The Blob (Il fluido che uccide) è un film del 1988 diretto da Chuck Russell, remake dell’omonimo film (sottotitolato Fluido mortale) del 1958. A differenza del suo predecessore, successone di pubblico, Blob fu un fiasco al botteghino, ma credo abbia resistito e si sia anzi rafforzato nel tempo, risultando ancora oggi uno spettacolare fanta-horror con dei signori effetti speciali e quella genuina cattiveria che non risparmia neppure i bambini.

Shawnee Smith e Kevin Dillon

In entrambe le versioni, i blob arrivano in una piccola cittadina a causa di un meteorite. Nella versione del 1988, a farne le spese è un povero senzatetto, soccorso dai tre giovani Paul (Donovan Leitch), Meg (Shawnee Smith) e Brian (Kevin Dillon) che lo portano di corsa in ospedale. Dopo aver blaterato di assicurazione sanitaria, i medici prendono in cura l’uomo, il cui braccio sta praticamente venendo divorato da una strana sostanza gelatinosa. In poco tempo il blob fa una strage, mentre Brian e Meg restano gli unici testimoni. Peccato che Brian, cui Paul passa il testimone dopo la sua inaspettata dipartita, sia un bad boy a tutti gli effetti: capelli lunghi, giacca di pelle, visitatore abituale di riformatori. Nessuno pensa sia affidabile e nessuno è disposto a credere alla sua versione dei fatti. Ma in The Blob sono gli adulti quelli che ispirano meno fiducia in assoluto; in questo il film è assolutamente figlio del proprio tempo, ed è per questo che si distacca dall’originale quando ci rivela la vera natura della sua creatura.  

I film fantascientifici degli anni ’50 erano infarciti del terrore comunista. A scombussolare gli equilibri dei tranquilli e pacifici sobborghi, con le loro famigliole sorridenti e le casette ben arredate con il comfort dei nuovi elettrodomestici, era sempre una minaccia aliena. Qualcosa che viene “da fuori”, qualcosa di straniero. Nella versione del 1988 invece la minaccia viene da dentro ed è il frutto di un esperimento scientifico americano. La fiducia verso il governo cede il passo ad uno sguardo più disincantato, e il risultato è un film gore che poggia sulla diffidenza verso le istituzioni e sulla paranoia dell’esistenza di una cospirazione (ben prima che si iniziassero a inventare teorie complottiste su qualsiasi cosa). Se i potenti e autorevoli diventano i cattivi, i portatori dei valori positivi, gli eroi per eccellenza, sono sempre i giovani. Giovani che non ricevono la protezione che ci si aspetterebbe ma che anzi lottano con le unghie e con i denti per salvare se stessi e il resto della cittadina. Quando Paul, il personaggio che sembrava dover prendere il posto di quello interpretato da Steve McQueen nell’originale, diventa una delle prime vittime del blob, è chiaro che nessuno è al sicuro. Il bravo figlio americano che gioca a football ci lascia dopo poco, cosicché Brian possa prendere il suo posto. Non sono più gli anni ’50; negli anni ’80 gli eroi sono gli emarginati, gli outcasts, i ribelli. Ma gli anni ’80 sono anche gli anni delle eroine del cinema horror e fantascientifico (Sarah Connor ed Ellen Ripley, per citarne giusto due), e così il personaggio di Meg è un altro degli elementi straordinari di questo film. Lei è quella che non si ferma quando la sua versione dei fatti viene ignorata, è lei che capisce qual è il modo per fermare il blob.

E poi diciamocelo, nonostante l’apparenza grottesca, il blob fa paura. Ormai iconica è la scena della morte della cameriera nella cabina telefonica; sono sicura che la sensazione di essere intrappolati e non poter fuggire da nessuna parte sia rimasta addosso a tutti dopo la visione. Questo perché il blob avanza inesorabile, si insinua ovunque e non fa distinzioni, ingloba in sé chiunque gli si pari davanti. È il potere distruttivo di un governo al quale non importa dei giovani; l’importante resta sempre e solo superare i russi con qualsiasi mezzo, anche se questo significa mettere a rischio praticamente tutto e tutti.

Curiosità

  • Il protagonista Kevin Dillon è il fratello del più famoso Matt;
  • Lo sceneggiatore Frank Darabont e il regista (e co-sceneggiatore) Chuck Russell avevano già lavorato insieme in Nightmare 3. Non una coincidenza, dati i temi affini;
  • Per creare il blob sono stati utilizzati sacchi di seta ripieni di metilcellulosa, sostanza utilizzata anche come addensante nei cibi.