Da un racconto di Stephen King, Mr. Harrigan’s Phone arriva su Netflix, con una trasposizione ben curata e fedele

Ormai, lo sappiamo tutti, ogni opera del Re viene saccheggiata dal grande e piccolo schermo con una voracità famelica. Questo perché il genio di King funziona su carta tanto quanto trasposto su schermo. Ovviamente, solo se l’adattamento rende giustizia all’opera dello scrittore di Portland. Mr. Harrigan’s Phone ne è un esempio, forse anche dovuto al fatto che essendo un racconto di poco più che 100 pagine abbia ricevuto il miglior trattamento possibile nel film di John Lee Hancock. Che poi in produzione figurino sia Jason Blum che Ryan Murphy, si può considerare l’ulteriore sigillo di garanzia del prodotto.

I misteriosi pomeriggi dal signor Harrigan

Craig, giovane orfano di madre che vive con il padre nella cittadina di Harlow, viene notato durante una lettura in chiesa dal signor Harrigan. Il vecchio magnate, trasferitosi in una vecchia e grande casa, cerca qualcuno che possa leggere romanzi per lui che ha problemi di vista. Per un misero compenso, Craig accetta ed inizia a frequentare la casa di Harrigan, instaurando un profondo rapporto di rispetto. Con il passare degli anni, Craig impara a conoscere parecchi romanzi che fanno nascere in lui la passione per la scrittura.

Inoltre Harrigan, quattro volte all’anno, regala a Craig dei gratta e vinci. Fino ad un Natale in cui il giovane vince davvero una discreta somma. Parte di essa la usa per comprare un iPhone al vecchio signore, convincendolo di come la tecnologia possa essere utile anche a chi ama il mercato azionario. Con il passare dei mesi è Craig ad insegnare ad Harrigan come si usa lo smartphone, instaurando ancora di più l’amicizia tra i due. Fino al giorno in cui Craig trova il signor Harrigan…morto!

In linea con la Morte

Distrutto dalla perdita, Craig decide di infilare l’iPhone di Harrigan (che aveva dimenticato di restituire quando lo trova morto) dentro la sua giacca prima che sia chiusa la bara. Da quel momento, il tempo passerà, ma il ragazzo non dimenticherà Harrigan. Arriverà a lasciare anche qualche messaggio nella segreteria di un uomo sepolto sotto tre metri di terra. La cosa strana è che riceverà anche risposte!

Non voglio dilungarmi di più, ma il film riuscirà a catturare con alcuni eventi che accadono in maniera spaventosamente sinistra. Come se il signor Harrigan riuscisse a sentire tutte le volte che Craig ha bisogno e fosse pronto ad aiutarlo nei propositi di vendetta. Che sia contro un bullo a scuola, oppure a riparare un ingiustizia quando qualcuno si farà beffe della legge. Il ritmo del racconto non è mai frenetico, ma procede in un racconto di formazione con sfumature soprannaturali. I tempi sono ben gestiti, soprattutto nello scorrere degli anni e nel raccontare le varie fasi della maturazione di Craig.

Le parole prendono vita su schermo

Mr. Harrigan’s Phone è uno dei quattro racconti che compongono la raccolta Se Scorre il Sangue del 2020. Anzi, per la precisione, è il racconto d’apertura. Una scelta mirata in quanto al suo interno ha molti stilemi che hanno reso celebre l’autore: la crescita del protagonista, l’amicizia, fenomeni inspiegabili, il bullismo, la tecnologia e, non ultimo, riempire il vuoto lasciato dalla morte. La cittadina di Harlow è la perfetta cornice in cui inserire una storia di periferia, tra i luoghi tanto amati da King (Castle Rock su tutti).

Il casting è stato perfetto, a partire da un sempre splendido Donald Sutherland nei panni di Harrigan. Un vecchio stanco quasi amorevole, ma a cui basta un’alzata di sopracciglio per incutere timore. Anche Jaeden Martell (il Bill degli IT di Muschietti) se l’è cavata bene, risultando alla fine in parte. Il racconto viene trasposto senza tagli e nella sua interezza, lasciando allo spettatore il gusto di vedere dove la storia porterà i personaggi, così come successo per il lettore.

Classificazione: 4 su 5.

Mr.Harrigan’s Phone rimane un esempio di come debba essere trasposta un’opera. Un racconto che sa prendersi i suoi tempi, che non spettacolarizza ma affascina lo spettatore, rapendolo con i suoi misteri di come la morte, forse, non è davvero la fine!

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