M3gan, dal 4 gennaio al cinema, è una nuova produzione firmata Blumhouse e James Wan, che oltre a essere produttore ha anche scritto il soggetto.

M3gan

Trama: Gemma crea la bambola M3GAN (acronimo di Model 3 Generative Android), un androide progettato per diventare la migliore amica di qualunque bambino. Decide quindi di testare l’androide con la nipote Cady, di cui è diventata tutrice, ma la bambola si rivela essere meno amichevole del previsto.

Jason Blum di Blumhouse e James Wan sono da anni due dei più prolifici creatori di film horror. M3gan è la loro seconda collaborazione, dopo l’esperienza per la saga di Insidious. Per questo film hanno coinvolto Gerard Johnstone (Housebound) alla regia e Akela Cooper (Malignant) per la sceneggiatura, da un soggetto scritto insieme a James Wan. M3gan ha un approccio da horror b-movie classico che cerca poi un equilibrio con una messa in scena più dinamica e un umorismo cinico. L’idea di un robot che si trasforma in una bambola assassina è di per sé spaventosa, ma c’è una dose di ironia che rende il tutto meno serioso.

M3gan
M3GAN (acronimo di Model 3 Generative Android)

M3gan vede al centro di tutto una bambina di nove anni, Cady, che perde tragicamente i suoi genitori in un incidente d’auto. Si ritrova affidata a sua zia Gemma, che lavora in un’azienda di giocattoli intelligenti. Per niente preparata per questo ruolo, Gemma decide di concentrarsi sulla sua nuovissima creazione, l’androide M3gan, per monitorare sua nipote Cady. La bambola prenderà la sua missione fin troppo seriamente… 

M3gan è una bambola robot che sviluppa una propria autonomia e sceglie di liberarsi gradualmente dall’autorità umana. Gemma incarna il dilemma morale della scienziata pronta a tuttto per porre fine alla sua ricerca qualora si rivelasse dannosa per gli altri. La sua creazione sembra inizialmente affidabile, il partner di giochi perfetto per una bambina solitaria, ma si rivelerà ben presto ingestibile e senza scrupoli. Similmente ad altre intelligenze artificiali ritratte in tante storie di fantascienza, M3gan si ribella al proprio creatore.

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La piccola Violet Mc Graw (che aveva precedentemente recitato per Mike Flanagan) è Cady, la bambina che sta affrontando la morte dei genitori. Amie Donald invece è la giovane attrice che interpreta la bambola, dotata di una protesi facciale animata digitalmente, e nonostante questo è particolarmente convincente, esibendosi anche in notevoli acrobazie e una gestualità robotica sempre credibile. La faccia di Amie è alterata digitalmente per assomigliare più a un robot, gli effetti visivi di M3gan sono sicuramente uno dei punti di forza e questo personaggio robot è difficile da dimenticare, a prescindere dalla riuscita del film.

Guardando M3gan non si può non pensare a film come La Bambola Assassina e Annabelle; partendo da un soggetto che non è dei più originali, riesce comunque a intrattenere con un ritmo abbastanza serrato. A differenza di altri film simili, M3gan è meno interessato al soprannaturale. Fa parte di quegli horror fantascientifici, può risultare meno inquietante per via di questo approccio più razionale ma riesce comunque a mantenere una propria coerenza durante il film.

M3gan

Oltre a mettere in evidenza le possibili derive della robotizzazione, il film mette in discussione la nostra crescente dipendenza dalla tecnologia in una società iperconnessa, se pensiamo al tempo che trascorriamo davanti agli schermi. La maggior parte delle creazioni di Gemma sono controllate tramite un tablet o un telefono, utilizzati da bambini molto piccoli, il che non sembra minimamente turbare i genitori. Etica e tecnologia, moralità e genitorialità sono sicuramente trattati in questo film, il progresso della scienza e dell’intelligenza artificiale sono aspetti interessanti anche perché sintomatici della società in cui viviamo. E l’idea di vedere questa tecnologia rivoltarsi contro di noi diventa la principale fonte di ansia.

M3gan

M3gan si avvale di diverse scene sopra le righe che conferiscono al film un’autoironia insolita per questo tipo di horror, in grado di far passare in secondo piano alcune ingenuità di scrittura o personaggi troppo macchiettistici. I toni del film sono ragionati e raggiunge un proprio equilibrio, come l’azzardo di alcuni temi musicali che fanno da contrappunto musicale per rendere il tutto ancora più weird. Di conseguenza c’è da dire che questa componente autoironica sacrifica un po’ la suspance e rende questa bambola meno inquietante. Ma fa parte di un compromesso per evitare un tono troppo serioso che avrebbe messo in evidenza i limiti di una sceneggiatura come questa.  

M3gan

M3gan non brilla per originalità in fase di scrittura ma se si sta al gioco può risultare godibile e con almeno un paio di scene molto divertenti. Difficilmente faticherà a trovare un pubblico ampio perché riesce tutto sommato ad accontentare i fan di un certo tipo di horror più mainstream. Inoltre non capita tutti i giorni di ritrovarsi una bambola robot assassina che improvvisa una performance di canto o una coreografia durante una scena del crimine.

M3gan è un film che non deluderà quelli che lo attendevano, ma personalmente speravo in qualcosa di più audace e creativo, con una produzione simile non sarebbe stato poi così rischioso osare qualcosa in più.

Classificazione: 2.5 su 5.

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