Old People è un film diretto da Andy Fetscher e disponibile alla visione su Netflix dal 7 ottobre 2022.

Anziani, anziani e ancora anziani…

Ella (Melika Foroutan) torna con i suoi figli nel suo paese d’origine per il matrimonio della sorella Sanna (Maxine Kazis). Il luogo è ridotto ormai a un paesello rurale abitato quasi soltanto da anziani. Qui ci sono anche il padre della donna Aike (Paul Faßnacht) e il suo ex marito Lukas (Stephan Luca) con la nuova compagna Lisa (Daniela Galbo). Dal momento in cui Ella ritorna in paese, qualcosa di sinistro inizia ad agitare le menti degli anziani nella fatiscente casa di riposo dove si trova anche suo padre, la Saalheim.

Due vecchi (Francisco Goya, 1823)

Il soprannaturale in Old People

“Anticamente si pensava che uno spirito vendicativo possedesse gli anziani. Un potere oscuro che si impossessava dei membri più fragili del clan. E generava in loro una rabbia apparentemente cieca”. Sono queste le parole con cui il film comincia e lasciano intendere cosa lo spettatore debba aspettarsi dalla pellicola. Ma l’originalità di Old People non ha a che fare con l’elemento soprannaturale, bensì con le riflessioni che è possibile trarre dal conflitto degli anziani contro i giovani.

È possibile considerare l’elemento soprannaturale soltanto come un espediente per mettere gli anziani nella condizione di potersi ribellare, di poter esprimere una sofferenza inespressa a causa del loro stato psicofisico. Non è una novità che gli anziani soffrano, ad esempio a causa dell’impossibilità di svolgere la vita a cui erano abituati prima della vecchiaia. Dolore, quest’ultimo, incarnato dagli anziani quasi sempre presenti sulla scena, come se spiassero e bramassero qualcosa che non possono più avere.

“Onorate gli anziani e poiché essi sono numerosi un giorno sarete tutti come loro”.

Tutto questo, in Old People, diventa il fattore scatenante di una serie di terribili cause attraverso cui si vuole giungere alla rivendicazione dell’identità dell’anziano: non un semplice organismo vivente che, anche se ridotto ad uno stato vegetativo, deve rinunciare a qualsiasi diritto, aspettativa o persino il rispetto degli altri.

“La solitudine è la ricompensa degli anziani”.

Il film, specie all’inizio, è pieno di elementi tematici che conferiscono al film una veste sempre più definita. Riconoscerli risulta piacevole per lo spettatore. Pensiamo, ad esempio, alla scritta ricamata su un tessuto: “La solitudine è la ricompensa degli anziani”. Una scritta in caratteri graziosi di colore rosa, su un tessuto bianco, che esprime lo stato di ipocrisia in cui un anziano può vivere le proprie sofferenza. Un punto estremo: come se il vecchio dovesse essere rincuorato dalla possibilità di vivere la solitudine, e questa gli viene presentata come una verità bellissima, persino degna di un ricamo, magari intessuto dalla propria nipote.

È, in altre parole, come una bella cornice entro cui si colloca il dipinto a tinte scure della condizione dell’anziano – condizione che si tenta in tutti i modi di trattenere entro confini in cui possa apparire piacevole persino a lui stesso, così da evitare ulteriori disagi ai famigliari o a chi se ne occupa.

«Trasformiamo in oscurità le anime di chi rimane solo».

A questo proposito, esiste uno studio condotto di recente dagli scienziati indiani Archana Singh e Nishi Misra. Pubblicato sul National Library of Medicine, il lavoro condotto su cinquantacinque anziani svela una relazione significativa tra depressione e solitudine. La maggior parte delle persone anziane risulta essere nella media nella dimensione della socialità e preferisce rimanere impegnata nelle interazioni sociali.

Old people: un conflitto… inevitabile?

«[…] A scuola avevamo parlato di come l’età media nazionale si stesse alzando drasticamente. Il nostro sistema sarebbe crollato, a distanza di qualche anno. I conflitti tra generazioni diverse si sarebbero inaspriti». A prescindere dall’eventualità che la differenza possa degenerare in conflitto, Old People non racconta bugie. Come riportato, infatti, dalla Worl Health Organization: “Il ritmo dell’invecchiamento della popolazione è molto più rapido rispetto al passato. Nel 2020, il numero di persone di età pari o superiore a 60 anni era più numeroso dei bambini di età inferiore ai 5 anni. Tra il 2015 e il 2050, la proporzione della popolazione mondiale con più di 60 anni quasi raddoppierà passando dal 12% al 22%”

«Qui siamo a corto di personale. Loro aumentano e non c’è abbastanza personale. Ormai ci siamo rassegnati» dice inoltre Lisa. E anche in questo caso, non possiamo fare a meno di pensare a certe realtà presenti nel nostro tempo, dove la corsa frenetica all’innovazione può condurre alla svalutazione o all’abbandono di ciò che pertiene al passato, persino di chi ne è testimonianza diretta.

Vecchia e bambino con una candela (Pieter Paul Rubens, 1616-1617)

Una scena significativa (contiene spoiler)

In una scena significativa, l’anziano che pare il capostipite della rivolta entra nella casa dei novizi sposi per ucciderli. Il design dell’immobile, una costruzione in legno ristrutturata, presuppone degli elementi che riconducono al mondo della campagna, del bosco e dei mestieri ad essi collegati. Vi è, ad esempio, un’accetta conficcata nel ciocco di un albero. Il vecchio lo osserva, indeciso se utilizzarla, ma alla fine decide di rinunciarvi. L’anziano preferisce optare per un’arma diversa: smonta un elemento della decorazione, una palla di acciaio, per infilarla in uno dei suoi logori calzini e dare vita all’imitazione artigianale di un mazzafrusto.

