ESSERE MIGLIORI. ESSERE SE STESSI.

Un altro gioco da attenzionare sicuramente al con il lancio della nuova PS5 è senza dubbio Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, ovvero l’avventura di Miles, il ragazzo che avevamo avuto modo di conoscere in Marvel’s Spiderman, dotato degli stessi poteri dell’Uomo Ragno originale. Il team di Insomniac Games ha una grande responsabilità: mostrare, assieme al remake di Demon’s Souls, quali sono le potenzialità della console di nuova generazione targata Sony. La software house, che da quando ha fatto l’ingresso ufficiale nella scuderia PlayStation non sta certo stando con le mani in mano (il nuovo capitolo di Ratchet & Clank, intitolato Rift Apart, arriverà infatti su PS5 il prossimo anno) vuole espandere quell’universo che nel 2018 ha proposto uno degli adattamenti videoludici certamente più convincenti dell’eroe Marvel offrendoci nuove storie, nuovi personaggi e nuovi antagonisti presi in prestito da decenni di storie confezionate dalla Casa delle Idee.


Miles Morales è dunque il personaggio principale di questa nuova avventura che ci catapulta in una New York imbiancata, in pieno periodo natalizio, essendo la storia ambientata qualche mese dopo la conclusione dell’originale Marvel’s Spider-Man. Una sceneggiatura che, nell’arco delle oltre dieci ore necessarie a raggiungere i titoli di coda (escludendo dal conteggio buona parte delle missioni secondarie, delle attività presenti nell’open-world e dei collezionabili sparsi tra le strade della Grande Mela), affronta tematiche delicate e mette in risalto un personaggio che si rivela ben presto molto più profondo e stratificato di quanto apparisse in precedenza.
La storia di Marvel’s Spider-Man: Miles Morales riparte dunque qualche tempo dopo la conclusione della storia originale e dei tre DLC che hanno caratterizzato l’arco narrativo “La città che non dorme mai”, con Peter Parker che ha ormai addestrato Miles a sfruttare i suoi poteri insegnandogli come combattere il crimine nei panni del “nuovo Spider-Man”. L’eroe titolare parte per l’Europa, accompagnando MJ in un viaggio di lavoro e prendendosi una meritata pausa dall’attività da supereroe dopo aver difeso strenuamente la città di New York dalle orde di criminali visti e affrontati nell’esclusiva PlayStation del 2018. A Miles, dunque, il compito di difendere una città che, giocoforza, non lo considera sullo stesso livello dell’altro Spider-Man, quello originale, e che crea nel protagonista una serie di sentimenti contrastanti, portandolo a dubitare delle sue effettive capacità di gestire una responsabilità così grande e di essere effettivamente all’altezza di indossare il costume dell’Uomo Ragno.
Entrare eccessivamente nei dettagli della storia sarebbe un crimine di cui non voglio macchiarmi, ma vi basti sapere che nell’arco della storia principale, Miles si trova ad affrontare una nuova minaccia che grava su New York e in particolare sul quartiere di Harlem, in cui vive lo stesso protagonista. Alternando missioni in cui si vestono i panni di Spider-Man e altre in cui si prende il controllo di Miles, l’opera di Insomniac approfondisce temi interessanti e sempre delicati come diversità, razzismo, discriminazioni e minoranze, mettendo in risalto il senso di comunità, che viene identificato nel ruolo di Rio Morales, madre di Miles e candidata alla guida della città. Il rapporto tra Miles e la figura materna, le interazioni tra il personaggio principale e i comprimari (tra cui spicca certamente l’ottimo Ganke, miglior amico di Miles nonché progettista di tutte le innovazioni tecnologiche della sua tuta), il passato dell’eroe e il suo legame col presente sono tutti elementi alla base di una storyline che vede lo Spider-Man di Miles Morales lottare simultaneamente contro due fazioni in guerra, la spietata multinazionale Roxxon e una legione di soldati ultratecnologici guidati dalla misteriosa Tinkerer.

La storia funziona, il ritmo è piacevole e le missioni si susseguono in rapida successione senza dilatare mai in modo eccessivo la narrazione: volendo andare dritti al sodo, come ha fatto il sottoscritto in fase di review di PS5 e dei vari titoli di lancio, si può apprezzare l’ottimo lavoro svolto da Insomniac nell’espandere l’universo creato nel 2018 in modo coerente e armonioso. Tra boss fight, missioni speciali e un po’ di elementi presi in prestito dall’originale (ma rielaborati in chiave differente), quest’espansione standalone non stravolge (e, a dire il vero, non prova nemmeno a farlo) l’esperienza di gioco ma aggiunge una serie di elementi al suo gameplay che fanno certamente la differenza, rispetto allo Spider-Man di Peter Parker.
La struttura di gioco, città compresa, resta dunque quella che abbiamo imparato ad apprezzare due anni fa su PlayStation 4 e viene seguita pedissequamente dal team di sviluppo: Miles può sfruttare buona parte dei poteri di Peter ed esplorare New York sfruttando le ragnatele, dondolandosi da un grattacielo all’altro e sbloccando progressivamente alcune abilità e movenze che rendono più celeri gli spostamenti nella Grande Mela. C’è un senso di familiarità giocando per la prima volta a Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, perché in fondo l’ossatura è rimasta quella: il nuovo Uomo Ragno si muove da un punto all’altro di un open-world più bello che mai, ma soprattutto più dettagliato e potenzialmente percorribile in una frazione di secondo rispetto al gioco visto su old-gen. Ci sono, però, una serie di differenze sostanziali, tanto nelle animazioni di Miles (il cui stile nello “swinging” è diverso, rispetto a quello di Peter) quanto nelle abilità, nei gadget, nel sistema di combattimento e nell’approccio alle sequenze furtive.

