

“Quando si passa dall’amore platonico all’amore carnale verso una persona, questo crea un enorme dipendenza, simile a quella che si prova per le droghe”.

Intervista a Gaspar Noè

Tuttavia, come ben sappiamo, per il regista anche il cinema ha un effetto simile a quello delle droghe. Questo espediente era già stato introdotto nella pellicola precedente, dove potevamo vedere nascondere le dosi all’interno delle custodie dei DVD. Anche qui vediamo Murphy nascondere l’oppio all’interno di una cassetta. L’oppio viene descritto come uno degli ultimi regali fatti da Electra al fidanzato, una sorta di amuleto per proteggersi a vicenda:

Proviamo a proteggerci a vicenda

Electra a Murphy

La droga, che da una sensazione di euforia, brama e assuefazione esattamente come l’amore, è anche il mezzo per avere esperienze extra sensoriali, esattamente come il cinema per Noè. Droga, cinema e amore diventano quindi un tutt’uno, una santa trinità nel mondo diegetico generato direttamente dalla mente di Gaspar.

Il tempo distrugge ogni cosa

Il tema del tempo è da sempre caro al nostro amato regista argentino e lo tratta diversamente in ognuna delle sue pellicole. Se in Irrevèrsible, la linea temporale era cronologicamente “corretta” anche se percorsa in senso opposto, rispetto alla normale modalità con cui facciamo esperienza del tempo, già in Enter the Void introduce il concetto di tempo slegato dalla consecutio tempotum. L’idea è che la percezione e quindi la modalità con cui facciamo esperienza del tempo sia legata ai sentimenti che noi proviamo in un determinato momento. Infatti, Oscar, il protagonista di Enter the Void, faceva esperienza dei suoi ricordi in modo confuso, rendendo quasi impossibile per lo spettatore orientarsi all’interno della sua testa. Il legame tra i diversi ricordi era dettato sia dai sentimenti che egli provava in riferimento ad essi, che da collegamenti logici tra le diverse esperienze di vita. In Love il tempo viene legato strettamente a ciò. La storia parte con la chiamata della madre di Electra la quale, allarmata dal fatto che non sente la figlia da mesi, chiede a Murphy se ha notizie di lei. Da questo momento Murphy rivive la loro storia d’amore passando attraverso i ricordi. Quello che è interessante notare è come non vi sia un effettivo collegamento di causa – effetto tra i ricordi evocati, ma piuttosto un legame dettato, sia da un rimando logico (ad esempio, il concepimento del piccolo Noè viene ripercorso perché Omi chiede al piccolo se sappia come si facciano i bambini), che da un rimando emotivo. Rispetto a quest’ultimo espediente, possiamo dire che l’intera relazione tra Murphy ed Electra viene ripercorsa seguendo una logica che è ben nota a chiunque abbia avuto una relazione importante finita tragicamente. Tendenzialmente, quando si rievoca una storia d’amore finita, i primi ricordi a venire a galla sono quelli caratterizzati dalle emozioni più forti: la disperazione e l’amore più puro.

Un momento di tenerezza tra Murphy ed Electra

Murphy, infatti, rivive, dapprima il momento della rottura con Electra e il dolore che ha provato, per poi passare ai momenti di maggior spensieratezza e felicità. Solo con l’avanzare della pellicola vengono portati alla luce gli altri ricordi, quelli che tendiamo a soffocare e che sono, tuttavia, la somma dei motivi che portano a una rottura. Piano piano vediamo i tradimenti reciproci, l’uso pesante di droghe e il desiderio fare diverse esperienze sessuali insieme.

“Ho visto tante belle coppie rovinarsi per l’uso di droghe e alcol. Questo film voleva essere una specie di discorso che avrei fatto a un mio fratello più piccolo”.

Intervista a Gaspar Noè

Dichiarerà Noè in un’intervista. Per orientarci tra i diversi ricordi abbiamo come riferimento la lunghezza dei capelli di Electra. La giovane, infatti, deciderà di tagliarseli dopo l’esperienza con il peyote. La ex di Murphy avverte i ragazzi che, quel tipo di esperienza, ti porta “oltre”. E quell’oltre sarà proprio il punto di non ritorno per la coppia che a mano a mano tenderà a spingere sempre più in là il limite delle esperienze, finendo per perdere la cosa più cara che avevano: il loro amore.

Murphy: “Sai, ogni tanto mi manca la tua coda di cavallo.”

Electra: “Sai, a me manca… ridere. Ridevamo sempre quando ci siamo incontrati”

Dialogo tra Murphy ed Electra all’interno di Love

L’ipocrisia del pensiero maschilista

Per quanto riguarda le diverse esperienze sessuali vissute da Murphy ed Electra, Noè ci tiene a sottolineare l’ipocrisia del pensiero maschilista, come aveva già fatto in Irrèversible con il personaggio interpretato da Cassèl.