Dunque, il vecchio non utilizza l’accetta, ma preferisce costruire un’arma. Perché? Nonostante le possibili ragioni pratiche legate all’uso di un’arma piuttosto che un’altra, la scena possiede un doppio fondo di significato. La scelta, infatti, potrebbe riflettere il dolore dei vecchi dovuto alla privazione della dimensione creativa: gli anziani, nel film, non possono più esprimersi, essere se stessi, avere una personalità, sono ridotti a poco più che animali. Perciò, il vecchio potrebbe avere l’esigenza di creare un’arma per una sorta di volontà d’autoaffermazione: farsi valere, dimostrarsi ancora capace di qualcosa.

Sempre più limiti

Il conflitto tipico dell’uomo, quello che insorge dalla consapevolezza di non poter fare qualunque cosa la nostra mente possa figurarsi a causa dei limiti psichici e fisici, arriva ad un livello ancora più alto nell’anzianità, quando le possibilità si riducono in modo sempre maggiore. Un altro esempio della frustrazione dei vecchi invasati, del disagio di chi è ormai soltanto un diseredato, un escluso, e può solo sperare di immaginare è rappresentato dall’anziana che non a caso, durante l’assedio, decide di indossare il vestito della sposa ormai morta.

Il personaggio prima citato, il vecchio più furioso di tutti, pronuncerà le seguenti parole a riprova di ciò che è scritto nei precedenti paragrafi: «Che cosa vedi? Un essere umano o un animale? Non sapete che abbiamo visto noi nelle nostre vite fin troppo brevi. Fallo, uccidimi. Preferisco morire che vivere come un animale». Un dialogo in particolare, invece, riflette la condizione di anonimato in cui vessano gli anziani. Lukas, rivolto a Lisa (infermiera nella casa di riposo Saalheim da molto tempo), chiede se conosca il vecchio. Lisa annuisce. Ma quando Lukas le chiede quale sia il nome dell’anziano, lei non sa rispondere.

Vecchia che frigge le uova (Diego Velázquez, 1618)

Old people or zombies?

Oltre alla relazione conflittuale tra anziani e non-anziani e tutto ciò che ne implica, Old People non può contare su molti altri punti forti. A metà della durata, tutto sembra ridotto ad un film di zombie (al posto dei quali ci sono ovviamente i vecchi) con le tipiche dinamiche: tanta azione, tentativo di barricarsi in casa, sparizione di una persona, tentativo di ritrovarla, tracce che qualcuno è entrato in casa, circostanze che peggiorano e spingono i personaggi ad azioni estreme… Tra pianoforti che suonano senza aspettarselo nel cuore della notte, impossibilità di contattare i soccorsi e assenze di mezzi necessari nel momento in cui sarebbero vitali il film presenta molte situazioni già viste che potrebbero ridurre o svalutare la portata dei suoi temi.

Da notare che difficoltà connesse a problematiche di cui spesso soffrono i più anziani, ad esempio il rigurgito che non può essere trattenuto, sono portate all’estremo per essere sfruttate come elementi di un film horror.

I vecchi invasati di Old People: emblema del conservatorismo?

I vecchi, in certi momenti, sembrano essere l’emblema del conservatorismo. Non si scagliano contro tutti perché Ella, col suo divorzio, avrebbe distrutto la propria famiglia? La famiglia, secondo quella tradizione connessa al monumento che avrebbe influssi soprannaturali, sarebbe sacra e inviolabile. Proprio come il rispetto nei confronti degli anziani professato dagli stessi. Non è un caso che il vecchio più scellerato plachi la sua voglia di uccidere soltanto quando ascolta una canzone. È la canzone della famiglia di Ella, canticchiata da sua figlia, grazie alla quale moglie e marito (nonostante la separazione), insieme ai figli, si ritrovano uniti a ballare – l’unico momento in cui accade – durante il ricevimento del matrimonio. Dunque, è come se il potere della famiglia unita potesse risolvere tutto – come se il vecchio non avrebbe più bisogno di uccidere se sapesse che la famiglia è unita.

Di seguito, il dialogo da considerare tra Alex (un ragazzo del paese) e la figlia di Ella:

«È un monumento ai fantasmi dei nostri antenati. La pietra ha quasi duemila anni. Dovrebbe proteggere le famiglie perché restino unite e rispettino gli anziani». 
«Quali famiglie
«Le nostre. Chi ci fa del male viene maledetto».

Lukas ed Ella, unendosi, avrebbero lasciato un marchio “per l’eternità”. Perciò, a causa del divorzio, scatenano qualcosa: il potere rabbioso del conservatorismo, animato dalla volontà di preservare tradizioni e principi morali come il rispetto per gli anziani a qualunque costo – anche a costo di uccidere.

“Un tempo quel periodo è esistito…”

Old People vuole anche essere una critica al modo in cui l’uomo contemporaneo si rapporta alla vecchia generazione. Ad attestarlo sono le parole della figlia di Ella: “Un giorno ho chiesto a mio nonno se era mai esistito un periodo in cui i giovani fossero riusciti a evitare di suscitare la rabbia degli anziani. Mio nonno ha sorriso e ha detto di essere un uomo vecchio e debole e che non poteva andare tanto indietro con i ricordi. Ma quel periodo è esistito. Un tempo, quel periodo è esistito”.

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Classificazione: 2.5 su 5.