Dopo a malapena un mese di tempo dal suo ultimo lavoro, il regista svedese David F. Sandberg ritorna con un nuovo cortometraggio horror dal tono introspettivo, e come sempre non ne vuole proprio sapere di deluderci.
Realizzata sempre insieme alla fidata moglie Lotta Losten (anche questa volta nei lanni della protagonista), la sua ultima creatura ci propone una storia che ha davvero del particolare: ossia quella di una donna che avverte sin dalle prime battute di non essere sola in casa, e che attraverso una serie di monologhi interiori interamente proposti, ci guida in tutte le sue gesta che minuziosamente architetta per sfuggire alla “presenza” avvertita nell’abitazione.
Sembra una storia già vista mille volte, un cliché abbastanza abituale, ma posso assicurare che Sandberg riesce a riproporlo in maniera originale e del tutto inaspettata.
La realizzazione tecnica come sempre impeccabile – da qui si evince chiaramente che il regista dispone di mezzi propri di indubbia qualità e che non deve necessariamente rifarsi alle risorse hollywoodiane per poter partorire progetti di questo tipo – che fa vedere quanto il creatore dell’opera tenga alle produzioni in proprio, e ovviamente ciò fa anche capire la sua immensa passione per il genere.
Buona visione!