Negli ultimi anni la festa di Halloween sta prendendo piede anche nel nostro paese. I negozi e i supermercati vendono dolcetti e decorazioni “mostruose”, sono comparse le zucche da intagliare, i bambini si travestono e vanno a chiedere dolcetto o scherzetto, i locali organizzano serate a tema ed anche la tv e le piattaforme streaming si adeguano programmando maratone o consigliando una selezione di film thriller e horror.
Siamo abituati a conoscere questa festa grazie ai film e alle serie tv americane, ma siete sicuri sia tutta farina d’oltre oceano?

Cosa vuol dire Halloween?

Partiamo dall’etimologia del nome. Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en) è la contrazione di All Hallows’ Eve, la vigilia di tutti i Santi. Il nostro Ognissanti, appunto. Cosa c’entrano gli irlandesi? Beh, sono proprio loro che l’hanno portata in America quando, spinti dalla carestia del 1800, migrarono nella nuova terra.
Le origini di questa festa, infatti, non hanno nulla a che vedere con gli U.S.A ma hanno antiche radici europee.

Le origini

Facciamo un salto indietro di secoli, fino a quando la verde Irlanda era popolata dai Celti. Grandi guerrieri erano prevalentemente un popolo di pastori. I loro ritmi erano quindi regolati in base alle esigenze del bestiame. Alla fine della stagione estiva i pastori riportavano a valle le loro greggi e si preparavano all’arrivo del freddo, del buio e dell’inverno ed all’inizio del nuovo anno. Questo anticipa il loro capodanno al 1 novembre, quando iniziava la stagione delle tenebre e si salutava la luce. Questo passaggio da luce a buio, da estate a inverno, veniva celebrato con grandi festeggiamenti, lo Samhain il cui significato da antiche origini gaeliche dovrebbe essere circa “summer’s end“, la fine delle state, o derivare da Samon, la festa del Sole. In ogni caso Samhain è, a tutti gli effetti, il capodanno celtico, ovvero ciò che noi festeggiamo al 31 dicembre.


I campi erano stati raccolti e le scorte per l’inverno preparate, quindi ci si poteva riposare ringraziando gli dèi per i frutti raccolti. Ciò avveniva attraverso Samhain, che era uno di riti di passaggio, univa la comunità che chiedeva un propizio nuovo anno ed esorcizzava l’arrivo del freddo inverno.
Questi passaggi erano davvero molto importanti in quanto scandivano la vita della popolazione. Ogni anno era come un cerchio suddiviso in cicli ed al termine di questi cicli si teneva una grande festa in quanto erano considerate giornate cariche di magia.

Dai Celti al Cristianesimo

Oltre a Samhain (31 ottobre) si festeggiava Yule (21 dicembre) Imbolc (1-2 febbraio) Ostara (21 marzo) Beltane (1 maggio) Litha (21 giugno) Lughnasadh (1 agosto) e Mabon (21 settembre). Vi dicono qualcosa queste date? Si, oltre ai chiari riferimenti ad equinozi e solstizi, è possibile associare il periodo di Natale a Yule, quello di Pasqua ad Ostara, e così via. L’ avvento del Cristianesimo, infatti, non ha cancellato le antiche feste pagane ma le ha assorbite, modificandole ed adattandole in base al proprio credo, a volte modificando il significato della festa originaria, a volte sovrapponendosi ad essa.

Lo Samhain, in sintonia con ciò che avveniva nella natura, celebrava la morte. Durante l’inverno le piante ed i campi sembrano morire e tutto tace, in realtà tutto sottoterra vive e si rigenera per rinascere con la nuova estate. Inoltre i Celti credevano che il 31 ottobre il velo tra il mondo dei morti e quello dei vivi si facesse più sottile e che per quel giorno i due piani coesistessero. Gli spiriti dei morti potevano quindi, per una sola notte, lasciare il loro mondo e vagare indisturbati sulla terra.

Celebrazione di vita e morte

Si accendevano torce al di fuori delle proprie case, accanto alla porta, dove venivano lasciati latte e cibo per le anime dei defunti avi che avrebbero fatto visita ai propri familiari, affinchè potessero trovare facilmente la via di casa, rifocillarsi e non fare brutti scherzi spaventando i viventi.
Nei boschi e sulle colline si accendevano grandi falò ed il fuoco sacro e ci si radunava per effettuare sacrifici animali per propiziarsi gli dèi. Le pelli ed i teschi degli animali venivano indossate assieme a maschere grottesche per spaventare invece gli spiriti cattivi e poco amichevoli. Tornando al villaggio così mascherati si facevano strada nel buio con cipolle e rape intagliate come fossero lanterne, all’interno delle quali venivano messe le braci del sacro fuoco.

Samhain diventa Halloween

Insomma Samhain era una festa dai vari significati, ed univa alla felicità e all’ allegria per il termine del nuovo anno e l’ inizio di uno nuovo, la paura per la morte ed il riguardo per il mondo degli spiriti e l’aldilà. Attraverso le conquiste romane, poi, Celti e Cristiani si incontrarono ed ebbe inizio l’evangelizzazione delle isole britanniche. La chiesa cercò in tutti i modi di sradicare le tradizioni pagane, ma non riuscì a cancellare lo Samhain. Lo trasformò, piuttosto, assorbendolo e cristianizzandolo. Istituì il giorno di Ognissanti, il 1 novembre e successivamente la commemorazione dei defunti, il 2 novembre. Così Samhain diventò Halloween.

Dall’ Irlanda all’ America.

Quando verso la metà del 1800 l’Irlanda venne colpita da una grande carestia molte persone, per sfuggire alla povertà, si imbarcarono per raggiungere gli Stati Uniti e tentare la fortuna. Si strinsero in comunità molto forti dove mantenevano vive le loro tradizioni e, tra queste, la festa della vigilia di Ognissanti, Halloween, appunto. Questa usanza si diffuse poi in tutto il popolo americano diventando quasi una festa nazionale.

In epoca più recente, grazie al cinema ed alle serie tv, gli americani hanno esportato questi festeggiamenti in tutto il mondo. Negli U.S.A ha ormai perso la sua origine spirituale ed è diventato un grande carnevale dove ogni anno si spendono migliaia di dollari in costose e scenografiche decorazioni fonte di ispirazione per innumerevoli pellicole del genere a noi più caro. Ma ora che sapete la storia, è facile capire da dove arriva l’ usanza del famoso “dolcetto o scherzetto” o delle zucche intagliate fuori dalle case…

La storia di Jack’ O Lantern poi, ve la racconto un’altra volta…