Diretto da Ryan Zaragoza, Madres fa parte dell’ antologia Welcome to the Blumhouse 2021 di Prime Video, collaborazione tra la nota piattaforma streaming e la casa di produzione di Jason Blum.
Welcome to the Blumhouse è un progetto tematico di pellicole Amazon Original che conta in totale otto film, di cui quattro usciti a ottobre 2020 e i restanti nell’ ottobre di questo anno. Mentre la scorsa ondata era piuttosto variegata per tematiche trattate, questi nuovi film sembrano trovare un filo conduttore. Al centro dei quattro film infatti le minoranze (etniche ma non solo) sono protagoniste assolute delle pellicole.

In Madres l’incipit è un classico tra i classici. Una giovane coppia, in attesa del primo figlio, si trasferisce dalla grande città a una piccola cittadina di campagna. Qui la giovane donna inizierà ad avere terrificanti visioni e ripercussioni fisiche. Si tratta forse della maledizione di cui tutti parlano?
Scritto da Marcella Ochoa e Mario Miscione, Madres è il film di debutto di Ryan Zaragoza. Una pellicola che tratta diverse tematiche e che fonde il sovrannaturale con un argomento reale e piuttosto agghiacciante, che si rivela solo verso la fine del film.

Integrazione e Minoranze.

Diana (Ariana Guerra) è una giornalista americana, in attesa del primo figlio, che lascia il lavoro di giornalista a Los Angeles per seguire il marito Beto (Tenoch Huerta) in una cittadina sperduta nella campagna. Beto è messicano ed è il primo della sua famiglia ad aver ottenuto il ruolo di manager per una compagnia agricola dove, tutti i coltivatori, sono appunto messicani. Trasferiti nella nuova casa Diana si trova in una situazione a lei sconosciuta. Per la prima volta è fuori posto, non conosce la lingua spagnola, sembra non riuscire a integrarsi nella comunità locale e si scontra con il loro folklore.

Preghiere, rituali di protezione, sacchettini appesi nel giardino e le voci di una maledizione che colpisce solamente le donne del posto. Diana è americana ma di chiare origini latine. E quando le si rivolgono in spagnolo si scusa dicendo che i genitori non le hanno mai insegnato quella lingua, perchè venivano puniti quando, da piccoli, la usavano a scuola. Un chiaro riferimento al nascondere la propria reale natura in favore di un integrazione che non è realmente tale, quanto un conformarsi alla massa perdendo la proprià identità storica e culturale.

Folklore o Progresso?

Nella piccola comunità agreste il suo pancione suscita parecchia attenzione. La protagonista nota subito che non ci sono bambini, se non uno. Tutte le altre donne sembrano aver avuto complicazioni prima del parto che hanno interrotto la gravidanza non lasciando loro la possibilità di avere un figlio. La loro maledizione.
Diana inizia ad avere strane visioni ed un brutto e pruriginoso sfogo sulla pelle. Che sia anche lei vittima dell’ anatema che colpisce le donne del posto? La sua mente è razionale e lei è cresciuta in un ambiente totalmente differente. Il folklore è stato cancellato dalla società attuale ed a maledizioni e incantesimi non crede.

Si concentra piuttosto su un vecchio articolo trovato per caso che parla dei diserbanti usati nelle piantagioni. Inizia fermamente a credere sia quello il reale problema, lo vuole approfondire e denunciare e questo la porta a scontrarsi sia con la realtà nella quale vive ora, sia con il marito che di quella realtà è parte integrante. Così scopre alcune sfaccettature di lui che le erano sconosciute, modi di pensare radicati nella cultura che sembrano riaffiorare nel trovarsi nel proprio ambiente. E ci serve su un piatto d’ argento il secondo argomento trattato, anche se solo superficialmente: l’uso dei pesticidi. Quanto si può sacrificare della salute umana in nome della produzione e del guadagno?

L’ amara realtà.

Solo verso la fine della pellicola si capisce in realtà qual è l’ argomento portante del film, quale la denuncia principale ed il messaggio che vuole lanciare. Tratto da una storia vera infatti, recitano le parole all’ inizio. Ma non è un storia di fantasmi, quanto di una barbara pratica che, purtroppo, è ancora attuale.
Madres mescola elementi sovrannaturali e realtà in una storia horror forse non troppo efficace dal punto di vista prettamente spaventoso. Il film raramente trasmette ansia o fa realmente paura, pur avendo una protagonista davvero intensa ed in parte, manca totalmente la base su cui un film horror dovrebbe poggiare: la tensione. Qualche jumpscare dovuto alle apparizioni, ma il sovrannaturale è più un pretesto per poter raccontare una realtà che è così raccapricciante da non aver bisogno di tanti giri di parole. Forse il film sarebbe stato più terrificante se questa storia fosse stata raccontarla così come è davvero, senza tanti pretesti.
Sicuramente Madres avrebbe potuto essere più incisivo, ma ha il pregio di aver avuto il coraggio di trattare un argomento scomodo e difficile.

Qualcosa di cui non si parla e che si tende a nascondere, come se non esistesse. Qualcosa che invece è dannatamente e spaventosamente reale.

Classificazione: 2.5 su 5.