A metà degli anni ’80, l’età dell’oro per l’horror, tra un’invenzione di Craven e la factory Argento che sfornava successi tricolore a ripetizione, usciva in sordina Spiritika, un piccolo film di spiritismo ed evocazioni destinato, molti anni dopo, a diventare un piccolo punto di riferimento nel suo genere.

LA TRAMA

James e Brandon sono due ex amici divisi ora dall’amore per una ragazza, Linda.

Una sera durante un party al quale partecipano entrambi e proprio su iniziativa di Brandon viene utilizzata una tavola ouija per un piccolo esperimento medianico. 

Dal principio tutto pare cadere nel nulla, ma da quel momento alcune forze soprannaturali sembrano aver attraversato un valico dimensionale per portare morte e scompiglio nella vita dei protagonisti, costringendoli ad una spasmodica ricerca della verità.

UN PICCOLO FILM CHE HA TUTTO

Spiritika gioca le carte di un horror low budget al meglio.

Nonostante un cast non di richiamo, una trama di partenza abbastanza scontata e l’assenza di effetti speciali particolarmente sofisticati, la pellicola di Tinney riesce a rimanere un compatto film di suspense che preferisce far immaginare allo spettatore piuttosto che mostrare ad ogni costo.

La tensione sale fin dalla prima scena e a nulla servono le rassicuranti ambientazioni della provincia americana.

La cosa più riuscita di Spiritika è la scrittura dei personaggi, che durante l’intreccio si evolvono e mutano i rapporti tra loro. L’amicizia ferita tra i due protagonisti per esempio, tornerà presto ad essere rispetto reciproco nel momento in cui i due si uniranno nella speranza di salvare la ragazza che entrambi amano.

SEMPLICITA’ CHE FUNZIONA

E’ proprio la leggerezza delle scrittura e quel senso autentico del voler spaventare grazie ad un intreccio che fanno di Spiritika un piccolo cult. 

Un film che funziona ancora oggi, inondati come siamo da horror ultra-patinati pieni zeppi di jump-scare ma privi di narrazione.

Esempio, non a caso il film Ouija del 2014, pellicola che parte dallo stesso oggetto medianico ma che percorre in tutt’altro modo la via dell’horror, finendo per essere un prodotto banale e trascurabile.

SEQUEL? NO GRAZIE!

Purtroppo anche Spiritika, forte di un successo comunque notevole nei primi anni, qualche tempo dopo è inciampata nella trappola fatale dei sequel, il primo a firma dello stesso Kevin Tenney

Spiritika 2,  secondo forzato capitolo della saga è però una scialba e poco ispirata pellicola che ben si distanzia per qualità dal capostipite. A questo, nel 1995 si è aggiunto un terzo e ultimo capitolo.

Classificazione: 3 su 5.