Sedici anni dopo l’ottimo Un lupo mannaro americano a Londra (1981) diretto da John Landis, Anthony Waller decise di girare uno spin off, intitolato Un lupo mannaro americano a Parigi, che si rivelò fin da subito un grosso flop, bocciato sia dalla critica che dal pubblico.

Trama

Un lupo mannaro americano a Parigi

Andy McDermott (Tom Everett Scott) e i suoi amici Brad e Chris arrivano a Parigi. Una notte, i tre si introducono di nascosto sulla Torre Eiffel, dove Andy intende fare bungee jumping. All’improvviso, una giovane donna (Julie Delpy) tenta il suicidio gettandosi dalla torre. Andy, innamorato a prima vista, si lancia con la corda elastica per salvarla, riuscendoci, ma perde i sensi durante il salvataggio.

Andy si risveglia in ospedale e, ricordando poco, è determinato a ritrovare la ragazza, Serafine. Dopo averla rintracciata, Serafine li avverte di stare lontani. Poco dopo, un certo Claude li invita a una festa al “Club de la Lune”, promettendo la presenza di Serafine.

La festa si rivela un’imboscata: Andy e i suoi amici vengono attaccati da lupi mannari. Andy viene morso mentre i suoi amici vengono uccisi. Serafine, che abbiamo scoperto essere lei stessa un lupo mannaro, cerca di spiegare ad Andy la sua nuova condizione.

Mentre cerca una cura, Andy comincia a trasformarsi durante la luna piena, uccidendo involontariamente persone innocenti. Il fantasma del suo amico Brad gli dice che per spezzare la maledizione deve uccidere il lupo mannaro che l’ha morso. In quel momento lui pensa si tratti di Serafine e quindi chiaramente nemmeno considera l’opzione.

Andy e Serafine combattono contro Claude e il suo branco. Scoprono che il siero sviluppato dal padre di Serafine può accelerare la trasformazione. Durante uno scontro finale, Andy riconosce Claude come il lupo mannaro che l’ha morso. Ingerisce il siero, si trasforma, e uccide Claude, liberando se stesso e Serafine dalla maledizione.

Tempo dopo, Andy e Serafine si sposano e, in un momento di gioia, si lanciano per sbaglio con un’imbracatura da bungee jumping dalla Statua della Libertà. Ma mentre si lanciano, un’ombra misteriosa si muove tra le luci di New York, lasciando il destino dei protagonisti avvolto nel mistero.

L’inevitabile confronto con Landis, da cui Waller esce sconfitto

In Un lupo mannaro americano a Londra, c’è un eccellente connubio tra horror e commedia, un genere su cui Landis ha sempre dimostrato grande abilità e maestria (ricordiamoci che è l’autore i Animal House e The Blues Brothers). Il regista riesce a bilanciare momenti di pura tensione e paura con scene di humor nero e dialoghi brillanti. Questa fusione di generi è evidente nelle scene iconiche come quella del sogno di David, che passa rapidamente dall’incubo all’assurdo, oppure l’arrivo dei due protagonisti nella campagna dello Yorkshire, dove vengono accolti in maniera gelida nel pub “L’Agnello Macellato”. Questa scena è molto più horror e inquietante di tutto il film Un lupo mannaro americano a Parigi. Per quanto riguarda i tratti comici, la celebre frase di Jack Goodman, “La vita mi prende in giro anche da morto”, sottolinea perfettamente il tono ironico e macabro del film. Nel film di Waller, invece, non c’è nulla di tutto ciò: non fa mai paura, ma non fa nemmeno mai ridere.

Un lupo mannaro americano a Londra

Le differenze tra le scene di trasformazione in licantropi nei due film sono significative e riflettono le diverse visioni dei rispettivi registi. In Un lupo mannaro americano a Londra la trasformazione di David è un’esperienza visceralmente cruda e dolorosa. La sequenza è caratterizzata da una lenta e tormentata metamorfosi del corpo del protagonista, mentre i muscoli si contorcono e le ossa si spezzano, trasmettendo al pubblico una sensazione di terrore e disperazione. Questa scena è considerata una delle più iconiche nella storia del cinema horror per la sua crudezza e intensità.

Nel film di Waller, d’altra parte, la trasformazione è rappresentata in modo più convenzionale e meno disturbante, con un’accentuazione sull’aspetto visivo piuttosto che sulla sofferenza del personaggio. Waller si affida alla CGI, mentre Landis puntava all’artigianalità e a un trucco incredibilmente realistico, riuscendoci. Rick Baker, responsabile di trucco ed effetti del film, ha per altro meritatamente vinto il premio Oscar come Miglior trucco istituito proprio quell’anno.

Un lupo mannaro americano a Londra

Il finale

Il finale di Un lupo mannaro americano a Londra (1981) è più maturo e duro rispetto a quello di Un lupo mannaro americano a Parigi (1997) per diversi motivi. Nel film di Landis, la conclusione è caratterizzata da un tono tragico e senza compromessi. Il protagonista, David Kessler, consapevole della sua natura mostruosa e dei pericoli che rappresenta per gli altri, in particolare per la sua amata Alex, viene ucciso dalla polizia, portando a un finale cupo e doloroso che lascia lo spettatore con un senso di inevitabilità e tragedia.

Questo contrasta nettamente con il finale dello spin off di Waller, che adotta un tono più leggero e ottimistico. Il protagonista riesce infatti a sconfiggere il capo dei lupi mannari e a trovare una soluzione per vivere con la sua condizione, offrendo una risoluzione più convenzionale e rassicurante. La maturità del finale di Un lupo mannaro americano a Londra sta nella sua rappresentazione realistica delle conseguenze delle azioni del protagonista, senza indulgere in un lieto fine consolatorio.

Un lupo mannaro americano a Parigi, oltre a essere di per se un film poco riuscito, soffre molto il confronto con Un lupo mannaro americano a Londra, dove le ambientazioni erano più affascinanti, la commistione tra horror e commedia era perfettamente riuscita, e il lupo mannaro era reso spaventosamente realistico grazie a un trucco artigianale di eccellente qualità.

Classificazione: 2.5 su 5.