Da sempre non consideriamo solo i prodotti professionali, ma anche quelli emergenti che meritano di essere promossi e valorizzati.

Tra questi c’è anche il cortometraggio Prigionieri, diretto da Leonardo Faggiani, uno dei componenti de Il Cremlino Romano, gruppo che si occupa della produzione di corti e opere multimediali di vario tipo. L’opera è tratta da una storia ideata e scritta da Francesco Leo, promettente autore, che da anni si diletta a scrivere romanzi (tra i più celebri ricordiamo la trilogia di Viktor il ciclo della rinascita) ma anche racconti, per l’appunto.

La storia di Prigionieri, ci immerge in quelle che sono le tematiche riguardanti il soprannaturale e l’oltretomba: in Italia difatti, tra tantissimi reperti storici e monumenti, ne avremmo davvero di materiale per ideare prodotti così. Eppure ci ha pensato prima lo stesso Leo a farne un racconto.

Il cortometraggio nel complesso è assolutamente valido: la storia si mostra sin da subito interessante e curiosa, la realizzazione tecnica è altrettanto buona per essere amatoriale e la bravura del regista si nota, soprattutto nelle scene più claustrofobiche (quelle ambientate all’interno della tomba) dove le inquadrature si avvicinano molto a quelle dei film veri e propri a tema. Interessante a livello di storia è senz’altro la figura del Demone, che rappresenta a tutti gli effetti il maligno che “intrappola” i protagonisti all’interno di un circolo vizioso praticamente ineluttabile; qui da sottolineare la presenza di terrore psicologico, motore principale del cortometraggio.


Il recitato è veramente su un buon livello (considerando comunque l’influenza dialettale in alcuni personaggi) da parte di tutti gli attori così come lo sono le colonne sonore, in questo caso curate dalla Age of Chronicles, un altro team di ragazzi pugliesi specializzato in questo.

Unica nota negativa forse la durata: certo, non è facile rappresentare un tema così complesso in pochi minuti per rendere l’idea, però alcuni pezzi sono stati forse eccessivamente diluiti. Ciò comunque, non va a rovinare l’opera nella sua totalità, che rimane sia tecnicamente valida, che più che buona dal punto di vista della narrazione e dello sceneggiato.

Le ambientazioni dove ha luogo il corto sono davvero sublimi: si tratta di bellissime location che si trovano nel Lazio come quelle intorno a Fabrica di Roma e in provincia di Viterbo – da notare la suggestiva e variegata vegetazione della Faggeta dove sono girate alcune scene (bellissimo bosco di faggi posto in altezza intorno ai 1000 metri sui monti Cimini), la necropoli di Barbarano a San Giuliano Romano, e l’eremo di Ripatonna Cicognina a Ischia di Castro, con anche alcune riprese aeree effettuate nelle aree montane periferiche di Siano, in provincia di Salerno.

Il cast degli attori è composto dallo stesso scrittore della storia Francesco Leo che compare nella scena iniziale, poi da Jean Sèbastien Niccolini, Edoardo Santini, Alessandra Florea e Michele Furci nei panni del demone. Come già riportato, la regia è di Leonardo Faggiani, la direzione della fotografia è curata da Vittorio Faggiani, le musiche sono di Giuseppe Centonze (Age of Chronicles) e la voice credit track è di Alice Castri.

Trama: Giovanni e i suoi amici, Arianna e Paolo, decidono di avventurarsi nel bosco fuori paese per trascorrere un pomeriggio all’insegna della spensieratezza. Tutto cambia quando si troveranno ad affrontare una vecchia leggenda etrusca che si credeva fosse una fantasia.