Sonatine non è il classico film sulla Yakuza. Kitano mette in scena la vita del suo gangster con uno sguardo maturo, fra scene idilliache ed esplosioni di violenza.

Sonatine

Takeshi Kitano nella parte del gangster Murakawa

Trama: Murakawa (Kitano) è uno yakuza di Tokyo che viene inviato dal suo capo ad Okinawa per porre fine ad una guerra fra bande. Arrivato sul luogo inizia ad essere stanco della sua vita da gangster.

Il protagonista, come spesso capita nei suoi film, è lo stesso Takeshi Kitano. La freddezza che caratterizza il suo personaggio è essenziale per il suo lavoro, ma allo stesso tempo sembra spegnerlo lentamente. Eppure Murakawa riesce a divertirsi e a sorridere, nonostante sia costantemente disilluso. Un esempio è la memorabile scena sulla spiaggia con la roulette russa.

“Quando hai avuto paura della morte per troppo tempo, cominci a desiderarla”

Sonatine di Takeshi Kitano

Sonatine è uno di quei film che ha fortemente influenzato il cinema moderno

La vita da Yakuza non è mostrata come ci si aspetterebbe, Kitano decostruisce il genere e si focalizza sui momenti di noia e isolamento. La prima e l’ultima parte invece sono molto più sanguinolente, ed è curioso anche vedere questi gangster passare dall’abito scuro a vestiti estivi e floreali. Quando arrivano sull’isola il film cambia forma, come se fosse una sorta di lungo intervallo. Okinawa diventa l’ultima spiaggia, il capolinea di una vita ormai priva di significato.

Sonatine di Takeshi Kitano

Murakawa si ritrova a fare scherzi come un bambino ed a proteggere una donna del luogo, sembra quasi ritrovare una parvenza di normalità nella sua vita. Un uomo che ha sempre servito il suo boss, e che per svolgere al meglio il suo lavoro doveva svuotarsi di ogni emozione e ripetere continuamente le stesse azioni. E a quel punto anche la speranza diventa qualcosa di superfluo.

Sonatine di Takeshi Kitano

Takeshi Kitano è uno dei veri maestri del cinema giapponese, ma anche a livello mondiale è considerato fra i migliori registi viventi. Conosciuto anche con lo pseudonimo di “Beat” Takeshi, iniziò la carriera come comico televisivo. Dopo qualche anno a recitare, realizzò Violent Cop (1989), il suo primo film da regista. La regia di Kitano è sempre ragionata, camera statica a comporre bellissime immagini cinematografiche. La sua impronta si vede anche nella messa in scena della violenza, quando si accende improvvisamente e la trasforma in un momento catartico.

Nel 1993, Sonatine partecipa al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, ma ancora non riceve molti consensi, come quelli che avrà invece qualche anno dopo vincendo il Leone d’oro a Venezia con Hana-bi nel 1997. Anche questo è un altro grande capolavoro, ma consigliamo di recuperare un pò tutta la filmografia di questo regista.

Takeshi Kitano

Sonatine è anche il film prima del suo grave incidente con la moto nel 1994, che gli lascerà una parte del volto parzialmente paralizzata. Dichiarò in seguito che quell’incidente fu “inconsciamente un tentativo di suicidio”.

Negli Stati uniti il film fu distribuito soltanto nel 1998 con il consiglio di Quentin Tarantino, che ha sicuramente preso appunti dai suoi lavori. Non è chiaro invece se la stima sia reciproca, infatti pare che Kitano abbia detto: “Non mi piace come Tarantino riprende la violenza, Pulp Fiction non la mostra la in maniera realistica. Ci vuole energia, non è facile.”

Fondamentale la collaborazione con il compositore Joe Hisaishi, che ha realizzato colonne sonore indimenticabili anche per Studio Ghibli. Hisaishi realizza la musica per sette splendidi film di Kitano, da Il Silenzio sul mare fino a Dolls. In pochi possono essere paragonati a questo grandissimo compositore, capace di creare melodie così poetiche e nostalgiche.

Curiosità, Kitano sembra non amare molto il set, e ha detto:

“Quando scrivo una sceneggiatura ho in testa l’intero film, quindi quando iniziamo a girare eseguo e basta. Sono più interessato al processo di montaggio, quindi tendo a girare il film di fretta. Può capitare che non si ha abbastanza girato, ma il modo in cui ci giochi è ciò che è interessante.”

“Una cosa che odio nei film è quando la telecamera inizia a girare intorno ai personaggi. Lo trovo molto finto.”

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