“Do un’occhiata al futuro, miei cari

e per voi vedo qualcosa di mostruoso,

vi provocherà fastidio e disgusto…

sono io!”

Così esordiva Il Custode della Cripta, un burattino mostruoso e dall’umore tagliente, per presentare uno degli episodi della serie televisiva Tales from the Crypt. L’opera cinematografica, andata in onda per la prima volta negli Stati Uniti d’America (tra il 1989 e il 1996), venne poi trasmessa in Italia coi nomi di Racconti di mezzanotte e I racconti dalla Cripta. Nella pellicola hanno recitato attori del calibro di  Brad Bitt e Daniel Craig, ancora agli esordi della loro carriera. Le storie horror e di mistero a cui si rifà la fiction, però, hanno origine molti anni prima della sua produzione, in una serie antologica a fumetti dallo stesso titolo.

Tales from the Crypt

The Cryptkeeper, o Il Custode della Cripta.

La nascita della serie a fumetti Tales from the Crypt costituì un vero e proprio fenomeno nella cultura popolare.

Correva l’anno 1950 quando William Gaines, direttore della casa editrice statunitense Ec Comics, decise di dare una svolta alla sua produzione fumettistica. Con l’aiuto del curatore editoriale Al Feldstein, le testate delle riviste iniziarono ad assumere caratteri decisamente più rigidi e cupi. Dagli “Educational Comics” si passò a racconti il cui scopo era molto diverso, rispetto a quello di educare.

Le prime storie di suspance apparvero sulla testata Crime Patrol, che trattava racconti polizieschi. Ben presto, però, il terrore prese il sopravvento, e il giornale cambiò nome in Tales from the Crypt. Il Custode della cripta, La Vecchia Strega e altri personaggi che si occupavano di narrare le vicende orrorifiche, a tal punto divennero i padroni assoluti della rivista.

Tales from the Crypt

Quando i mostri di Tales from the Crypt divennero troppo minacciosi, intervenne il Comics Code Authority.

Ec comics, nello stesso periodo, diede vita ad altre testate, quali The Haunt of Fear e The Vault of Horror. Tales from the Crypt, in ogni caso, restò la più popolare. Ciò nonostante, la serie guidata dal ripugnante Custode della Cripta, subì un arresto nel 1955: ad appena cinque anni dalla sua nascita.

La causa? In realtà è più complessa di come possa apparire. Sta di fatto che, per via di questioni legali riguardanti la censura e la protezione dei minori (in un periodo in cui la delinquenza giovanile era particolarmente attiva), Tales from the Crypt dovette smettere di essere pubblicata. Venne perciò istituito il Comics Code Authority: l’organo di censura del fumetto statunitense.

Nonostante ciò, nel corso degli anni, sono state effettuate numerose ristampe delle riviste (l’ultima in Italia risale al 2018, da parte di 001 Edizioni). In fondo, non c’è molto da stupirsi se i fumetti in questione siano stati frutto di censura: essi, alla loro uscita, furono tra i primi a varcare la soglia del contenuto rivolto a ragazzi e bambini, per dare spazio a questioni più mature e pesanti da digerire.

Tales from the Crypt

Morto vivente nella serie tv Tales from the Crypt, 1972.

Il richiamo del Custode della Cripta, in ogni caso, non ha mai smesso di influenzare la letteratura e il cinema.

I nomi di scrittori e cineasti che si sono ispirati a Tales from the Crypt per le loro creazioni sono innumerevoli. Da Stephen King, fino a Wes Craven, dicono tutti di essere stati lettori appassionati della rivista. Il motivo di ciò risiede senza dubbio nella bellezza artistica del giornale, ma soprattutto nelle trame delle storie rappresentate.

Esse, infatti, richiamano l’atmosfera di mondi inventati da maestri della letteratura horror, fantasy e fantascientifica dell’ottocento (A. Biercie, H.P. Lovecraft, Edgar Allan Poe… ecc.) Sarebbe difficile, infatti, immaginare come sarebbero alcuni tra i capolavori maggiori di un regista attuale come David Lynch, senza tener conto dei racconti di Tales from the Crypt.

Altre pellicole che si sono rifatte alla serie fumettistica sono: Racconti dalla tomba (Freddie Francis, 1972); Demon knight (Billy Zane, 1995); Bordello of Blood (Corey Feldman, 1996); Perversion of science (Richard Donner, 1997); The Vault of Horror (Roy Ward Baker, 1973); Ritual (Avi Nesher, 2002); Tales from the Cryptkeeper (cartone animato a puntate, prodotto dallo studio d’animazione Nelvana nel 1993).

 

Immagine dal film Elephant Man.

Tales from the Crypt è senza ombra di dubbio un’opera fondamentale nell’universo del genere horror.

E pare che il culto non si sia ancora estinto: M. Night Shyamalan (il regista de Il sesto senso, The Visit e la più recente saga di thriller soprannaturale, iniziata con Unbreakeable) nel 2016 ha ammesso di voler girare una nuova serie tv basata sui racconti a fumetti. Tuttavia, il progetto fu impossibile da realizzare per via di questioni legali. Avremo occasione di vedere nuovamente le vicende della rivista sul grande schermo, prima o poi? Forse, proprio come direbbe il Custode della Cripta:

 

“I morti devono restare tali

tranne quando, per un motivo o per l’altro,

decidono di risvegliarsi!”