Scritto e diretto dal giovane Nicolas Pesce (The Eyes of my Mother, Piercing) e prodotto dalla Ghost House Pictures di Sam Raimi, questo nuovo film è un reboot del famoso franchise horror: non si tratta quindi di un remake, sequel, o prequel. Uscirà nelle sale italiane il 27 febbraio distribuito da Sony Pictures e Warner Bros.

Trama

Gli avvenimenti che riguardano questa nuova maledizione si svolgono fra il 2004 e il 2006 (quindi dopo il primo film), nel prologo vediamo una giornalista che torna da un viaggio a Tokyo, portando con sè la maledizione. Da qui ci troviamo in una piccola città in Pennsylvania. La protagonista è la brava Andrea Riseborough (Mandy, ZeroZeroZero) nei panni del detective Muldoon trasferitasi di recente in questo paese con suo figlio. Inizia ad indagare sulla storia di una casa, e  scopre che tutta una serie di terribili avvenimenti circonda le persone che sono venute in contatto con essa. Muldoon inizia a sperimentare in prima persona gli effetti di questa maledizione.

The Grudge, la maledizione è tornata

Novità e similitudini con l’originale

Come sapete sono stati fatti diversi film dopo il primo Ju-On (2000 per la tv, e 2003 per il cinema), e il creatore Takashi Shimizu accettò poi di girare due remake americani nel 2004 e nel 2006. Qui, come nei primi film di Shimizu, vediamo un intrecciarsi di storie e personaggi, in una narrazione non sempre lineare e che usa quindi i flashback per spiegare i fatti. Questo consente al film di scoprire le sue carte più lentamente, e risulta una scelta interessante. Dall’altro lato invece ne risentono un po’ i personaggi, che trovano meno occasioni di essere caratterizzati a dovere.

La recitazione è sembrata comunque all’altezza e non delude la performance di Lin Shaye (la bravissima ed iconica medium di Insidious), che riesce ad essere davvero inquietante.

The Grudge, la maledizione è tornata

Lin Shaye e Andrea Riseborough

Un regista da tenere d’occhio

Questo giovane regista ha sicuramente del talento nel girare scene gore ed esplicite, in alcuni punti mi ha addirittura ricordato gli spaventi degli ultimi videogiochi di Resident Evil. Ma se dovessi muovere una critica negativa, direi che abusa troppo di questi jump scare. Davvero faccio fatica a pensare ad un film che ne ha usati così tanti, forse qui ci troviamo davanti ad un record di salti sulla poltrona. Non posso negare però che molti di questi jump scare sono efficaci e girati molto bene.

A conti fatti, a me è sembrata una scelta coraggiosa quella di scegliere un giovane autore per reinterpretare The Grudge. Il suo The Eyes of My Mother è stato un interessante esordio low-budget in bianco e nero sulla psicosi; il suo secondo film invece, Piercing, è più cerebrale ed omaggia il genere giallo all’italiana. La visione di The Grudge di Nicolas Pesce è molto oscura e quindi si lega con quella di Shimizu, ma a volte i personaggi mi sono sembrati fin troppo passivi, e annegati in questa oscurità. Ritroviamo nuovamente quelli che sono i tratti distintivi di Ju-On, il verso gracchiante del fantasma, i lunghi capelli neri, la vasca piena di sangue. Al centro di tutto c’è sempre questa maledizione, che non lascia scampo perchè è il rancore, la rabbia contro la morte ed un universo ingiusto.

Nei film giapponesi originali c’erano sicuramente meno scene gore a favore di un’atmosfera nel complesso più inquietante, e io personalmente preferisco quel tipo di approccio. Nonostante questo, penso che Nicolas Pesce sia un regista di talento, in una recente intervista ha affermato di essere interessato a girare anche un film crossover fra le due saghe horror giapponesi più famose, ovvero The Ring e The Grudge. E un tentativo è stato già fatto in Giappone con il film del 2016 Sadako vs Kayako. Io piuttosto gli consiglierei di creare qualcos’altro, nel 2020 abbiamo bisogno di nuova linfa vitale per il genere.

The Grudge, la maledizione è tornata

Un cliché che invece non mi entusiasma è quello della mano che appare fra i capelli sotto la doccia, come si vede nel trailer: lo avevamo già visto nel remake americano del 2004 e mi è sembrato ridondante. Molti altri effetti invece riescono ad essere raccapriccianti. Il risultato è, volutamente, molto cupo e chi non ha problemi a sottoporsi ad un’intensiva sessione di spaventi, non avrà rancore nei confronti del regista.

呪怨 (Ju-on)  “La maledizione del rancore ha luogo quando qualcuno muore in preda ad un forte rancore. Si accresce nel luogo ove costui è morto divenendone destino. Chiunque ne entri in contatto è destinato a morirne… nasce così una nuova maledizione”

Voto Finale
65%