Velvet Buzzsaw, scritto e diretto da Dan Gilroy, è un Thriller/Horror prodotto da Netflix, che a questo giro cala l’asso dalla manica e mette sul tavolo attori del calibro di Jake Gyllenhaal, Rene Russo, Toni ColetteJohn Malkovich. Una modesta parte se la ritaglia anche Natalia Dyer, famosa per il suo ruolo in Stranger Things.

Trama

Siamo nel mondo dell’arteMorf Vandewalt (Jake Gyllenhaal) è un famoso critico, eccentrico, sempre in cerca di un’opera travolgente e che gli sia d’ispirazione. Josephina (Zawe Ashton) è una ragazza ambiziosa e lavora come agente per la gallerista Rhodora (Rene Russo), potente ed arrogante. Per la giovane, non proprio sulla cresta dell’onda a livello di risultati, le cose cambiano quando scopre il proprio anziano vicino morto, che in casa teneva centinaia di suoi dipinti, mai visti da nessuno prima d’ora. La bellezza delle opere è travolgente e tutti cercano di accaparrarsene una parte: non sanno però che su di loro si annida una strana maledizione, pronta a colpire chiunque entri in contatto coi quadri.

velvet buzzsaw

Povera Coco, capitano tutte a lei!

Quello che di primo impatto colpisce del film è la critica spietata e poco velata del regista verso il mondo dell’arte: chiunque ne faccia parte punta solo ed esclusivamente al proprio benessere economico, invece di diffondere la bellezza e l’emozione che l’essere umano può creare. Questo viene mostrato in vari modi: Josephina che ignora le volontà del vecchio artista morto di bruciare tutti i suoi quadri e li usa invece per il suo successo; Morf che pur di far contenta Josephina stronca con un critica pesante una mostra eccellente di un artista;  Jon Dondon (Tom Sturridge), gallerista concorrente di Rhodora, che ingaggia l’ex dipendente di quest’ultima, Coco (Natalia Dyer) per rivelargli i segreti dietro a quei quadri. Un mix di avidità, arroganza e cattiveria gratuita che si contrappone perfettamente ai toni della fotografia del film.

È molto più facile parlare di soldi che di arte.- Rhodora

In tutto questo vediamo anche il vecchio Piers (John Malkovich) che come artista non riesce più a stare al passo coi tempi, nonostante provi in tutti i modi ad esprimere quello che prova, senza successo.

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Non c’è un vero e proprio protagonista nel film, le vicende si svolgono in più filoni che convergono sul finale, lasciando alla parte iniziale della pellicola il lavoro di introdurre uno ad uno tutti i personaggi, coi loro pregi e difetti che spiccano sin dalle prime scene. In questo senso, Jake Gyllenhaal offre un’ottima interpretazione, che sorpassa la barriera della lingua e arriva allo spettatore grazie all’espressività e alla fisicità volutamente esagerata.

Per te non va mai bene niente, vero?. – Josephina

È il mio lavoro, sono selettivo. Che dovremmo fare? Non mostrare buon gusto? Tacere la verità? Che mondo tragico sarebbe. –Mort

Quelli che però dovrebbero essere dei punti forti del film, via via che il tempo passa iniziano a diventare dei punti deboli: la parte sovrannaturale prende un po’ troppo il sopravvento e, se un paio di morti sono ben riuscite per via del loro essere ironiche e grottesche, le altre lasciano un po’ a desiderare, soprattutto le ultime due. La pellicola inoltre non riesce a sfruttare appieno il suo potenziale horror: non ci sono spaventi, solo un paio di jumpscare abbozzati che tolgono sapore al film, piuttosto che aggiungerlo. Inoltre, alcune cose non vengono spiegate per bene e lasciano confuso lo spettatore, che avrebbe preferito un minimo di spiegazione in più e qualche critica feroce all’arte in meno.

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Nonostante questi difetti il film intrattiene, parte in sordina per poi trascinare lo spettatore nel turbinio dei quadri maledetti, arrivando al suo picco migliore poco prima delle scene finali, dove si rimane attaccati allo schermo in attesa che il groviglio venga sciolto del tutto e si arrivi alla conclusione. Epilogo che però non soddisfa pienamente e che lascia col dubbio di quali siano e come funzionino i poteri di quei quadri maledetti.

Il film si chiude con una scena che lascia intendere il morale della favola: l’arte è cattiva se non scaturisce dal cuore ma dal portafoglio.

Forse un po’ banale ma ben descritta dal regista durante tutto l’arco del film.