Miles è uno Spiderman del tutto insolito, e proprio durante l’arco dell’avventura ci mostrerà tante strabilianti doti

Pur avendo mantenuto tutti gli elementi alla base del gameplay, compreso lo stile che “omaggiava” il Free-Flow Combat System messo in piedi da Rocksteady per la saga Batman: ArkhamMiles Morales può contare su una serie di innovazioni che passano principalmente per due dei suoi poteri “esclusivi”: la bio-elettricità e l’occultamento. Sono elementi che vanno chiaramente ad avere un impatto sul gameplay e che riescono a dare la sensazione di trovarsi di fronte a un altro gioco, pur essendo ambientato sostanzialmente nello stesso mondo (o perlomeno in una nuova versione dello stesso mondo, visto che la scelta del periodo natalizio va a mostrare la città di New York da una prospettiva… diversa). Miles può caricare il potere Venom (appunto, la bio-elettricità) per sfoderare degli attacchi elettrici che possono stordire i nemici o metterli K.O., oppure attivare un’invisibilità garantita dalla sua tuta che, per un breve periodo, consente di aggirare gli avversari quando le forze nemiche in gioco cominciano a essere troppe.
Queste novità, che sono chiaramente espandibili tramite un generoso menu delle abilità da cui potenziare mosse speciali e tecniche passive spendendo Skill Points, rendono il gameplay di Marvel’s Spider-Man: Miles Morales se possibile ancora più divertente (e a mio avviso completo e appagante) rispetto a quello originale. Vuoi perché la combinazione tra gadget (sbloccabili e potenziabili, seppur presenti qui in quantità minore rispetto al titolo del 2018), abilità e poteri extra garantiti dai vari costumi che potrete sbloccare completando attività nell’open-world e missioni secondarie donano al gioco un sapore più vivace e apprezzabile di quanto non avessero fatto i tre DLC post-lancio.

Potenziando Miles di volta in volta e completando alcune prove speciali otterrete una serie di abilità interessanti che torneranno particolarmente utili quando si è costretti ad affrontare i Covi Underground, che come potrete intuire ricalcano i vecchi rifugi carichi di ondate di nemici che abbiamo amato (od odiato, a seconda dei casi!) nel gioco base. A rendere il tutto più interessante ci pensa un rinnovato sistema di gestione delle modifiche del Costume, che oltre alla possibilità di scegliere una skin per l’eroe consente di sbloccare e utilizzare un totale di quattro abilità extra (due per il visore, due per il costume stesso) in grado di agire sia da bonus passivi che da perk attivi. In tal senso, sbloccando il costume di Spider-Man: Un Nuovo Universo, potrete utilizzare la modifica costume “Stile Ragnoverso” per replicare lo stile di movimento “scattoso” e l’estetica del film d’animazione anche con altri costumi.

In generale, con Marvel’s Spider-Man: Miles Morales  Insomniac ha rifinito l’esperienza di gioco andando a creare un’interfaccia ora più chiara e comprensibile e aggiungendo ancora una volta un paio di trovate molto originali che vanno a integrarsi a ciò che esisteva già, ad esempio il Feed Social con post social fittizi basati su ciò che succede nel mondo di gioco. Tra Collezioni, Elenco Mosse e Traguardi, che tornano in una nuova veste più accattivante, c’è spazio per un menu dedicato ai Personaggi, da cui approfondire biografie e scrutare nel benché minimo particolare gli incredibili modelli poligonali realizzati dal team di sviluppo (ci arriviamo tra un attimo), oppure proiettarsi nuovamente nel vivo dell’azione andando in cerca di risorse come Componenti e Gettoni Attività (la cui economia, ringraziando il cielo, è stata sensibilmente snellita da Insomniac) per sbloccare nuove possibilità di gameplay. In tal senso, l’introduzione di un’app (virtuale, s’intende) per tenere d’occhio i crimini in corso nella città di New York è una trovata ben riuscita che si sposa alla grande con l’atmosfera generale creata per l’occasione dal team first-party di Sony.

Verdetto? Ovviamente più che buono. Abbiamo di fronte un titolo dalle tante possibilità nonostante la campagna non lunghissima: missioni secondarie, oggetti da raccogliere ed enigmi da svelare. Il tutto condito da un comparto tecnico davvero di primissimo livello (soprattutto se giocato su PlayStation 5) e un sonoro da brividi. Forse niente di nuovo riguardo il tipo di gioco, ma comunque stiamo parlando di un lavoro di indubbio pregio.

GIUDIZIO

Grafica 9

Meccaniche 8.5

Sonoro 10

Longevità 7

VOTO COMPLESSIVO 8.5