Alberto Bogo torna alla regia con una pellicola antologica che, omaggiando un certo format horror anni ’70 e ’80, mescola tensione e humor alle paranoie da pandemia. 

Una cinquina di racconti uniti da una cornice che compatta la narrazione, con questa formula retrò che omaggia il cinema di paura anni ’70 e ’80, Alberto Bogo torna a proporci la sua versione personale di paura, in quel misto di momenti gore e alleggerimenti umoristici diventato ormai la sua cifra stilistica.

Per l’occasione il regista genovese (che firma il soggetto con Andrea Lionetti) si lascia ispirare dal surreale clima del lockdown che tutti abbiamo vissuto nel 2020, facendolo diventare punto di partenza e collante delle storie raccontate.

In Terror Zone gli episodi declinano ai tempi della pandemia situazioni tipiche delle pellicole di tensione, dagli appuntamenti con sconosciuti alle relazioni coniugali cariche di tensione, alle sette sataniche. Decisamente più riusciti i segmenti Locked Youth, dove due giovani per svagarsi violano il lockdown notturno finendo in un’odissea di incontri pericolosi e Locked End dove una coppia clandestina finisce nel mirino di una congrega molto particolare, sprofondando in un incubo narrato con misura tra la tragedia e la farsa. 

I restanti episodi di Terror Zone si dividono sempre tra il sorriso e il sangue, mescolando la vicenda principale alle contemporanee paranoie da isolamento forzato. Ma il mix non sempre riesce alla perfezione, complici alcune interpretazioni incerte e una scrittura che non sempre riesce ad essere abbastanza caustica da scavallare nella commedia nera.

Terror Zone rimane comunque una curiosa incursione nel contemporaneo. Una pellicola che, pur esasperandole, porta alla luce alcune sensazioni e contraddizioni che abbiamo vissuto in un clima sospeso e anormale, come quello del lockdown.

Tecnicamente riuscito, il film si fregia di una fotografia molto curata, una soundtrack ricca di pezzi molto azzeccati ed una regia che conferma il talento visivo di Bogo, nome in ascesa di un cinema indie che ha i numeri per crescere.

Menzione particolare per i titoli di testa e di coda, davvero notevoli.

Classificazione: 2 su 5.