Adattamento cinematografico della graphic novel Castello di Sabbia scritta da Pierre-Oscar Levy e Frederick Peeters (ed edita in Italia da Coconino Press) Old, attualmente nelle sale, è il nuovo film di M. Night Shyamalan.

Un’ idea partorita durante il lockdown alla quale regista e staff hanno lavorato tramite Skype per dodici settimane, e la cui uscita, sempre a causa della pandemia, è stata rimandata dallo scorso febbraio al 21 luglio. Girato nella splendida cornice della Repubblica Dominicana, regista e troupe hanno dichiarato che lavorare al film durante la stagione degli uragani è stato piuttosto rischioso. Nonostante il set sia stato distrutto e ricostruito le riprese sono comunque terminate nei due mesi tra settembre e novembre dello scorso anno.

Old è il primo film frutto della collaborazione tra Shyamalan e la Universal Pictures. Questa partnership, annunciata nel settembre 2019, prevede anche una seconda pellicola che sarà, come questa, non solo girata ma anche prodotta e sceneggiata dal cineasta indiano.

La Trama

Un resort da sogno e una spiaggia incontaminata e segreta la cui presenza viene rivelata solo a pochi e selezionati clienti. I vacanzieri scelti però ben presto capiranno che quella spiaggia sarà più un incubo che un sogno. Qui il tempo scorre diversamente, e molto più velocemente, rispetto al normale. Le famiglie coinvolte dovranno fare i conti con tutte le conseguenze del caso, cercando di far del loro meglio per sopravvivere

Time after Time…

Con Old Shyamalan sembra voler prendere le distanze dall’etichetta di “signore dei plot twist” che si è guadagnato non solo con il bellissimo Il Sesto Senso ma anche grazie a The Village, The Visit o Devil. Il regista mette tutte le carte in tavola sin da subito e non le rimescola come è solito fare. Ma non è un male. Perchè la cosa fondamentale in questo film non è il colpo di scena o una sceneggiatura complessa e articolata. La storia, anche piuttosto semplice se vogliamo, è solo un mezzo. Un veicolo per affrontare temi ben più complessi ed importanti.

Il primo macro argomento che salta all’occhio è il tempo. E non credo affatto che la scelta del tempo come filo conduttore sia avvenuta per caso in un periodo in cui il tempo sembrava essersi fermato per tutti. Mesi in cui il mondo si è bloccato, ed in cui le persone, le famiglie, erano chiuse in casa come mai accaduto prima. In quanti abbiamo pensato, in quel periodo, che il tempo ci stava scivolando via senza poterlo effettivamente vivere?


Mentre i turisti sulla spiaggia si accorgono di invecchiare precocemente, mentre litigano, affrontano decorsi di malattia fisiche o mentali, mentre cercano in ogni modo di scappare, perdono il loro tempo. Secondi, giorni, mesi, anni scivolano via dalle loro mani in poche ore e solo alla fine, pochi di loro, scopriranno il vero significato di tutto. E non è nemmeno un caso che, quei pochi, siano una famiglia.


La famiglia è il punto fermo di ogni vita. E’ il nucleo da cui tutti arriviamo e che tutti cerchiamo di ricreare con le persone che ci scegliamo durante la vita, amici, amori. Ed è questa famiglia che si stava disgregando che comprende, alla fine, che il tempo è quanto di più prezioso abbiamo e spesso lo diamo per scontato. Non sappiamo quanto ce ne manca e la miglior cosa che possiamo fare è dargli il giusto peso. E’ la qualità del tempo la cosa importante, non la quantità.
Se vi rimanesse un solo giorno di vita, lo passereste a litigare e cercare di scappare o, invece, lo impieghereste in altro modo?

Etica. Poche vite ne valgono migliaia?

In Old, Shyamalan gioca con il metacinema e si mostra, dietro una cinepresa, a raccogliere filmati e dati dei malcapitati in spiaggia; arriviamo così alla conclusione che ci svela cosa in realtà ci sia dietro il resort di lusso e quella spiaggia. E qui viene introdotto un altro macro argomento che, ancora una volta, strizza l’occhio al periodo storico che stiamo vivendo. La sperimentazione farmaceutica. La trovata è a mio parere ben congeniata e, nel suo piccolo, geniale. Se si potesse in un solo giorno studiare tutto il decorso di una malattia e di un farmaco quanto potrebbe realmente aiutarci nella ricerca medica? La retorica è dietro l’angolo, e seppur gli intenti possano essano essere nobili, quanto il fine giustifica i mezzi?


In una scrittura abbastanza lineare e apparentemente poco complessa come quella di Old, in realtà sono molte le riflessioni che si possono fare, e le domande che possiamo porci, e forse questo è il bello di questo film. Un punto di partenza per discussioni e confronti, una tavola rotonda per misurarsi con amici, parenti, cinefili su temi tutt’altro che superficiali. Non è anche questo il cinema? Uno spunto di dialogo e confronto?

Scelta di libertà

Con Old, a mio parere, Shyamalan ha scelto una strada libera. Libera da etichette e da ciò che da lui ci si aspettava. Da costruzioni e svolgimenti studiati in favore di un finale a sorpresa. Libera come la telecamera che spesso viaggia, avanti indietro ed in tondo, correndo sulla spiaggia e giocando a rimpiattino con gli attori. Attori davvero bravi, tutti quanti, ad interpretare personaggi campione della società che abitiamo, dei vari ceti sociali e frutto di culture ed educazioni differenti. Insomma, un ritorno all’ horror più filosofico, che non stupisce con rivelazioni improvvise ma che ti trascina in un vortice di domande in un fast forward impossibile da fermare. Old sarà probabilmente criticato per questo eppure lo consiglio fortemente.

Non sarà il suo capolavoro ma di certo è un film piacevole, con qualche tocco grottesco, e decisamente ben diretto. Una pellicola solo all’ apparenza leggera, infusa di senso e poesia.

Classificazione: 3.5 su 5.