Il dialogo tra Murphy e i poliziotti

Murphy è il classico “macho”, quello che pretende di poter avere rapporti con altre persone al di fuori della sua relazione, ma che non sopporta, e anzi impazzisce, quando è la sua compagna a comportarsi come lui. Questa modalità di pensiero viene mostrata sia nella scena iniziale, quando Murphy fa una scenata a Julio pensando che abbia rapporti sessuali con Electra, sia nella scena del locale per scambisti, che nella scena in cui Electra gli confesserà di averlo tradito con il suo ex Noè dopo che lui l’ha appena tradita con una ragazza. Murphy parla di Electra come se lei fosse qualcosa di sua proprietà, di cui lui può fare ciò che vuole, ma che gli altri non devono azzardarsi a toccare. La mascolinità di Murphy è talmente debole da essere terrorizzato, quasi schifato all’idea che possa essergli piaciuta un’esperienza con una persona transessuale.

Murphy: “Non lo dirai a nessuno vero?! [riferendosi all’esperienza con la donna transessuale]”

Electra: “Perché? Non ci sarebbe niente di male!”

Dialogo tra Murphy ed Electra

Non capiamo quanto questa sia una critica o piuttosto un’autocritica del regista, visto che ha dichiarato più volte di vedere i suoi personaggi come diretta estensione di sé stesso, sta di fatto che non è la prima occasione in cui Noè introduce questa critica al maschilismo tossico.

La parte migliore di una storia amore

“Il motivo per cui ho voluto fare questo film è perché, queste scene (quelle esplicitamente sessuali), che non vengono mai riportate sul grande schermo, sono in realtà le più importanti. Di solito vediamo o scene in cui le persone parlano e si baciano ma poi non viene mostrata la parte migliore di una storia d’amore, oppure hai film che trattano di sesso in cui le persone non si baciano e non parlano di avere bambini”.

Gaspar Noè, intervista al Time

Love è un film che, di per sé, non ha nulla di controverso. La sessualità mostrata all’interno del film non è atta a scandalizzare lo spettatore e, tantomeno, è un atto di ribellione alla visione borghese imperante (come invece è in Nymphomaniac di Lars Von Trier). Noè, ancora una volta, ci spalanca una porta sulla sua mente, sulla sua visione dell’amore e ci racconta cosa è per lui l’amore. E una relazione non è solo baci e carezze ma è anche, e forse soprattutto, intimità, condivisione, erotismo. Il sesso, e più in generale, gli atti sessuali che vediamo compiere da Murphy ed Elettra non sono niente altro che un’estensione dei sentimenti che provano l’uno per l’altra. I rapporti tra i due, infatti, non sono rappresentati in modo ripetitivo e nauseante, ma dinamico e mutevole come i sentimenti dei due protagonisti. Vediamo il sesso tenero, guidato solo e unicamente dall’amore che c’è tra i due, vediamo il sesso bramoso e desideroso del corpo dell’altro, espressione del desiderio presente tra i due amanti. Ma vediamo anche il sesso rabbioso, il sesso riparatore e il sesso occasionale. Tutte queste diverse modalità di darsi all’altro sono rese in modo estremamente realistico grazie, da una parte, all’abilità del regista di strutturare le riprese (caratteristica tipica di Noè è proprio il saper rendere tramite i movimenti di macchina i sentimenti provati dai protagonisti), dall’altra grazie alla sinergia tra i due attori. Sarà proprio il regista a dichiarare che:

“La scenografia era composta da un totale di 7 pagine e 60 scene in cui erano pressoché assenti i dialoghi. Gli attori venivano da me con le loro idee e, sai, quando hai a che fare con persone così talentuose, intelligenti, carismatiche, innovative puoi giocare più facilmente”.

Intervista di Gaspar Noè

Aomi Muyock e Karl Glusman sono stati fenomenali nel riuscire a trasmettere le emozioni di due amanti in modo così fedele alla realtà, soprattutto se teniamo in considerazione che per la splendida Aomi questa era la prima esperienza davanti alla macchina da presa.

Le mie conclusioni

Potrei passare le ore a parlare di Love e del cinema di Noè. Ricordo ancora la prima volta che vidi questo film e di quanto rimasi abbagliata dalla sua bellezza. E’ un compito estremamente difficile riuscire a raccontare le dinamiche e le emozioni tra due individui che si amano, ma il regista argentino non mi ha delusa, anzi. E’ riuscito a portare su grande schermo sfumature emotive mai viste in altre pellicole. Il sesso che vediamo in Love non è volgare o fine a sè stesso, ma è funzionale a veicolare i sentimenti dei due ragazzi. Per non parlare della bellezza della regia e della fotografia, veri capisaldi del cinema di Noè. Le scene sono studiate nei minimi dettagli, con un uso del colore estremamente consapevole. E poi i dialoghi, riescono a far sognare anche il più scettico degli spettatori. Insomma, una pellicola che chiunque dovrebbe vedere almeno una volta nella vita.

“Io non so molto sull’amore, ma nella mia testa è come se fosse un luogo che non vuoi lasciare”

Electra rivolgendosi a Murphy

Classificazione: 4.5 su 5.

Leggi anche: Enter the void – quando il cinema diventa un’esperienza sensoriale e Irrèversible – un esperimento con il tempo