Diretto da Jaume Balaguerò e co-sceneggiato dallo stesso regista assieme a Fernando Navarro, Venus è l’ultimo film del cineasta spagnolo ed ha aperto le proiezioni al Festival di Sitges 2022. Secondo capitolo di The Fear Collection, un’etichetta di film horror creata in associazione con Pokeepsie Films, Sony Pictures e Amazon Prime Video è infatti presentato da un altro nome ben noto a noi tutti: Álex de la Iglesia.
Qui da noi è purtroppo passato un pochino in sordina, in quanto non ancora uscito in sala nè in home video. E’ infatti in occasione di un evento particolare, la rassegna Nocturna presso Fondazione Prada a Milano, organizzata da Nocturno, che ho potuto vedere la pellicola sul grande schermo. Presente in sala anche Jaume Balaguerò, il quale ha rilasciato diverse dichiarazioni in merito al suo ultimo lavoro.


Incipit

Lucía (Ester Expósito) è una cubista che una notte decide di rubare un grosso carico di droga ai proprietari della discoteca nella quale lavora, che sono legati al nacrotraffico spagnolo. Dopo essere stata ferita riesce a scappare e cerca rifugio a casa della sorella Rocío (Ángela Cremonte) che non vede da anni e che abita al Venus, un palazzone quasi completamente disabitato nella periferia di Madrid. Qui Lucía conoscerà sua nipote ed alcune bizzare signore che abitano nel complesso. Ma sarà davvero al sicuro?

Venus segna il ritorno di Balaguerò all’ esoterismo ed al sovrannaturale eppure non è semplicemente ed unicamente un film horror. Tanto per cominciare, inizia come un thriller, un po’ gangster-movie. Un incipit dal ritmo elevato che racconta di un orrore reale, quello legato al mondo malavitoso, alla povertà ed al disagio dei sobborghi della capitale spagnola ed al traffico di stupefacenti. Qualcosa di vero e plausibile, che si verifica probabilmente molto più spesso di quanto immaginiamo. E quando lo spettatore inizia a cercare di capire come potrebbe evolversi “Balaguerò non faceva mica film horror?!” ecco che cambia registro.

Non aspettatevi il solito horror, non aspettatevi il solito thriller. Venus è un po’ di uno e un po’ dell’ altro…

Questa la dichiarazione del registra prima della visione del film, e mai parole furono più accurate. Perchè quando la protagonista arriva al Venus, ecco che il thriller si tinge di horror. La protagonista inizierà a notare qualcosa di strano, solo piccoli dettagli, situazioni particolari, sensazioni di sottile disagio che si trasformeranno in paura prima, in terrore poi. I sogni diventeranno incubi e gli incubi diventeranno sempre più ingombranti sino a contagiare la sua realtà. Il Venus nasconde un segreto e, suo malgrado, Lucìa ne fa parte. La particolarità di tutto questo è che, mentre seguiamo questi orrori prendere piede, non smetteranno di esistere quelli precedenti. La parte più “concreta” degli orrori di Lucìa non cesserà di esistere. Continuerà ad essere ricercata dai narcotrafficanti mentre sarà alle prese con un altro tipo di “presenze”. E no, non sto affatto parlando di fantasmi…

Il condominio, l’onirico…

Sono diversi i simboli che ritornano nella filmografia di Balaguerò. In Venus ritroviamo il condominio, che non può non farci pensare a REC. Il senso di claustrofobia legato a questo ambiente ristretto in cui Lucìa è obbligata a restare per nascondersi, gioca molto a favore della costruzione della tensione. Anche alcune atmosfere oniriche gli sono familiari, basti pensare ad alcune riprese di Fragile-a ghost story, o a La Settima Musa. Eppure l’elemento del sogno non è mai stato così presente come in questo film. Più di una volta lo spettatore si troverà ad assistere a scene senza capire se si tratti di un sogno o della realtà. Venus, infatti, è liberamente tratto dal racconto “I sogni nella casa stregata” di H.P. Lovecraft e questo, oltre a spiegarvi il perchè della presenza così importante del mondo onirico, vi potrebbe dare un piccolo suggerimento se sapete di cosa si tratta.

…e il feminino.

Infine, il feminino. Mai come in Venus la protagonista non è solo scream queen o final girl, ma la perfetta fusione delle due. Lucìa vive una vera e propria catarsi, una trasformazione completa che la porterà ad una nuova rinascita, o consacrazione. In un certo senso il suo cammino può essere visto come un coming of age, una maturazione che è presa di coscienza di sè e del proprio potere. Lucìa sarà piena di ombre ma anche portatrice di luce come il suo nome suggerisce.

Racchiude in sè il dualismo bene/male ed in questo c’è da dire che Ester Exposito è stata la scelta perfetta. Sul fatto che fosse bellissima, se n’erano già accorti tutti dai tempi della serie tv di Netflix “Elite“. Ma con il ruolo di protagonista in Venus ha dimostrato di saper recitare, ed anche molto bene. Credibilissima nel ruolo, riesce a trasferire una vasta gamma di emozioni allo spettatore attraverso un’espressività che è impossibile non cogliere.
Un altra menzione doverosa è per le tre signore che abitano il Venus, di cui non posso svelarvi troppo altrimenti vi rovinerei la visione. Un piccolo suggerimento è l’omaggio a Dario Argento, più che palese, che si rifà a Suspiria ma non solo.

La celebrazione del grottesco e l’importanza della musica.

Non manca la celebrazione del grottesco che regalerà qualche sorriso e tenderà a stemperare un pochino la tensione. Alcuni personaggi sono volutamente caricaturali, come i malavitosi ad esempio, e Balaguerò gioca con gli stereotipi sottolineandoli ed enfatizzandoli. Anche le scene splatter (sì, c’è anche parecchio sangue in Venus) sono in crescendo sino ad arrivare alla scala massima di improbabile possibile, ma sarà proprio questo a intrattenere e divertire chi guarda. Ed un’ altra cosa che intrattiene alla grande è la colonna sonora. Una delle migliori degli ultimi anni, a mio avviso. Si passa dalla tecno ai canti gregoriani, dalla musica classica a quella italiana con Musica leggerissima di Colapesce & Dimartino e Nessuno della grande Mina. Certo, sicuramente l’audio del cinema ha aiutato, ma la soundtrack mi ha gasata davvero tantissimo e si è fatta sicuramente notare, cosa che ultimamente non succede così spesso.

Parlare di Venus senza rischiare spoiler è davvero difficile. Quindi non mi resta che consigliare a tutti voi la visione, sperando che esca presto anche per il mercato italiano.

Classificazione: 4 su 5.