L’uomo sulla strada di Gianluca Mangiasciutti è un thriller italiano che uscirà al cinema il 7 dicembre 2022. Una pellicola che racconta una storia complessa, con un’ottima regia e buone interpretazioni.

Trama: Irene è una ragazza ribelle che ha assistito alla morte del padre, ucciso da un pirata della strada quando lei era ancora una bambina. La ragazza rincontra l’uomo che le ha rovinato la vita, ma l’inspiegabile rapporto che nascerà con lui le cambierà la vita per sempre.

Un thriller atipico

Due destini legati da un filo sottile, quasi invisibile. L’(im)possibilità di un amore impensabile. L’odio, il rancore, la nostalgia e forse il perdono. Sono questi i temi di L’uomo sulla strada, thriller diretto da Gianluca Mangiasciutti con protagonisti Aurora Giovinazzo e Lorenzo Richelmy. Un thriller atipico che, con molti pregi e qualche difetto, può essere annoverato tra le pellicole più interessanti di questo 2022 ormai agli sgoccioli. A Mangiasciutti non solo va riconosciuto grande coraggio – in un panorama, quello italiano, in cui al thriller si preferiscono di gran lunga altri generi, almeno a livello di produzione –, ma anche la capacità di creare sequenze registicamente interessanti che non possono passare inosservate, a partire da quella con cui si apre il film, ovvero la morte del padre di Irene (Aurora Giovinazzo) a causa di un pirata della strada.

Irene, personaggio melanconico

Un grande merito del film è quello di dedicare tempo e spazio ad ogni personaggio, sviluppando così figure tridimensionali che si distinguono da quelle macchiette che ormai troppo spesso siamo abituati a vedere nel cinema nostrano recente. I personaggi di L’uomo sulla strada sono tutti più o meno interessanti e approfonditi, anche quelli secondari. Ed è proprio questo, probabilmente, il focus del film: la storia viene messa quasi in secondo piano rispetto ai due protagonisti, Irene e Michele, che, legati da un destino beffardo, si trovano a fare i conti con due traumi profondamente diversi ma causati dallo stesso evento. Irene è una ragazza ribelle, lacerata dal dolore della scomparsa della padre, un evento che non è mai riuscita a superare.

In termini lacaniani, Irene è un personaggio melanconico: il lavoro del lutto in lei non è avvenuto, la sua esistenza è sempre stata completamente assorbita da esso, da maldestri tentativi di trovare il colpevole o, quantomeno, di trovare qualcuno su cui riversare il proprio dolore. Il fatto che l’omicidio stradale del padre sia rimasto impunito è ciò che rende il lutto inassimilabile, insuperabile. Irene non ha voglia di studiare, è irascibile, talvolta aggressiva e ha un rapporto difficile con la madre, colpevole di aver tentato di ricostruirsi una vita dopo la morte del marito.

Michele e il senso di colpa

Ma Irene è destinata a incontrare colui che le ha rovinato la vita, colui che ha portato la morte a suo padre: Michele. Il film chiarisce subito che il ragazzo è il responsabile del decesso del padre di Irene, mostrando, quindi, che l’intento degli autori non è assolutamente quello di mettere in scena un giallo o il più classico dei thriller, ma una storia profondamente umana, assai complessa. Lo stesso Michele non è quello che potremmo definire un villain, ma un essere umano che convive con un profondo senso di colpa, incapace di perdonare se stesso, incapace di lasciarsi alle spalle un passato con cui evidentemente non è mai riuscito a fare i conti. L’incontro tra i due è sicuramente l’argomento centrale del film, un film che narra di un rapporto impensabile, complesso, troppo per poterne immaginare lo sviluppo.

Un finale un po’ affrettato ma soddisfacente

Il principale (e forse l’unico) difetto di L’uomo sulla strada è la gestione della narrazione: ci si sofferma troppo su aspetti secondari, mentre il finale, seppur soddisfacente, poteva essere sviluppato in modo meno frettoloso è più approfondito. Tuttavia, le ultime due sequenza del film ne sono forse il punto più alto a livello registico, in particolar modo grazie a un montaggio alternato capace di far esplodere tutte le tensioni che si erano accumulate nel film tra Irene e Michele.

L’uomo sulla strada è anche un film sul perdono. Si può perdonare chi ci ha rovinato la vita? Può il perdono aiutare a superare il lutto? L’amore può vincere sull’odio e sul rancore? Se sì, in che modo?

Il film di Gianluca Mangiasciutti sembra dare una risposta a queste domande, o meglio, sembra fornire uno spunto di riflessione interessante su questi temi. Una risposta che troverete in sala dal 7 dicembre se deciderete di dare una possibilità a questo thriller italiano che, senza dubbio, vale la pena di essere visto.

In conclusione, L’uomo sulla strada è un thriller molto interessante: ad emergere è l’ottima regia di Mangiasciutti accompagnata da ottime interpretazioni, in particolar modo per quanto riguarda Aurora Giovinazzo e Lorenzo Richelmy. La storia forse è un po’ debole – o almeno questo è ciò che potrebbe pensare chi si aspetta il classico thriller –, ma ciò è motivato dalla scelta di mettere in primo piano i personaggi, le loro debolezze, il loro dolore, i loro rimpianti e rimorsi, il loro lato umano…