Un coraggioso mix tra commedia ed horror, Sono solo fantasmi di Christian De Sica è un tentativo, in parte riuscito, di riscrivere i generi all’italiana. Il film riesce a discostarsi dal filone tipico dei simil-cinepanettoni, provando ad ibridare i generi per creare qualcosa di nuovo.

 

Ammetto che la curiosità mi era salita sin da quando annunciarono il progetto la scorsa estate, poi non si seppe più nulla fino a qualche settimana fa. In un paio di giorni irruppero in Rete prima la locandina e poi il trailer di Sono solo fantasmi. Subito il mio interesse scese sensibilmente, perché il progetto che tanto mi aveva incuriosito si stava potenzialmente rivelando come l’ennesimo prodotto figlio della lunga tradizione dei cinepanettoni. Però non avevo perso la speranza, in particolare per le dichiarazioni dei giorni precedenti l’uscita in cui De Sica rivelava che inizialmente il film doveva essere un omaggio a Oscar insaguinato del 1973 con Vincent Price. Per un problema di diritti, si decise di realizzare qualcosa molto simile ai due film dei Ghostbusters, ma in salsa nostrana. La storia avrebbe richiamato quelle pellicole diritte da Reitman, ma seguendo una propria storia per certi versi anche più malinconica.

 

Un funerale ed antiche leggende

Thomas è un mago un tempo famoso per le sue ospitate televisive, caduto in disgrazia da quando un suo trucco fallì miseramente. Ormai ridotto agli spettacoli per i bambini nei centri commerciali di Roma e dintorni, si ritrova senza un soldo per vivere. Carlo, invece, è suo fratello da anni residente a Milano, dove ha sposato la figlia di un industriale che tratta il genero sempre in malo modo. Un giorno i due ricevono una telefonata da Napoli che li informa che loro padre è morto. Si ritroveranno quindi a tornare a casa, tra ricordi del passato per presenziare al funerale del padre Vittorio. L’uomo, da sempre amante del gioco d’azzardo e delle belle donne, ha dilapidato tutto il patrimonio di famiglia e ha lasciato loro solo un nuovo fratello. Ugo, appassionato di paranormale ma anche con alcuni problemi mentali, che fin da subito si affezionerà ai ritrovati fratelli.

Sono solo fantasmi avrà qui la sua svolta horror, in una città da sempre intrisa di magia e superstizione. Infatti per evitare che anche la casa di loro padre venga pignorata, seguendo i discorsi di Ugo, decideranno di catturare il fantasma che infesta casa della vicina. Quando la mattina seguente il quartiere saprà della loro impresa, diventeranno subito popolari in tutta Napoli. Ma usare amuleti, vasi per imprigionare gli spiriti e formule magiche sembrano solo dei trucchi per Thomas e Carlo. Come però ribadisce loro Ugo, quello che stanno facendo è reale. Infatti, caso dopo caso, anche i suoi fratelli cominceranno a credere ai fantasmi ed alle presenze che infestano la città.

 

Il risveglio della Janara del Vesuvio

Le loro imprese porteranno i fratelli De Paola e la loro Paranormal Investigations, ha scoprire che sotto Napoli non sono solo fantasmi a risvegliarsi, ma qualcosa di molto più malvagio. L’antica maledizione della Janara del Vesuvio, una strega bruciata sul rogo nel XVI secolo, sta per tornare a vendicarsi sugli ignari abitanti. Prima di affrontare un così grande potere però i tre fratelli dovranno fare i conti con il loro passato. Una chiave di lettura, presente per tutta la durata del film, è proprio la malinconia. Quel senso di nostalgia per un passato che non c’è più, incarnato dalla figura spesso assente di quel padre godereccio, ma che non ha mai smesso di amare i suoi figli. Il tutto diventa anche un gioco meta-filmico: infatti Vittorio è un omaggio al padre di De Sica, così come il personaggio di Tognazzi si chiama Ugo in omaggio al suo. Per Buccirosso, invece, c’è il ritorno alle origini: la Napoli in cui è nato ed ha mosso i primi passi come attore.

 

Soluzioni registiche innovative e lugubri effetti speciali

Non accreditato alla regia c’è Brando De Sica, figlio di Christian, che in questi anni sta muovendo i primi passi dietro la macchina da presa. Finalmente, a differenza del genere delle commedie del padre, si può parlare di regia fresca e giovane. Non mancano nemmeno le trovate innovative, come una sequenza animata per narrare la leggenda della Janara. Inoltre, alcune scelte fotografiche riescono a cogliere scorci suggestivi di Napoli. Abbiamo degli interni riccamente decorati, biblioteche polverose e cripte maledette. Menzione speciale per la colonna sonora, che riesce sempre ad essere puntuale nell’accompagnare i protagonisti in questi luoghi misteriosi.

Per quanto riguarda gli effetti speciali e visivi, è stato fatto un buon lavoro. Al fronte del budget che aveva la produzione, risultano convincenti e, in alcuni casi, anche parecchio inquietanti. Alcune scene presentano addirittura dei jump scare, che risultano però ben contestualizzati all’interno della storia. Inoltre, oltre alle varie citazioni ai film dei Ghostbusters, sono presenti alcuni rimandi a diverse pellicole di genere che hanno fatto la storia dell’horror.

Sono solo fantasmi risulta essere un altro soggetto innovativo della coppia di autori Guaglianone – Menotti, i quali negli ultimi anni stanno provando a decostruire e mischiare i generi. Non il solito simil – cinepanettone, ma il tentativo di raccontare una storia che parla di: famiglia, malinconia del passato ed oscure forze del paranormale.